Nightmares

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  1. Lux Lisbon
         
     
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    Tradotta dalla pagina facebook Creepypasta (www.facebook.com/pages/Creepypasta/168307763289218?fref=ts)

    In un certo momento della mia vita, ho iniziato a pensare che gli incubi fossero molto divertenti. Ero convinto che sarebbero potuti diventare una fonte di eccitazione dalla quale attingere per distrarmi dalla monotonia della mia routine.
    Non avevo mai avuto incubi mentre dormivo, e avrei dovuto esserne grato. Ma non lo ero. Desideravo farne, bramavo l’adrenalina, il battito accelerato del cuore nel momento in cui ci si risveglia da uno di quei brutti sogni.

    Dicono di essere cauti con ciò che si desidera.

    Non mentono.

    Gli incubi iniziarono ad arrivare, sempre più velocemente, sempre più spesso. Erano piccole cose all’inizio. Situazioni in cui nessuno vorrebbe trovarsi, come essere inseguito da cani randagi, essere abbandonato, o ritrovarsi a correre nudo per i corridoi della scuola. Iniziai a stancarmi velocemente di questi sogni, non avevo nessun motivo per restare sveglio, tremante di paura, dopo averli fatti. Presto, cominciarono a diventare più intensi. Mi resi conto del fatto che il mio cervello aveva iniziato a giocare con me.

    Sognavo di avere la gola stretta in una morsa, senza riuscire a respirare, senza riuscire a urlare. Vedevo il mio petto alzarsi e abbassarsi velocemente, ma non sentivo l’aria entrare nei polmoni. Sognavo di essere scuoiato, guardavo la mia pelle staccarsi, afflosciarsi e scivolarmi lungo il corpo come burro fuso. Sognavo di venire torturato dalle persone che amavo. Iniziai a vedere l'inferno, in quegli incubi. Mi svegliavo nel bel mezzo di ognuno di essi, e rimanevo immobile nel letto, con gli occhi sbarrati, senza riuscire a mettere a fuoco nulla di quello che c'era nella mia stanza. Vedevo i miei cuscini viola fondersi con le pareti color crema, e il grande orso di peluche che stava nell'angolo diventare blu.

    Ma riuscivo a respirare. Non c'era nessuna entità invisibile a esercitare pressione sulla mia gola. Facevo profondi respiri, come se nei miei polmoni non fosse entrata aria per ore. Mi toccavo le braccia, la pancia, le gambe per vedere se la mia pelle era ancora lì, e trovavo ogni cosa al suo posto. Poi controllavo l'orologio, e segnava sempre lo stesso orario. Le tre e cinque del mattino. Quella divenne l'ora del mio risveglio da quei terribili incubi. Sentivo le palpebre pesanti, i miei occhi volevano chiudersi, ma mi sforzavo di tenerli aperti. Invece di rimanere a letto, andavo in bagno, e mi spruzzavo il viso con acqua fredda, fino a quando non correvo più il rischio di addormentarmi. Poi mi sedevo sulla moquette, e rimanevo lì a pensare. Conclusi che preferivo privarmi del sonno, piuttosto che fronteggiare l'orrore che mi assaliva ogni volta che mi addormentavo.

    Andavo a scuola come uno zombie, ma nessuno sembrava notare i miei cambiamenti. Iniziai a diventare paranoico. Vedevo i miei compagni camminare per i corridoi, mi superavano senza guardarmi. E più li osservavo, più i ricordi dei miei sogni mi assalivano, invadendomi la mente. "Quella ragazza ha fatto la prima incisione quando ho sognato di essere vivisezionato due notti fa", "lui mi stringeva la gola nell'incubo della settimana scorsa", erano queste le uniche cose cui riuscivo a pensare. Allontanai tutti, ossessionato dalla paura degli orrori che avevo visto loro commettere nei miei sogni. Mi sedevo da solo, escludendomi dalla ripetitività e dalla monotonia delle conversazioni tra amici, e evitando in tutti modi i disagi che mi provocava la vita sociale.

    Iniziai a non riuscire più a mettere da parte i miei incubi in nessuna situazione, neanche nello svolgimento dei compiti di scuola. I miei voti in scrittura creativa salirono; mi bastava ripensare a una delle mie tremende notti, ed ecco che avevo una perfetta storia dell'orrore da raccontare. Le lezioni di storia sulle battaglie più sanguinose scioccavano i miei compagni, io invece non battevo ciglio neanche venendo a conoscenza dei dettagli più cruenti. I disegni che facevo durante le ore di arte nauseavano gli altri, ma a me sembravano abbastanza normali. Le lezioni di religione sull'inferno, invece, mi spaventavano tremendamente. Di tutte le cose di cui avevo bisogno, ampliare le mie conoscenze sull'Ade era quella che mi serviva di meno. Tutto ciò che usciva dalla bocca della mia insegnante in quelle ore, lo rivedevo nei miei incubi.

    Un essere umano può rimanere al massimo 14 giorni senza dormire. Una privazione del sonno che dura più a lungo di due settimane conduce a morte certa. Il record del maggior numero di giorni senza dormire è detenuto da uno studente americano, il quale è riuscito a rimanere sveglio per 11 giorni. Il mio record è 5 giorni. Al quinto giorno, ho iniziato ad avere orribili allucinazioni. I sussurri sono stati i primi ad arrivare. Deboli voci che mi dicevano che ero pazzo, inutile, condannato ad essere distrutto dalla mia stessa mente. Dopo, sono iniziati i penetranti, ripetitivi, lamentosi gemiti. Rumori che sembravano unghie che raschiano una lavagna, o coltelli strisciati su un piatto. Poi, gli oggetti inanimati hanno iniziato a brillare. La luce che emettevano piante, quadri, libri e qualsiasi altra cosa che si trovava nella mia stanza mi accecava. Sapevo che non era reale, volevo che finisse, ma può uno schizofrenico smettere di avere allucinazioni? Non può, soprattutto se continua a privarsi del sonno.

    Ad un certo punto, decisi di rinunciare, e affrontare i miei demoni.





    Ho dormito, e ho dormito bene. Circa sei ore di sonno a notte.

    È per questo che so che non sono allucinazioni, queste oscure figure che vedo qui, nella mia stanza.

    Quando sento lo scricchiolio della porta che si apre, so che è reale.

    Quando sento le penetranti urla di anime dannate nelle mie orecchie, so che quelle anime stanno urlando davvero, qui, in questo momento.

    Quando sento loro sussurrarmi che stanno venendo a prendermi, so che stanno arrivando realmente.

    Dicono di essere cauti con ciò che si desidera.

    Non mentono.

    Ho desiderato l'inferno, e l'ho ottenuto.

    Sono le tre e cinque del mattino.

    Riesco a sentirli.



    Edited by Lux Lisbon - 21/10/2014, 00:04
     
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    Ottimo lavoro, AC.
     
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    AC senza dubbio.
     
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    Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille. Mentre il contrario è del tutto impossibile.

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    Complimenti per la traduzione, per me è AC.
     
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    Si, mi è piaciuta, AC anche per me ^_^
    Ripulisco e smisto.
     
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