Harv(e)y Louis Carignan

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    Nota: Nella fonte il nome è riportato come Harvey, e lo stesso vale per varie fonti sul web. In prigione, però, è riportato come Harvy: X


    “Quel ragazzo è un fottuto demone! Avrebbero dovuto friggerlo anni fa: la gente si sarebbe messa in coda per premere l'interruttore. Poi, una volta cadavere, trafittogli il cuore con un palo, lo avrebbero seppellito. Una settimana più tardi, qualcuno lo avrebbe senz'altro riesumato, infilzandolo nuovamente con una pertica, giusto per essere certo che il suo trapasso fosse ineluttabile!”
    (Ruyssel J.Kruger | Investigatore capo, Minneapolis)



    Minneapolis, 24 Settembre 1974, primo mattino.
    Il sole era sorto e i poliziotti Robert Nelson e Robert Thompson circolavano a bassa velocità lungo la 38esima, quando notarono una Chevrolet Caprice del 1968, tinteggiata in un inconsueto abbinamento cromatico – nero e verde pisello – in sosta innanzi a un ristorante. Thompson, fatto rapidamente il giro del caseggiato, attese che il collega controllasse quanto riportato sul bollettino di polizia emesso il giorno precedente: “E' questa!” concluse Nelson “I dettagli sulla macchina coincidono. Ora dobbiamo solo trovare il conducente. Secondo quanto segnalato, è un ragazzo di corporatura massiccia”.
    I due agenti si soffermarono a esaminare dal vetro l'interno dell'auto. Le loro certezze trovarono conferma quando si avvidero di una coperta rossa, di materiale pornografico, di una bibbia e, vicino al cambio, di diversi pacchetti di Marlboro, tutti elementi che la vittima di uno stupro aveva riportato, nella descrizione del mezzo del suo assalitore. Mentre Nelson trasmetteva per radio le proprie coordinate, chiedendo rinforzi, Thompson entrò nel ristorante, interrogando il proprietario in merito al conducente del mezzo: “Certo, era qui” rispose quello “ma non appena vi ha visti, è fuggito dall'uscita sul retro”.
    Pochi minuti dopo, Harvey Louis Carignan venne fermato, interrogato e infine trattenuto per omicidio e stupro. Con oltre cinquanta omicidi a suo carico, uno dei più depravati serial killer americani cessava così di mietere vittime.

