Fotografie

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  1. D.S. Zucco
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    Non è da molto che alloggio in questo istituto, ma nel poco tempo trascorso tra le sue mura ho imparato a odiarlo più della mia vecchia casa.
    Ogni giorno vedo lacrime scendere da migliaia di volti, il sorriso ormai estinto di chi non ricorda più la luce del sole. Vorrei tanto aiutarli ma non posso… non ne sarei in grado. L’unico sostegno che posso offrire sono le mie morbide, rumorose carezze; un trattamento che riservo loro anche quando ho fame o non riesco ad addormentarmi.
    Il motivo per cui mi trovo qui? L’animo umano, che a volte rivela sfumature del tutto inaspettate. Sono stato da poco adottato da una giovane donna che lavora in questo istituto. Non so se considerarlo un miracolo o semplice fortuna, ma in principio non mi dispiaceva affatto dover dire addio alla baracca intrisa di marciume dove, fin dalla nascita, avevo patito la fame.
    Adesso le cose sono leggermente cambiate: Angelique sperava che il suo meraviglioso gesto potesse garantirmi di vivere in un posto migliore, dove trascorrere le mie giornate in tranquillità; qui dentro, mi rendo conto, la tranquillità è riservata soltanto a coloro che hanno il coraggio di lasciarsi la vita alle spalle.
    Ci sono molti corridoi dove mi piacerebbe correre e che vorrei esplorare, ma di notte, come spesso capita negli incubi più deformi, essi rivelano cose sinistre che impediscono persino alla morte di addormentarsi.
    Le continue urla, le chiazze rosse sul pavimento colmo di crepe e l’aria satura dell’odore di morte cominciano a farmi rimpiangere il mio passato.
    Ho visto ombre muoversi da una stanza all'altra in più di un’occasione, presenze che non appartengono nemmeno agli infimi recessi dell’oltretomba. Angelique è sempre stata protettiva nei miei confronti sotto questo aspetto. È una donna veramente amorevole, gentile, il che non lascia dubbi circa il ruolo che ricopre in questo istituto. A volte, quando rientra nel nostro alloggio dopo una lunga giornata trascorsa in infermeria, poggio la mia testa su di lei finché il calore del suo camice bianco non mi fa addormentare.
    Ma stasera ho la sensazione che qualcosa non rientri nella regolare anormalità di questo luogo: sono le undici passate eppure Angelique non è ancora tornata. Una circostanza alquanto sospetta, considerando che una delle regole fondamentali dell'istituto consiste nell'obbligo, per tutti i residenti e il personale, di rientrare nei rispettivi dormitori entro e non oltre le nove di sera. Le motivazioni possono solo lasciare spazio all'immaginazione.
    Chiudo gli occhi provando ad addormentarmi, ma senza di lei è difficile.
    Sono sdraiato sul pavimento con un semplice plaid scolorito a proteggermi dal gelo; malgrado ci sia un letto caldo e soffice pronto ad accogliermi, non posso utilizzarlo senza il permesso di Angelique.
    Ho un brutto presentimento. I miei sensi non hanno mai osato ingannarmi di fronte agli oscuri presagi.
    Odori e suoni impercettibili all'orecchio umano, sensazioni che sperimento anche quando sono troppo debole per ragionare, mi permettono di avvertire in anticipo imminenti pericoli che io o coloro che amo rischieremmo di correre.
    E se le fosse successo qualcosa? Devo assolutamente agire prima che sia troppo tardi. Per quanto il mio aiuto possa risultare vano o insignificante, non posso abbandonarla dopo la sua infinita premura. Lei mi ha salvato e adesso devo ricambiare il favore, a qualunque costo.
    Mi intrufolo velocemente nel condotto di ventilazione poiché allo scoccare del coprifuoco tutte le porte degli alloggi vengono sigillate. In qualche modo riesco a raggiungere l’atrio. Devo essere sceso lungo un passaggio che conduce all'inferno perché l’ambiente che si estende davanti ai miei occhi sembra progettato dal diavolo in persona: una stanza fredda, avvolta nella penombra e illuminata dal fievole chiarore di una candela, al cui centro spicca una massiccia scultura dalle raffigurazioni mostruose.
    Il silenzio è surreale.
    Subito avverto qualcosa di anomalo alle mie spalle, qualcosa di inquietante. Ho la netta sensazione di essere osservato. Mi volto… e il cuore sembra sfondarmi il petto. Non sono in grado di calcolare precisamente il loro numero, ma dai molteplici bagliori che pulsano nell'oscurità evinco che sono spacciato. Occhi luminosi mi fissano da ogni angolo dell’atrio, pronti a balzare sul mio corpo per soddisfare chissà quale appetito bestiale.
    Mi irrigidisco, inarcando la schiena all'indietro e digrignando i denti in atto di difesa. Solo qualche secondo più tardi mi rendo conto di quanto, malgrado le sue percezioni sopraffine, un gatto a volte possa essere ingenuo: sono soltanto foto, innocue e inanimate immagini. Inchiodate attorno alle mura dell’atrio, centinaia di cornici dorate custodiscono l’ultimo respiro di chi ha avuto la sfortuna di vivere in questo istituto, la Fantôme Residence; bambini, vecchi e adulti mostrano la loro velata malinconia attraverso le lastre trasparenti, come la platea di uno spettacolo tutt'altro che piacevole.
    Ho sentito spesso Angelique parlare di quelle foto affisse ai muri. Raffigurano i residenti ospitati qui dentro settant'anni fa durante la seconda guerra mondiale che hanno purtroppo incrociato la morte dopo gli svariati tentativi di estrarre il male supremo dal loro corpo. Il male inteso come demonio.
    Un brivido felino mi corre lungo la schiena; non posso crogiolarmi così a lungo davanti a questa raccolta demoniaca, devo ritornare alla ricerca di Angelique.
    Qualcos'altro, però, distoglie nuovamente il mio sguardo: per quanto coraggio il mio animo possieda, per quanto riesca a mantenermi saldo dinnanzi agli orrori che tormentano questo maledetto istituto, quello che sto osservando in questo momento provoca in me un terrore peggiore di quello della morte.
    Una foto, collocata parecchio in basso rispetto alle altre, raffigura una giovane donna in camice bianco. Ha l’aria visibilmente placida e gentile, ed è circondata da un tenero gruppo di gatti.

