Il caso dei fratelli Collyer

Accumulatori fino alla fine

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    Homer Lusk Collyer e Langley Collyer sono stati due eccentrici fratelli statunitensi nati verso la fine dell'800, famosi per la loro bizzarra ossessione e la loro altrettanto bizzarra (e terribile) dipartita.
    Entrambi nascono a New York a quattro anni di distanza, in una famiglia agiata: il padre Herman Livingston Collyer fa il ginecologo e la madre Susie Gage Frost, sua cugina di primo grado, è una cantante d'opera di talento. Entrambi i fratelli si laureano alla prestigiosa Columbia University, Homer in diritto della navigazione e Langley in ingegneria, dilettandosi in invenzioni stravaganti tra cui un'automobile Ford T modificata per produrre elettricità.
    Si trasferiscono ad Harlem, ai tempi un quartiere elegante, in un palazzo di quattro piani, dove inizia la loro ossessione e dove moriranno entrambi in circostanze estremamente sfortunate.

    Homer parla a dei poliziotti (sopra) Langley, quello con in mano il cappello (sotto)
    Homer_Collyer_1939Langley_Collier_with_attorney_1946



    Tutto parte con la separazione dei genitori: il padre si trasferisce altrove, mentre la madre resta con i due fratelli. Alla morte dell'uomo, nel 1923, ereditano tutti i suoi averi ed ha inizio l'accumulo: tutti gli oggetti presenti nella casa di Herman Collyer, definiti "spazzatura" da una donna che acquistò la casa del defunto, vengono sistemati nella loro abitazione di Harlem. Tutto quanto fu fatto entrare in quella singola casa, tra cui la Ford T, smontata per farcela stare.
    Quattro anni dopo muore la madre, lasciando anch'essa tutti i suoi averi ai figli, che continuano pazientemente ad accumulare ma a vivere vite normali, lavorando e frequentando amici. Ma la normalità non dura molto.

    La casa di Harlem
    collyer_house_1



    Nel 1929 iniziano i problemi ad Harlem: la grande depressione e gli scontri razziali marcano il drastico cambiamento del quartiere: non più di lusso, inizia a popolarsi e diventare un ghetto, caratterizzato dall'alto tasso di criminalità e scontri con la polizia. È in questo periodo che i fratelli Collyer subiscono un tentativo di rapina in casa e decidono di mettere sbarre alle finestre, creare trappole da piazzare in giro per la casa e barricarsi dentro per la maggior parte del tempo. Vivono delle eredità dei genitori e dei soldi guadagnati con il lavoro.
    In più, Homer, già reso zoppo da terribili reumatismi, diventa cieco dopo un'emorragia ai bulbi oculari e deve smettere di lavorare, affidandosi alle cure di Langley che idea per lui una dieta a base di arance, pane nero e burro d'arachidi: per lui i dottori erano inutili, la natura doveva fare il suo corso da sola.

    I fratelli, sempre più scostanti e misantropi, smettono di pagare le tasse, usando una stufa a cherosene per scaldarsi e cercando di riutilizzare la Ford T per la loro elettricità: Langley inizia a prendere l'acqua da una fontanella in un parco pubblico ed esce solo la notte tarda per comprare cibo, arrivando a percorrere quasi sei chilometri per acquistare il pane; colleziona giornali di tutti i tipi, con la speranza che, quando sarebbe guarito, Homer potesse leggerli e ragguagliarsi sulle cose successe mentre era disabile.
    Nel 1942, la banca invia degli uomini a svuotare la casa per rivenderla, dato che voleva sfrattare i fratelli per il mancato pagamento delle tasse: gli operai riescono a fatica ad aprire la porta principale, trovandosi davanti ad uno spettacolo inimmaginabile.

    L'interno di casa Collyer
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    Scatoloni pieni di carabattole e vecchi giornali sono impilati ovunque, in torri alte come i due uomini: ogni angolo della casa è coperto di oggetti di ogni tipo, da soprammobili a pianoforti, accatastati alla rinfusa. Trovano Langley in una "radura" in mezzo alla spazzatura e lui, furioso di quella invasione, compila un assegno che dà da portare alla banca, mandandoli via in malo modo. Da quel momento non accetta più visite o interviste e si fa vedere solo alla finestra per mandare via i curiosi o per rassicurare la polizia, che saltuariamente viene avvertita dai vicini della morte di uno dei due fratelli, probabilmente per vedere se avrebbero aperto la porta per osservare l'interno della casa.
    Una volta la polizia riesce ad entrare e, attraverso tunnel creati per passare attraverso i cumuli di roba, trovano Homer: è emaciato ma vivo, siede su un sacco di tela e tiene le gambe costantemente contro il petto perché, a detta sua, i reumatismi ormai gli impediscono di camminare. Anche lui scaccia gli agenti, arrabbiato per essere creduto morto.

    Langley Collier grida dalla finestra
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    Il 21 marzo del 1947, un anonimo chiama il distretto di polizia: c'è un cadavere nel palazzo e i miasmi iniziano a sentirsi nelle case vicine. Sette persone vengono inviate per entrare nella casa, dato che stavolta Langley non risponde dalla finestra, ma porte e finestre sono bloccate: l'unico modo per entrare è forzare una porta sul retro e buttare nel giardino pile e pile di oggetti. Una folla di curiosi si accalca sul luogo.

    Collyer_006___March_24_1947



    La casa è in uno stato ancora peggiore, gatti e topi girano liberi e pullula di nuova spazzatura, che gli agenti faticano a rimuovere. Poi, finalmente, trovano Homer: è seduto sul suo sacco di tela con indosso solo un accappatoio, le ginocchia perennemente piegate e il viso abbandonato sul petto. È morto di stenti da dieci ore e non può essere certo lui la causa del terribile odore, ma Langley non si trova.
    Da principio si pensa sia fuggito dopo la morte del fratello per la propria incuria, ma continuano i lavori per svuotare la casa: vengono trovati scheletri umani lasciati dal padre, tremila libri e altri giornali. In tutto, diciannove tonnellate di spazzatura vengono rimosse dal piano terra della casa.

    I pezzi dell'automobile
    collyer_brothers_brownstone_1947



    Un mese dopo, ad aprile, avviene la terribile scoperta: il cadavere di Langley, decomposto e parzialmente mangiato dai topi, viene rinvenuto a tre metri dal punto dove è morto Homer, schiacciato da pile di giornali. Aveva attivato una delle sue trappole ed era finito sotto l'enorme peso della carta, morendo asfissiato.
    I giornali dell'epoca ne parlano fino allo sfinimento, e numerose teorie e leggende iniziano a nascere sul loro conto.

    "Collyer muore come è vissuto"
    img_7183



    Il caso è stato così eclatante e bizzarro che la disposofobia, il disturbo di cui sicuramente soffrivano, viene chiamata anche "sindrome dei fratelli Collyer".
    Il sito dove sorgeva la loro casa è stato trasformato in un piccolo giardino dedicato a loro, per ricordarne la memoria e forse come monito per evitare che fatti simili accadano ancora.

    13540104_f520






    Edited by DamaXion - 7/8/2017, 09:16
     
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    Bel caso, ho notato qualche imprecisione; all'inizio non viene indicato il periodo temporale di cui si parla, bisogna aspettare la morte del padre per sapere una data, mentre nella parte "I fratelli, sempre più scostanti e filantropi" penso che sia "misantropi"
     
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    Ops, errore mio ho sbagliato termine
     
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2 replies since 6/8/2017, 12:11   377 views
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