    “Perfino ora, mi pare che la mia infanzia, incredibilmente breve, non sia durata che pochi, fuggevoli istanti. Nulla vi ritrovo a cui restare avvinghiato, nulla su cui volgere un tenero rimpianto. Tra il passato e il presente non vi è altro che un inferno di disperazione” (Carignan, da una lettera all'autore datata 14 Aprile 1993).
    Nato il 18 Maggio del 1927, nel quartiere meno rispettabile della città di Fargo, Nord Dakota, come molti altri serial killer, Harvey, figlio illegittimo, non conobbe mai il padre. Sua madre, Mary, che lo mise al mondo all'età di vent'anni, pareva del tutto incapace di prendersi cura di quel bambino malaticcio, così inadeguato a una crescita sana e vigorosa.
    Per questo, nel 1930, durante la fase cruciale della Grande Depressione, la donna soleva affidare il piccolo a chiunque si mostrasse abbastanza generoso da occuparsene. Sballottato dapprima tra Erode e Pilato e successivamente da una scuola all'altra, Harvey non ebbe alcuna possibilità di intrecciare profonde radici familiari, né poté godere di una solida educazione.
    Ben presto, durante gli anni della formazione, sviluppò un fastidioso tic facciale e seguitò a bagnare il letto fino all'età di tredici anni. Contrasse altresì la malattia denominata Ballo di San Vito o Corea infantile, un'affezione che si manifesta con incontrollati e dolorosi spasmi muscolari. All'età di dodici anni fu rinchiuso nel riformatorio di Mandan, dove, secondo il casellario giudiziario dell'FBI, rimase per sette anni. In seguito, dichiarò di essere stato fin da bambino costantemente angariato e di aver subito abusi sessuali da parte di una delle insegnanti. In una lettera datata 12 Giugno 1993, scrive “... avevo un'insegnante che, seduta sul mio banco, mi costringeva a scrivere con lei storie sconce. Avevo all'incirca 13 o 14 anni all'epoca -mostrami un ragazzino di quell'età che non sarebbe consenziente ed entusiasta di fronte alla possibilità di scambiare frasi porno con la propria insegnante. Per quanto non potessi allungare una mano su di lei senza essere schiaffeggiato, amava trattenermi dopo la lezione: in piedi, innanzi a lei, dovevo osservarla masturbarsi, mentre mi ricopriva di ingiurie e fantasie su quello che mi avrebbe fatto – nessuna delle quali, purtroppo, venne realmente concretizzata! -. Quella puttana neppure mi concedeva di masturbarmi con lei. Non appena provavo a estrarre il pene, mi picchiava a sangue. Aveva due enormi mammelle, ma oltre a quello, di lei non ricordo altro se non la sua smisurata crudeltà”.
    Harvey Carignan trascorse l'intera adolescenza alla casa di correzione di Mandan poi, nel 1948, ormai ventenne, si unì all'esercito statunitense, che lo accolse a braccia aperte. Grazie alla dieta ricca di carboidrati e ben bilanciata del riformatorio, infatti, il magro e debole ragazzino, che, si suppone, abbia subito abusi sessuali e psichici fin dall'età di quattro anni, era infatti mutato in un forte, robusto e ben nutrito giovane uomo.
    Un anno più tardi, e, per la precisione, la sera del 31 Luglio 1949, Carignan diede inizio alla sua lunga carriera omicida, con l'assassinio, a seguito di un tentativo di stupro, della cinquantasettenne Laura Showalter in un piccolo parco di Anchorage, Alaska.
    Il decesso pervenne rapido, a seguito di ripetuti fendenti al capo, che le causarono terribili fratture celebrali. Sul volto della vittima, deformato dal mento alla fronte, ossa e tessuti apparivano ridotti in poltiglia. “L'assassino deve essere incredibilmente forte” asserì un poliziotto “con un pugno ha prodotto nel cranio della vittima la medesima spaccatura che un razzo potrebbe causare alla lamiera di un carro armato!”.

    Venerdì 16 Settembre, Carignan tentò, senza successo, di stuprare una giovane di nome Dorcas Callen. Il soldato, palesemente ubriaco per quanto fossero solo le undici del mattino, la avvicinò nei pressi di una taverna in Anchorage Street, chiedendole di fare un giro con lui.
    Al rifiuto della ragazza, egli seguitò a importunarla: “Hey, credo di conoscerti!”.
    “Lasciami perdere” lo pregò lei “noi non ci conosciamo”.
    Innanzi all'insistenza dell'uomo, Dorcas, nel ricordare il recente omicidio di una donna avvenuto poco lontano, fu colta dal panico. D'altro canto, il ripetuto diniego della ragazza suscitò l'ira di Harvey che la afferrò, tentando di trascinarla lontano dalla strada. I due, rotolati in un fosso, lottarono furiosamemente: l'uomo le fu sopra e in un attimo cercò di strapparle i vestiti. Dorcas si difese ostinatamente, tentando di trovare un appiglio sulle pareti scivolose del canale. Nonostante la forza dell'uomo, la ragazza riuscì a fuggire e a raggiungere la taverna, dalla quale chiamò la polizia.
    In ospedale, nonostante i lividi e il sangue che le ricoprivano il volto, fu costretta a rivivere, nei dettagli, il terrore dell'aggressione: “Sembrava uscito da un girone infernale, la sua furia non era umana, pareva guidata da un demone” raccontò.
    La sua descrizione condusse, quello stesso giorno, all'arresto di Carignan, che, accusato anche dell'omicidio di Laura Showalter, nel 1950 affrontò il processo, presieduto dal giudice George W. Folta, presso la Corte distrettuale per il Territorio dell'Alaska. Portando l'accusa, come principale prova a carico, la confessione dell'omicidio fatta dallo stesso imputato al maresciallo Harring, la sentenza di morte fu praticamente immediata.
    In realtà, durante l'appello alla Corte suprema degli Stati Uniti, i giudici Reed, Douglas, Black e Frankfurter concordarono sul fatto che il verdetto di colpevolezza fosse attribuibile a un'infrazione del McNubb Rule.
    In base a questo, la confessione di Carignan, ritenuta inammissibile, fu tolta dagli atti e la sua sentenza commutata in 15 anni di detenzione. Il prigioniero fu trasferito dalla prigione di Steward in Alaska al penitenziario sull'isola McNeil, nello stato di Whashington.
    Durante l'intervista, Carignan dichiarò: “Laura Showalter, Doras Callen? Nomi che non significano niente per me!”.
    Il 13 Settembre 1951, Carignan fu trasferito alla prigione di Alcatraz, in California, dove rimase nove anni. Il 2 Aprile 1960, all'età di 32 anni, ottenne la libertà condizionata.
    Ad eccezione dei pochi anni trascorsi nell'esercito, la sua reclusione perdurava dall'età di 12 anni.

