La Trasmutazione Umana

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    Can't rain all the time.

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    Alchimia; è la scienza che studia la composizione, scomposizione e ricomposizione della materia. Grazie ad essa si possono trasmutare svariati oggetti di ogni forma e dimensione, ma c'è una limitazione che la differenzia dalla comune magia: la legge dello scambio equivalente. Essa dice che per creare qualcosa di un certo valore bisogna dare in cambio qualcos'altro del medesimo valore, quindi bisogna essere prudenti. Uno dei più grandi tabù dell'alchimia è la tecnica proibita della trasmutazione umana, ovvero il disperato tentativo di riportare in vita i defunti. Il seguente racconto è usato come monito per tutti i giovani alchimisti che hanno perso una persona a loro cara.


    "5 litri di acqua, 20 chili di carbonio, 4 litri di ammoniaca, 1.5 chili di calce.
    800 grammi di fosforo, 250 grammi di sodio, 100 grammi di salnitro.
    80 grammi di zolfo, 7.5 grammi di fluoro, 5 grammi di ferro, 3 grammi di silicio e gli altri 15 elementi in minuscola quantità...".
    «Ci sono tutti, fratellone!» Disse Alphonse ad Edward, «Ho appena finito di tracciare il cerchio alchemico, finalmente possiamo cominciare!». Al suono di quelle ultime parole Edward si incupì di colpo assorto nei pensieri. Ricordava perfettamente sua madre; sempre solare, non smetteva mai di sorridere, neanche quando era triste per la mancanza del marito. Gli mancava la dolce melodia delle sue risate, il calore delle sue mani, il delicato profumo di lavanda che al suo passaggio si diffondeva per tutta la casa; ma soprattutto, gli mancava il suo contagioso e splendente sorriso, che lo faceva stare bene, anche quando si sentiva solo e tutto il mondo sembrava essere contro di lui. Lei amava con tutto il cuore i suoi due figli. Quando la malattia prese il sopravvento su di lei e suo marito se ne andò di casa, i giovani fratelli Elric si ritrovarono da soli contro il mondo, presi in custodia dalla loro nonna che conoscevano a malapena e che vedevano raramente, con un unico obiettivo: seguire le orme del padre diventando alchimisti di stato per andare a combattere sul fronte occidentale che separava lo stato di Amestris da quello di Xing. La madre, nonostante fosse una devota religiosa, approvava l'utilizzo dell'alchimia ed era molto felice che i suoi figli avessero imparato a sfruttarla con ritegno già dall'età infantile. È morta così giovane...