    Edited by D.S. Zucco - 13/10/2018, 11:14
     
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    "Il solo immaginare che ti sto uccidendo mi ha fatto venire un sorriso in volto "

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    Bella. Anche se ho capito subito la natura bestiale del protagonista (però pensavo fosse un cane) ho apprezzato il resto. Però una cosa non mi torna: non credo esista gatto sulla faccia della terra che obbedisca al padrone se esso non è presente. Un gatto vero avrebbe usato il letto senza pensarci due volte :D
     
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    Pensavo si trattasse dell'ennesimo manicomio ma fortunatamente non è stato così. Scritta davvero bene e capace di farsi leggere senza troppe difficoltà. Mi lascia un po' perplesso la frase che conclude il racconto; so che è stata messa per creare il colpo di scena finale, ma mi dà la sensazione che il protagonista non sapesse che fosse un gatto (e magari è pure così e non ci sarebbe nulla di male). Comunque sia, mi è piaciuta.
     
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    CITAZIONE (Professor Zapotec @ 7/10/2018, 16:08) 
    Bella. Anche se ho capito subito la natura bestiale del protagonista (però pensavo fosse un cane) ho apprezzato il resto. Però una cosa non mi torna: non credo esista gatto sulla faccia della terra che obbedisca al padrone se esso non è presente. Un gatto vero avrebbe usato il letto senza pensarci due volte :D

    Forse questo gatto era molto ubbidiente,oppure si credeva un cane :D
     
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    CITAZIONE (_DarkPrince_ @ 13/10/2018, 14:45) 
    Pensavo si trattasse dell'ennesimo manicomio ma fortunatamente non è stato così. Scritta davvero bene e capace di farsi leggere senza troppe difficoltà. Mi lascia un po' perplesso la frase che conclude il racconto; so che è stata messa per creare il colpo di scena finale, ma mi dà la sensazione che il protagonista non sapesse che fosse un gatto (e magari è pure così e non ci sarebbe nulla di male). Comunque sia, mi è piaciuta.

