Liberatemi

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  1. Dante †
         
     
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    Non so come sia successo, tutto quello che ho passato non ha ancora trovato spiegazione. Posso solo paragonare tutto ad una fitta nebbia che ti avvolge all'improvviso, ad un fragoroso silenzio che attraversa il tuo intero corpo. Dentro di te senti l'eco di mille urla, ma solo per un istante e uno soltanto. Racconterò tutto per come l'ho vissuto. Il mio primo errore è stato quello di aprire gli occhi, accorgendomi di non avere il controllo.

    Non potevo muovermi, non potevo chiedere aiuto, non potevo scappare da quella gelida e soffocante stretta all'anima. I miei occhi percepivano come delle figure distorte che a poco a poco prendevano forma trasformandosi in esseri terrificanti. È stato in quel preciso momento che il mio panico, la mia paura, si sono stranamente alleggeriti, creando un'emozione non ben definita.

    Lì ho ripreso il controllo, ma non del tutto; riuscivo ad urlare ma nessuno sembrava darmi ascolto, volevo scappare ma venivo trattenuto da questi esseri che continuavano a fissarmi. I loro occhi non lasciavano spazio a nulla, non riuscivo a percepire quello che provavano loro, quali fossero le loro intenzioni... Almeno fino a quando non hanno cominciato a farmi male, molto male. Non mi sfioravano nemmeno, sembrava quasi che volessero tenermi a distanza, e ormai ero certo che non volevano che scappassi.

    La mia sofferenza è stata causata dalle loro voci. Sono state le voci a farmi male, sento ancora il riverbero dei loro macabri versi nel profondo della mia mente; al tempo stesso sono state le voci a ridarmi il controllo più totale. Un'altra sensazione strana mi pervase fino al midollo.

    Quello non ero io.

    "Liberatemi!"

    Era tutto quello che riuscivo a dire, mentre lottavo, graffiavo, mordevo... Tutto inutile.

    Ogni mio sforzo di scappare sembrava ripercuotersi su di me, o almeno su quello che sembrava essere il mio corpo.
    Graffi, morsi, lividi... Ne ero pieno, ma non provavo dolore fisico. Ero rinchiuso in un enorme scatola circondato da mostri che sembravano volermi uccidere. Dovevo fare qualcosa.

    In quel momento l'ho sentito, un potere che mi ha permesso di poter raccontare tutto questo. Il potere della paura.
    Io ero la paura, ero diventato la loro paura. Cominciai ad urlare, a maledirli, e loro avevano paura di me!

    Li ho fatti agitare parecchio, si sono allontanati ancor di più da me, cercando di ferirmi con le loro voci e le loro insensate parole, allora io chiusi gli occhi e tutto divenne freddo. Di nuovo quella nebbia, che stavolta mi lasciava andare; di nuovo quel silenzio, che si faceva meno assordante.

    Ero libero.

    Spero solo che nessun altro demone come me debba passare quello che ho passato io.

    Era da un casino che non scrivevo, spero che la cosa non mi abbia penalizzato nello scrivere.
     
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19 replies since 4/12/2017, 03:14   453 views
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