Il fantasma dell'Opera

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  1. Roger Rabbit
         
     
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    Il fantasma dell'Opera (The Phantom of the Opera) è un film muto del 1925, diretto da Rupert Julian e, non accreditati, Lon Chaney, Edward Sedgwick e Ernest Laemmle.

    Probabilmente è uno dei migliori film tratti dal romanzo. Un capolavoro quasi al livello di Nosferatu.

    Trama:
    Erik, musicista geniale ma sfigurato che vive nascosto nei sotterranei dell’Opera di Parigi, è pronto a tutto pur di portare al successo la giovane cantante Christine, di cui è segretamente innamorato.

    Il film fu distribuito dall'Universal Pictures: fu presentato in prima a New York il 6 settembre 1925. La versione muta del ’25 è andata perduta, mentre si conserva l’edizione sonora realizzata nel 1929 (in cui Chaney è doppiato da un altro attore) contenente nuove scene girate da Ernst Laemmle (con Mary Fabian al posto di Virginia Pearson nel ruolo di Carlotta). Questa nuova edizione fu presentata a New York il 7 febbraio 1930[1].

    Ne circolano diverse riedizioni (basate perlopiù su quella del 1929), con vari tagli e aggiunte (di 95’, 107’, 106’, 101’ e 92’, quest'ultima, del 1995, è la più filologicamente corretta).[2][3][4]

    La pellicola è entrata nel pubblico dominio negli Stati Uniti.

    Questa prima trasposizione cinematografica del romanzo omonimo di Gaston Leroux è generalmente considerata una tra le più riuscite e suggestive.

    Il regista resta vicino allo spirito della penna di Leroux (pur prediligendone i tratti più tenebrosi), dando vita ad un mondo oscuro e misterioso, evocando atmosfere gotiche che faranno scuola (influenzando tutti i grandi horror degli anni Trenta) in cui si fondono orrore e romanticismo. La sceneggiatura di Elliot J. Clawson e Raymond L. Schrock riprende con grande fedeltà le pagine del romanzo originale (prendendosi qualche licenza solo nel finale), limitandosi a sfrondarlo degli elementi meno essenziali per concentrarsi sulla componente gotico-orrorifica e romantica (ma trova anche spazio per la descrizione del mondo dell’opera e per gustosi siparietti semi-brillanti), con particolare attenzione alla figura del Fantasma, figura oscura e romantica in cui convivono malvagità quasi demoniaca e una commovente e tragica umanità. Tra gli elementi più apprezzati del film, l’interpretazione di Lon Chaney, che offre quella che da molti è considerata una delle sue migliori prove d'attore, creando un personaggio destinato a restare fissato indissolubilmente nell’immaginario collettivo (sinonimo stesso di Fantasma dell’Opera almeno sino all’avvento di Michael Crawford). Più che gli elementi orrorifici (che dovevano apparire realmente spaventosi negli anni Venti), lo spettatore contemporaneo può apprezzare la straordinaria forza evocativa e l’atmosfera inquietante e fantastica, fatta di candelabri, ragnatele, scenografie spettrali, ancor oggi intrigante ed efficace. Tra le sequenze più celebri, quella in cui Christine scopre il volto di Erik mentre questi suona l'organo (inquietante anche ai giorni nostri) e l’ingresso del Fantasma al ballo mascherato da Morte Rossa (entrambe virate, rispettivamente in blu e in rosso).

    Cast:
    Lon Chaney: Erik, il Fantasma
    Mary Philbin: Christine Daae
    Norman Kerry: Raoul de Chagny
    Arthur Edmund Carewe: Ledoux
    Gibson Gowland: Simon Buquet
    John St. Polis: conte Philip de Chagny
    Snitz Edwards: Florine Papillon
    Mary Fabian: Carlotta
    Virginia Pearson: madre di Carlotta
    Chester Conklin: (non accreditato)
    Cesare Gravina: manager (non accreditato)
    Carla Laemmle: Prima Ballerina (non accreditata)
    Vola Vale: Ballerina (non accreditata)
     
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