    Davvero non è un manicomio? E che è allora? :oessido:
    Comunque penso che il colpo di scena sia nel fatto che la padrona, essendo nella foto, sia morta.
     
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    CITAZIONE (Markrath @ 14/10/2018, 18:06) 
    Davvero non è un manicomio? E che è allora? :oessido:
    Comunque penso che il colpo di scena sia nel fatto che la padrona, essendo nella foto, sia morta.

    Pensandoci meglio, il fatto che il protagonista fosse un gatto NON vuol dire che la creepy non sia ambientata in un manicomio. :sisi:
    Per il secondo punto: sì e no. Cioè, si deduce che sia successo qualcosa alla padrona del gatto, ma l'utilità della foto, secondo me, è semplicemente per dire che il protagonista di questa creepypasta è un gatto e non un paziente del manicomio come fino a quel momento hai creduto.
     
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    CITAZIONE (_DarkPrince_ @ 14/10/2018, 20:52) 
    Pensandoci meglio, il fatto che il protagonista fosse un gatto NON vuol dire che la creepy non sia ambientata in un manicomio. :sisi:
    Per il secondo punto: sì e no. Cioè, si deduce che sia successo qualcosa alla padrona del gatto, ma l'utilità della foto, secondo me, è semplicemente per dire che il protagonista di questa creepypasta è un gatto e non un paziente del manicomio come fino a quel momento hai creduto.

    Veramente a quel punto della storia è stato già esplicitamente dichiarato, qualche rigo su, che il protagonista è un gatto.
     
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    Mio Dio, come leggo male le creepypasta! :wacko:
    Ma quindi, se la donna era già morta da tempo, chi l'ha accudito fino adesso il gatto?
     
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    CITAZIONE (Professor Zapotec @ 7/10/2018, 16:08) 
    Bella. Anche se ho capito subito la natura bestiale del protagonista (però pensavo fosse un cane) ho apprezzato il resto. Però una cosa non mi torna: non credo esista gatto sulla faccia della terra che obbedisca al padrone se esso non è presente. Un gatto vero avrebbe usato il letto senza pensarci due volte :D

    Si fidi Professore, gatti così esistono eccome! ;)
     
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    CITAZIONE (AndrePunkrocker @ 15/10/2018, 14:26) 
    Si fidi Professore, gatti così esistono eccome! ;)

    Non possono esistere, erano sicuramente altre entità travestite da gatti. Mi sembra l'unica conclusione logica.
     
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    CITAZIONE (Professor Zapotec @ 16/10/2018, 09:02) 
    Non possono esistere, erano sicuramente altre entità travestite da gatti. Mi sembra l'unica conclusione logica.

    Vuol dire, o Esimio Professore, che ho avuto ed ho in casa degli alieni travestiti? :D
     
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    CITAZIONE (AndrePunkrocker @ 16/10/2018, 11:50) 
    Vuol dire, o Esimio Professore, che ho avuto ed ho in casa degli alieni travestiti? :D

    O peggio. Se obbediscono vuol dire che ti stanno tenendo buono per chissà quale malevolo scopo. Anche i gatti hanno uno scopo malevolo (il dominio incontrastato), però siccome gli apri le scatolette non dovrebbero avere intenzione di ucciderti e tendono a preservare gli umani nella figura di schiavi.
     
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    CITAZIONE (Professor Zapotec @ 16/10/2018, 12:13) 
    O peggio. Se obbediscono vuol dire che ti stanno tenendo buono per chissà quale malevolo scopo. Anche i gatti hanno uno scopo malevolo (il dominio incontrastato), però siccome gli apri le scatolette non dovrebbero avere intenzione di ucciderti e tendono a preservare gli umani nella figura di schiavi.

    Hmmmm...
    Dovrò guardarmi le spalle allora!

    Comunque, per non andare troppo OT, la storia l'ho gradita assai!
     
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