    Non appena sbarcato sulla banchina di San Francisco, avvolto in un abito economico rilasciatogli dall'istituto carcerario, rimase qualche minuto immobile, contemplando la piccola scialuppa allontanarsi nella baia alla volta de “La Roccia”, noto soprannome per la prigione di Alcatraz. Poi, salito su un treno per Duluth, Minnesota, si recò da uno dei suoi tre fratelli.
    Quattro mesi dopo, il 4 Agosto 1960, fu nuovamente arrestato per furto con scasso di terzo grado e tentato stupro. Per sua fortuna, quest'ultima accusa decadde per mancanza di prove; in caso contrario, egli sarebbe probabilmente finito in prigione per il resto dei suoi giorni. In ogni caso, la violazione della libertà vigilata gli costò una condanna a 2.086 giorni di reclusione da scontare nel carcere federale di Leavenworth, Kansas.
    Rientrato nella comunità nel 1964, si spostò a Seattle, dove, in data 2 Marzo, si ha una sua registrazione come condannato rilasciato sulla parola n. C-5073.
    Il 22 Novembre di quello stesso anno, fu tratto in arresto dallo sceriffo di King County per accattonaggio e furto con scasso di secondo grado.
    Il 20 Aprile 1965 lo vede ancora una volta sulla banchina, dopo aver ricevuto una condanna di 15 anni da scontare nel Penitenziario statale di Walla Walla, a Washington. Rinchiuso in una delle più antiche prigioni degli Stati Uniti, Carignan decise di dedicare il proprio tempo a migliorare la sua scarsa istruzione. La meticolosa applicazione agli studi gli valse il massimo dei voti e, conclusi questi, rivolse il suo interesse al giornalismo, con una dedizione che suscitò una profonda impressione sui tutor che lo seguivano.
    Eppure, il suo lato oscuro, tutt'altro che scomparso, riemergeva ogniqualvolta si ritrovava in solitudine. Ai compagni di detenzione confessava le proprie perverse fantasie su giovani e nubili ragazze, la sua ossessione per la “carne fresca”, sostenendo, come seguita a fare tutt'oggi nonostante la veneranda età, che le ragazzine rimarranno per sempre all'apice dei suoi desideri.
    In realtà, quando Harvey uscì per l'ennesima volta dal carcere, aveva già raggiunto la mezza età e questo, unito al fatto che fosse un ex detenuto e alle sue caratteristiche fisiche, faceva sì che le sue probabilità di successo nel corteggiare adolescenti fossero assai remote.
    Dovette pertanto accontentarsi di sposare Sheila Moran, divorziata, madre di tre figli e residente nel Ballard, quartiere scandinavo di Seattle. La donna, proveniente da una buona famiglia, si rese però ben presto conto di non potersi fare alcuna illusione sulla personalità del marito, che tornava sempre a notte fonda e trascorreva tutto il tempo a bighellonare con un gruppo di spostati, correndo a rotta di collo con la sua auto.
    L'aggressione, da parte di Carignan, all'anziano zio della moglie fu semplicemente la goccia che fece traboccare il vaso: impacchettati i suoi effetti personali e presi i bambini, Sheila lo abbandonò. Appena in tempo, giacché egli, stabilito di ucciderla, la attese per tutta la notte stringendo convulsamente tra le mani un martello.
    Il 14 Aprile 1972, Harvey contrasse un nuovo matrimonio, questa volta con Alice Johnson, un'ottusa e scialba trentenne, la quale si era ingenuamente convinta di aver trovato in lui un marito di saldi principi e un eccellente lavoratore. Alice aveva due figli, nati da un precedente matrimonio, Billy, di undici anni, e Giorgia, splendida quattordicenne che ben presto attirò la lussuriosa attenzione del patrigno. In quel periodo, egli aveva preso in gestione, dalla compagnia Time Oil, un distributore di metano. Ben presto, la moglie scoprì che una serie di giovani fanciulle si avvicendavano in continuazione alle pompe e che nessuna di loro rimaneva per un periodo di tempo superiore a pochi giorni. Questo strano comportamento fece sorgere in lei dei sospetti, rapidamente confermati dal diffondersi di pettegolezzi in merito all'ossessione del marito per le adolescenti: i suoi approcci erano caratterizzati, per lo più, da osservazioni e proposte oscene. Allorché Alice si azzardò a rimproverarlo aspramente, quegli, infuriato, prese a inveirle contro, picchiando Billy e lanciando occhiate sinistre alla spaventata figliastra. Ovviamente, anche quel matrimonio ebbe fine.
