Il soldato scomparso

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  1. Ame_Spartan
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    Con la fine della guerra la NATO creò delle organizzazioni paramilitari clandestine allo scopo di contrastare con atti di guerriglia sia un'eventuale discesa dell'Armata Rossa in terra europea, sia una ben più temuta rivoluzione (o elezione) comunista all'interno degli stessi paesi europei.

    Nel caso italiano, questa organizzazione era nota come Gladio. I cosiddetti "gladiatori" erano uomini, spesso membri delle forze armate, delle forze dell'ordine, o di gruppi di estrema destra. L'organizzazione contava più di mille uomini, che venivano addestrati presso il Centro Addestramento Guastatori, una base in Sardegna allora segreta, situata pochi chilometri a sud di Alghero, e tuttora utilizzata per addestrare le forze speciali italiane, quelle NATO, o di altri paesi alleati.

    Fra le tante voci e leggende che girano nelle caserme, questa è fra le più inquietanti:

    Si narra che nel 1973 un caporale, al tempo di stanza lì, cominciò a dare segni di paranoia. Inizialmente i compagni attribuivano il tutto alla durezza spossante dell'addestramento e alla carenza di sonno. Poi anche altri cominciarono a notare cose; un sergente paracadutista, una sera verso le ventitré, era seduto a un tavolo della mensa a esaminare alcune carte della zona, quando sentì come un flebile grattare alla finestra. Fece per voltarsi e poté solo intuire una sagoma nera sgusciare via con la coda dell'occhio. Si avvicinò alla finestra, la aprì, si sporse, controllando nella direzione verso quella sagoma pareva essere andata. Niente. Un qualche animale, pensò.

    Fece appena in tempo per tornare a sedersi, ma dopo qualche secondo sentì un urlo disperato e delle furiose raffiche di mitra. Si precipitò fuori nel cortile per capire cosa stava succedendo, trovando anche gli altri soldati che, svegliati dal frastuono, si erano precipitati fuori per capire anch'essi. In pigiama, ma armati. La sentinella, il giovane caporale che per primo aveva dato segni di squilibrio, stava fissando un punto sulla cima del muro di cinta, con gli occhi sbarrati, mentre con la mano cercava istericamente di sparare con un'arma ormai scarica a un bersaglio che chiaramente non c'era più.

    Alla richiesta di chiarimenti, il caporale rispose solo con farfugli e balbettii incomprensibili, intervallati solo da disperati "striscia sulle braccia", "occhi rossi come sangue" e altre frasi dettate dalla follia. Il soldato fu riformato per schizofrenia paranoide.

    L'addestramento continuava, ma il plotone sembrava turbato da quell'accadimento. Il personale di addestramento della base rassicurava le loro "vittime", talvolta fino a definirli dei bamboccioni impressionabili e creduloni. Il sergente però restava in pensiero, continuava a domandarsi se fosse possibile che ci fosse un collegamento tra ciò che gli sembrava di aver visto dalla finestra e la reazione della sentinella.

    Una sera, verso il tramonto, durante un addestramento nel bosco qualche chilometro a Est della base, una squadra si trovò a dover aggirare una grossa pietraia. Inoltrandosi nel bosco, il caposquadra diede ordine di fermarsi. Si voltò verso i suoi compagni, guardando i loro visi. Non vedeva solo la consueta concentrazione di quelli addestramenti, necessaria per la loro buona riuscita, ma anche tensione e una certa... inquietudine. Anche loro avevano capito che qualcosa non andava. Restarono in silenzio, in ascolto. Nulla. Era questo il punto: non si sentiva nulla. Non un cinguettio d'uccello, non un ronzio d'insetto, né squittii di roditori. Il mitragliere emise un breve sibilo, richiamando l'attenzione del caposquadra, poi portò l'indice e il medio agli occhi e poi indicò un punto una ventina di metri più a nord, puntando nel contempo la Minimi nella stessa direzione. Ciò che il caposquadra vide fu tanto confuso quanto inquietante. Fece solo in tempo a vedere una sagoma scura come la notte dileguarsi come un lampo nella boscaglia, notando solo dei riflessi rossastri all'altezza di ciò che sembrava essere la testa della creatura.

    Una volta scomparsa rimasero qualche secondo fermi a osservare, cercando di riuscire a scorgerla nuovamente tra i cespugli. Niente. Proseguirono nelle loro attività e la sera stessa riportarono l'accaduto al sergente, il quale riferì all'ufficiale in comando. Quella notte fu predisposta una massiccia operazione di ricerca, sfruttando quasi la totalità del personale della base. Diversi plotoni setacciarono il bosco in completo silenzio fino a notte inoltrata, alcuni avvalendosi anche degli allora pochi e sperimentali occhiali per la visione notturna. Verso le tre del mattino iniziò un violento temporale, mentre una squadra si trovò sul fianco di una collinetta a dover salire lungo una riva, per poter poi attraversare la radura sovrastante. La pioggia aveva trasformato la terra in fango scivolosissimo, tanto che uno dei soldati perse l'appiglio e rotolò giù. I suoi compagni si voltarono per seguirne la caduta, mentre quello cadeva rimbalzando sul fango e sul fogliame del sottobosco. Arrivato al fondo, video due luci rosse accendersi a una decina di metri da lui, mentre si riusciva a intravedere una sagoma quadrupede ma comunque umanoide attorno ad essi. Quando se ne accorse, il soldato estrasse la pistola dalla fondina e iniziò a sparare furiosamente verso la creatura mentre questa si avvicinava a lui lentamente, contorcendo la sua appena intuibile sagoma. Sparavano anche i compagni, da sopra, ma la creatura rimaneva immobile e imperturbabile, finché scattò all'improvviso, come una freccia, trascinando con sé anche il soldato.

    A nulla servirono le ispezioni sul luogo alla ricerca di tracce fisiche sul terreno che potessero condurre a un eventuale rifugio della creatura.
    Il comando archiviò il tutto come diserzione.

    Da quel giorno non si ebbero più segnalazioni della creature, né traccie del soldato.

    Edited by Fiech95 - 13/9/2016, 11:07
     
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