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Dimèck.
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Jesse H. Pomeroy 
Di questi tempi siamo abituati a sentire storie su come gli assassini e i torturatori siano sempre più giovani, ma in fondo questo fattore è sempre stato una costante, a prova di ciò riporto la storia di Jesse Harding Pomeroy, uno dei più giovani serial killer mai esistito.
Jesse è nato il 29 novembre del 1859 nei bassifondi della Boston Sud. Aveva diversi difetti fisici, tra cui il labbro leporino e un occhio completamente bianco. E’ molto probabile, inoltre, che soffrisse di un qualche tipo di ritardo mentale. Vivendo in un quartiere del genere, in un’epoca in cui queste diversità erano considerate opere del demonio, non possiamo nemmeno immaginare gli abusi fisici e psicologi che subì questo ragazzo durante la sua infanzia.
Il padre di Jesse, Charles Pomeroy, era un ubriacone che aveva l’abitudine di picchiare i due figli con un frustino per cavalli.
Nell’intervallo di tempo tra il 1871 e il 1872, Jesse catturò e aggredì sette bambini, tutti più giovani di lui. Era solito portare le vittime in un posto appartato, dove le spogliava e legava, per poi frustarle.
Le prime vittime venivano severamente picchiate con pugni e calci, finchè il loro corpo non era ricoperto da lividi e contusioni, ma in seguito Jesse cominciò ad utilizzare il coltello, con il quale feriva ripetutamente i poveri disgraziati che cadevano fra le sue braccia.
A causa del suo aspetto, la polizia non ebbe difficoltà a individuarlo e portarlo in riformatorio (la West Borough Reform School) con una condanna di nove anni, condanna di cui scontò solamente una piccola parte, dato che fu rilasciato per buona condotta solamente due anni dopo. Ora Jesse era pronto per uccidere, infatti, se le vittime non fossero rimaste in vita, la polizia non avrebbe mai potuto individuarlo. Era così semplice.
Nel marzo del 1874 fu denunciata la scomparsa di Mary Curren. La bambina di soli dieci anni aveva purtroppo passato diverse ore in compagnia di Jesse, prima che lui si stufasse del suo nuovo giocattolino e la uccidesse.
Appena un mese dopo, il nostro assassino trovò una nuova cavia, un bambino di quattro anni di nome Horace Mulin. Jesse lo portò in una palude fuori città dove lo colpì violentemente con il coltello finchè non lo uccise. Il bambino era quasi stato decapitato.
Quando la polizia trovò il corpo del piccolo Horace, non impiegarono molto a restringere la lista dei sospettati e, in cima ad essa, c’era proprio Jesse.
Quando la polizia lo arrestò, il ragazzo aveva con sé un coltello macchiato di sangue, i suoi pantaloni erano sporchi di fango e le impronte delle sue scarpe coincidevano con quelle rilevate sulla scena del crimine.
La polizia quindi gli chiese se fosse stato lui ad uccidere il bambino, la sua risposta fu: “Credo di averlo fatto io.”
Nel luglio di quello stesso anno, sua madre decise di trasferirsi e il padrone di casa ne approfittò per ristrutturare l’abitazione, cominciando con un scavo nelle fondamenta che si concluse con il ritrovamento del corpo Mary Curren. Jesse ammise di aver ucciso anche quella bambina, aggiunse alla sua lista altri 27 vittime, di cui 12 sepolte nei dintorni della casa della madre.
Senza una vera e propria difesa, Jesse fu condannato alla pena di morte, ma lo Stato si rese conto che era una pena troppo dura per un quattordicenne ritardato e commutò la sentenza in una condanna a vita, da scontare in isolamento.
Dopo 41 anni in una cella singola e innumerevoli tentativi di suicidio, Jesse fu trasferito in un ospedale psichiatrico, dove vi morì nel 1932 all’età di 72 anni.
Fonti:
Edited by Dimèck - 25/1/2015, 18:44. -
Bark.
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Oltre 27 omicidi a soli 14 anni, assurdo.
RC.. -
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RC appena correggi, un ottimo RC oserei dire. . -
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Ripulisco e smisto. .