    Il 15 Ottobre 1972, vicino al monte Vernon, nello Stato di Washington, Carignan violentò e uccise l'adolescente Laura Brock.
    Un annuncio di lavoro apparso sul Seattle Times, il primo Marzo 1972, avrebbe successivamente fornito l'iniziale anello di congiunzione per una catena di raccapriccianti accadimenti. La richiesta di personale alla stazione locale di metano attirò l'attenzione della quindicenne Kathy Sue Miller. In realtà, lei cercava lavoro per il suo ragazzo, Mark Walzer. Eppure, quando al telefono le fu specificato che si cercava personale femminile, decise di incontrare quell'uomo, cui diede indirizzo e numero telefonico, accettando di incontrarlo dopo la scuola. Si accordarono per vedersi all'esterno del Sears Building di Seattle da dove si sarebbero diretti, con la macchina di lui, sul posto di lavoro per compilare il verbale di assunzione.
    La madre di Kathy, innanzi all'accordo preso dalla figlia, si mostrò piuttosto preoccupata. Oltre a non approvare il fatto che la ragazza avesse dato a uno sconosciuto telefono e indirizzo, non concordava sul fatto che ella salisse sulla sua auto. Nella sua mente si era delineata l'immagine dell'articolo uscito pochi mesi prima sul giornale in merito allo stupro e all'omicidio di Laura Brock: “Sai come la penso Kathy” la mise in guardia “non azzardarti a incontrare quell'uomo!”.
    Con impazienza, la ragazza, prima di allontanarsi con i libri di scuola tra le braccia, promise di non farlo. Preso lo stesso autobus, la madre osservò la bella Kathy scendere alla fermata più vicina alla scuola superiore Roosevelt e voltarsi indietro per salutarla, sorridendole per l'ultima volta.
    Quel pomeriggio, la ragazza, disobbedendo infatti alla madre, incontrò Carrignan come stabilito. Nel vedere la ragazzina dal fisico atletico e i lunghi capelli biondi che le ondeggiavano sulle spalle, il cuore dell'uomo perse un colpo. Kathy, occhi verdi e una spruzzata di lentiggini a ricoprirle la candida pelle, indossava un grembiule blu e bianco, abbinato con camicetta e calzamaglia dello stesso colore.
    La sua prima impressione di Harvey, sportosi sul sedile del passeggero per aprile la porta, fu decisamente poco edificante. Oltre all'aspetto tutt'altro che piacevole, le molteplici rughe che ne segnavano il volto lo facevano apparire molto più vecchio di quanto realmente fosse. La sua espressione era solitamente arcigna e, per sorridere, necessitava di un immane sforzo.
    In quel momento, però, fatto sfoggio del massimo fascino possibile, disse: “Ciao, tu devi essere Kathy!”
    “Sì!” rispose lei sorridendo “sono proprio io!”.
    Fattole segno di salire in macchina, Harvey aggiunse: “Dobbiamo semplicemente riempire il formulario che ho in ufficio, questione di pochi minuti, poi ti riporto a casa!”.
    Kathy sembrava a disagio: “Mia mamma non è molto contenta di questo” spiegò.
    Innanzi alla reticenza della ragazzina, Harvey cambiò tattica: “Beh, non posso certo biasimarla. Anch'io ho dei bambini. Sono sposato con una donna adorabile. Davvero non posso certo rimproverare tua madre per le sue attenzioni!”.
    Le rassicurazioni dell'uomo sortirono effetto: “Mi assicura che non ci saranno inconvenienti?”.
    “Assolutamente! Se vuoi, quando ti riaccompagno, verrò a conoscere tua madre”.
    In realtà, nessuno ebbe più modo di vedere Kathy Sue Miller viva.
    In seguito alla sua scomparsa, Carignan, il cui comportamento violento era ben noto, fu interrogato, ma non furono trovate prove a suo carico.
    Infine, sabato 3 Giugno, due sedicenni, che viaggiavano sui motorini lungo la Riserva Tulalip, poco a nord di Everett, trovarono un corpo nudo avvolto in una plastica nera. Lo stato di putrefazione era tale che, a prima vista, fu difficile perfino riconoscerne il sesso. Durante l'autopsia, solo l'impronta dentale permise di identificare Kathy. Molteplici fratture al cranio testimoniavano un pesante pestaggio da parte dello spietato assassino.

