Lithopedion

La storia di Zahra Aboutalib

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  1. Emily Elise Brown
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    Emily, ma sei bisessuale? ( ͡° ͜ʖ ͡° )

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    Il termine “lithopedion” (detto anche litopedion o litopedio) deriva dal greco λίθος (líthos = pietra) e παιδίον
    (paidion = bambino) ed è un raro fenomeno che si verifica quando un feto, durante una gravidanza extrauterina, muore ma, se ha già sviluppato l’apparato scheletrico, l’organismo materno non riesce a riassorbirlo. Se ciò avviene, nel feto si depositano sali di calcio che lo mummificano (dando origine al lithopedion); nel caso in cui venisse coinvolto anche il sacco gestazionale, si parla di chelifolithopedion.

    Il caso più conosciuto è quello di Zahra Aboutalib.

    Nel 1955 in un piccolo villaggio poco lontano da Casablanca, all’età di ventisei anni Zahra era incinta del suo primogenito. Dopo quarantotto ore di doloroso travaglio, la donna si recò nell’ospedale locale, dove i medici le dissero che avrebbe dovuto affrontare un parto cesareo, poiché le condizioni del feto non le avrebbero permesso di eseguire un parto naturale. Sfortunatamente, mentre era in ospedale Zahra vide una donna morire dopo un parto cesareo e, spaventata dal fatto di poter subire la stessa sorte, lasciò l’ospedale.

    Nei giorni seguenti la giovane continuò ad avere doglie lancinanti, ma il bambino non uscì mai dal suo ventre e, dopo qualche altro giorno, il dolore cessò ed il feto smise di muoversi.
    Nella cultura marocchina si crede che un bambino possa “addormentarsi” nel ventre materno per proteggere l’onore della stessa. Zahra credette a questo mito e non pensò più alla sua gravidanza, adottò tre bambini che la fecero diventare nonna.

    All’età di settantacinque anni (2001) il dolore ritornò. Il figlio di Zahra iniziò a preoccuparsi e decise di portare la madre in ospedale per farle vedere uno specialista. Andarono a Rabat dove incontrarono il Professor Taibi Ouazzani, il quale sospettava che il gonfiore dello stomaco della donna fosse causato da un tumore ovarico, perciò le fece un'ecografia. Tale esame rivelò una massa che il medico non riuscì ad identificare. Indirizzò la donna da uno specialista e, dopo una risonanza magnetica molto dettagliata, si scoprì che quella massa era il bambino che Zahra aveva concepito quarantasei anni prima.

    La donna aveva una gravidanza ectopica. In pratica l’ovulo si era impiantato nelle tube di Falloppio e, quando crebbe, le ruppe e continuò a svilupparsi nella cavità addominale della madre. Riuscì a sopravvivere poiché la placenta si era attaccata agli organi che circondavano lo stomaco.

    Il Professor Ouazzani, dopo aver studiato attentamente il caso ed aver valutato i rischi, decise di estrarre il feto dal ventre della donna. Dopo circa quattro ore di intervento estrassero il bambino calcificato, il quale pesava circa 3175,15 gr. e misurava 42 cm.

    Feto calcificato
    Feto calcificato aperto per mostrare gli organi (sopra) Feto calcificato intero (sotto)

    Un altro caso analogo è quello di Huang Yijun, di novantadue anni, una donna del Sud della Cina.
    Huang dichiarò alla stampa che non aveva i soldi per asportare il feto dopo che i medici le dissero che era morto nel 1948, perciò visse con il cadavere calcificato del figlio fino al 2009.


    Huang Yijun





    Edited by & . - 11/9/2020, 20:25
     
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5 replies since 24/3/2017, 16:36   913 views
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