    «Hey Ed! Sei tra noi?» Disse Alphonse ad alta voce. Edward allora si ricompose e annuì, scaricando la malinconia con un profondo sospiro e rispose con tono pacato: «Okay, cominciamo.» I due riposero accuratamente tutti gli ingredienti al centro del cerchio rituale e, inginocchiandosi, poggiarono i palmi delle mani sopra le rune disegnate sul freddo cemento della loro cantina per cominciare la necromanzia. Al era molto eccitato al pensiero che tra non molto avrebbe rivisto sua madre mentre Ed era impassibile e non trasudava nessuna emozione. Se Alphonse non lo avesse conosciuto da ormai dodici anni non sarebbe mai riuscito a cogliere il velo di turbamento che si celava dentro di lui e che gli impediva di stare calmo, entrambi erano ragazzi molto svegli per la loro età ed entrambi avevano passato gli ultimi anni della loro vita a studiare l'alchimia e, in segreto, l'arte occulta della trasmutazione umana. Edward era di due anni più grande di Alphonse ed era molto scaltro e razionale mentre il secondo si mostrava più emotivo e ingenuo. La perdita della figura materna aveva indurito molto il cuore di Ed, il quale, nelle prime settimane seguenti l'accaduto, si isolò dal fratello e dal resto del mondo; solo dopo un mese riallacciò i contatti con la società grazie alle continue e disperate suppliche di sua nonna.
    Cominciato il rituale, il buio seminterrato della loro vecchia casa si illuminò per le violente saette cremisi che riempivano il cerchio alchemico e il maleodorante miscuglio chimico che vi era al centro iniziò a prendere forma, modellandosi nella sagoma di una figura umanoide. "Sta funzionando davvero!", pensarono i due all'unisono, quando all'improvviso la terra cominciò a tremare e un'enorme e scura voragine si aprì vicino le ginocchia di Alphonse che non riuscì a trattenere lacrime. «Che sta succedendo fratellone? Ti prego, ho paura» Singhiozzò Al che scattò in piedi e indietreggiò lentamente. "La legge dello scambio equivalente" osservò Edward, assumendo un'espressione fredda e vuota. D'un tratto dal fondo della voragine - sempre che ne avesse uno - si levarono alte e acute grida che paralizzarono Alphonse e ne fuoriuscì un ripugnante ammasso di cadaveri urlanti in stato di putrefazione, che lo afferrò per una caviglia e cominciò a trascinarlo giù. «FRATELLONE AIUTAMI, NON CE LA FACCIO PIÙ.» Urlò appeso al bordo della voragine con le unghie rotte e sanguinanti, ma Edward sapeva che avrebbe dovuto sacrificare una vita umana per riaverne indietro un'altra, così, in un istante e senza alcun rimpianto, aveva già preso la sua decisione e lasciò che suo fratello minore venisse preso come tributo. «Perdonami, fratellino» fu tutto quello che disse quando Alphonse cedette, piombando nel vuoto senza fine urlando il suo nome a squarciagola. E così la terra si richiuse, portandosi via l'unica cosa a questo mondo a cui Ed teneva ancora davvero. Quest'ultimo finalmente si alzò in piedi, le sue ginocchia si erano irrigidite e gli dolevano molto, poi si accorse che erano sporche del sangue di Al.
    Silenzio; tutta la confusione cessò di colpo lasciando solo una fitta nebbiolina al centro del sigillo che lentamente si dissolveva. "È il momento della verità" pensò subito Edward, ma quando vide il risultato del suo operato, il suo cuore quasi smise di battere alla vista di quell'aberrazione.
    La creatura che si contorceva e stramazzava di dolore al centro del cerchio di trasmutazione poteva essere qualunque cosa, si disse, ma di sicuro non era sua madre. L'essere umanoide era privo di pelle; organi e tessuti erano in bella vista, i suoi occhi erano
    completamente rossi e inespressivi e dalla sua mascella aperta fuoriusciva un liquido denso, viscoso e maleodorante che ricordava il catrame.
    Dopo aver trattenuto svariati conati di vomito, Edward Elric scoppiò in una risata isterica e ricadde sulle ginocchia.
    «Non può... non può essere, non mancava niente: gli ingredienti, il cerchio alchemico, il sacrificio umano...»
    Edward si coprì gli occhi arrossati dal pianto con le braccia e urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
    L'aberrazione al centro del pentagramma girò spasmodicamente il collo verso di lui, dunque alzò gli angoli della mascella in quello che sarebbe dovuto essere un sorriso. «Tu non sei lei.» disse Ed prima di recidere il collo di quella cosa che non sarebbe mai potuta essere sua madre. I suoi occhi rossi si spensero come fari nel buio e le tenebre avvolsero la cantina.
    «MERDA, NON DOVEVA ANDARE COSÌ, ALPHONSE!» gridò con voce lacerata, continuando a piangere con le lacrime che scendevano a grandi gocce sul suo viso e che si mescolavano sul cemento al sangue di Al.
    «Ridatemelo... RIDATEMELO» continuò, sbattendo ripetutamente i pugni al suolo finché le nocche non gli sanguinarono e constatò che tutti i suoi sforzi erano stati inutili. Era andato, come sua madre del resto, per sempre.

    È impossibile riportare in vita i morti. La trasmutazione umana non esiste.

    Questa fu la conclusione a cui arrivò Edward Elric, che si arse vivo insieme alla sua casa di infanzia il 3 ottobre 1911.




    Heylà!, questa era la mia rielaborazione in stile dark del prologo di FMA, anime che mi è piaciuto davvero tanto. Mi ha fatto riflettere un bel po' sul valore della vita (e anche commuovere un pochino con tutti i suoi 64 episodi *sniff* ). Detto questo spero che il racconto vi sia piaciuto :peoflow:.


    Edited by RàpsøÐy - 28/10/2016, 14:14
     
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    Ser Procrastinazione

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