    Neppure il ritrovamento del corpo permise l'arresto di colui che in seguito fu definito Harvey il Martello. Quegli si trasferì rapido in Colorado e, successivamente, a Minneapolis, in Minnesota, dove, il 4 Agosto 1974, uccise Eileen Hunley, il cui corpo fu ritrovato il 18 Settembre nella contea di Sherburne.
    In merito a questo omicidio, Carignan commentò: “Considerandola mia di diritto, la fermai lungo la strada. Pensavo fosse giusto farle conoscere l'uomo nero... Le sbattei la testa contro il palo della luce, schiacciandole il volto contro il coperchio di un tombino, finché non fui certo del suo decesso. Infine, cercai di darla in pasto ai maiali!”.
    Gli ultimi mesi del 1974 furono contrassegnati, in Colorado come in Minnesota, da una lunga serie di aggressioni sessuali commesse ai danni di autostoppiste. Coloro sopravvissute descrissero un uomo dalla corporatura massiccia, che mulinava un martello sopra le loro teste.
    Sette le ragazzine decedute.
    L'8 Settembre, un'autostoppista, incautamente salita sull'auto di Carignan, fu condotta in una zona rurale, aggredita e colpita alla testa con l'impugnatura di un martello. La vittima, abbandonata in un campo, riuscì a sopravvivere, fornendo agli investigatori una calzante descrizione del suo aggressore e dell'auto che guidava.
    Pochi giorni dopo, il 14 Settembre, Carignan diede un passaggio a Roxanne Wesley, la quale aveva avuto un problema con la sua auto. Offertosi generosamente di aiutarla, l'uomo la condusse in una zona boschiva, dove la violentò ripetutamente, arrivando a penetrarla con il manico del martello, prima di colpirla alla testa. Ritenendola morta, l'uomo si allontanò, senza sapere che la giovane donna, ancora viva, sarebbe in seguito riuscita a raggiungere la strada, mettendosi in salvo.
    Anch'essa riuscì a fornire una dettagliata descrizione del killer e del veicolo.
    Il 19 Settembre del medesimo anno, due autostoppiste adolescenti riportarono di essere state abbordate da uno sconosciuto, il quale, condottele in campagna, aveva minacciato di stuprarle e ucciderle. Una delle due, colpita alla bocca, accusava alcuni denti rotti. Le ragazzine erano riuscite a scappare, gettandosi fuori dall'auto nel momento in cui l'uomo in prossimità di un incrocio era stato costretto a rallentare. La loro descrizione dell'aggressore coincideva perfettamente con quella delle precedenti vittime.
    Il giorno successivo, la denuncia di due teenager comparve sul tavolo della polizia di Minneapolis. Le ragazze erano state avvicinate da un uomo, il quale aveva offerto loro 25 dollari ciascuna se lo avessero accompagnato a ritirare un veicolo nel nord Minnesota, guidando poi fino a Minneapolis. Nel tragitto, l'uomo le condusse in una zona boschiva, chiedendo a una di loro di seguirlo nel folto della vegetazione, presumibilmente per prendere possesso dell'altro mezzo. Afferrata una tanica di benzina e un cacciavite, i due si erano così allontanati nella foresta. Poco dopo, udite delle grida strazianti, la ragazzina rimasta in macchina corse a cercare soccorso e, raggiunta un'abitazione, fu avvisata la polizia locale. La sua amica fu ritrovata, priva di sensi ma ancora in vita, con diverse ferite alla testa provocate da colpi di martello.
    La descrizione de balordo parve perfettamente compatibile con Carignan.
    Il 21 Settembre, venne ricevuto un ulteriore rapporto di un'aggressione molto simile a quelle riportate sopra, in cui la vittima era sopravvissuta. Finalmente, pochi giorni dopo, Carignan fu tratto in arresto.

    Harvey Louis Carignan, conosciuto come “Harvey il Martello” o “Il killer delle inserzioni” risiede attualmente dietro le cupe mura dell'Istituto Correzionale di Stillwater, Minnesota, la struttura di massima sicurezza più grande dello stato.

    Dal momento che in Minnesota nessuno, indipendentemente dal numero e dalla gravità dei crimini commessi, può essere rinchiuso in prigione per più di 45 anni, Harvey possiede attualmente i requisiti per ottenere la libertà condizionale. Ha perfino un'amica di penna, la trentenne Gloria Pearson, condannata per i ripetuti abusi e l'uccisione del figlio.
    Una coppia decisamente ben assortita.

    Fonte: "Le ragioni del male" di Christopher Berry-Dee
     
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  2. Roger Rabbit
         
     
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    MIO D... peggio di Ed Kemper! :overdose:
     
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    Sono scioccata.
     
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  4. Eyeless Kristel
         
     
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    no, cioè ancora quest'uomo è vivo? Ditemi di no, perché se è così... non merita nemmeno di esistere sulla faccia della terra...
     
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    Sì è vivo e in prigione
     
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    Un resoconto troppo romanzato, ad esempio come cavolo si fanno a sapere le prime impressioni verso l'assassino di una ragazza che è morta?
    Immagino che Christopher Berry-Dee abbia "colorato" i racconti per renderli più avvincenti...
     
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    Bhe, non ci vuole molto a immaginare la reazione di una ragazzina di fronte a un uomo così che ti invita a fare un giro sulla sua auto, non serve "colorare" molto
     
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    CITAZIONE (Shira™ @ 14/9/2014, 01:13) 
    Bhe, non ci vuole molto a immaginare la reazione di una ragazzina di fronte a un uomo così che ti invita a fare un giro sulla sua auto, non serve "colorare" molto

    Hai detto giusto, questo è immaginare, non riportare la realtà accertata dei fatti.
    Lo so che è sottile, ma secondo me quando si riportano fatti realmente accaduti non bisognerebbe inventarsi proprio nulla, soprattutto nei casi di cronaca nera...
    Ovviamente la mia è una critica verso l'autore, che avrà fatto così per attirare più lettori.
     
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    Bisognerebbe vedere l'effettivo contenuto dell'intervista.
    Per quel che ne sappiamo Carignan stesso potrebbe aver detto "Leggevo sul suo volto la preoccupazione e il disgusto", per dire
     
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8 replies since 3/8/2014, 12:21   578 views
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