Le due rose

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    La luce della luna filtra dalla finestra, leggermente aperta, abbastanza da far entrare un filo d'aria che accarezza dolcemente la pelle, portando refrigerio nelle lunghe giornate estive, ma non troppo, perchè il dolce tepore del sole pomeridiano deve restare sulla pelle accesa di rugiada. Io resto in silenzio, ti osservo nel tuo magnifico incedere, mentre varchi quella porta con passo cadenzato, come la più soave regina delle fiabe più belle. Il mio sguardo si fissa su di te, mentre sento la mia voce che si incrina e si ferma, come se qualcuno avesse girato un'invisibile manopola, spegnendola per sempre. Non riesco più ad emettere alcun suono, mentre avverto gli sguardi inquisitori del re e della sua corte su di me, stupiti e attoniti del blocco accorso alle mie parole. Ma non posso spiegare che quando ti sento vicino il mio cuore si blocca, manca dei battiti e arranca come un cavallo zoppo; che le parole mi sembrano improvvisamente prive di significato, perchè nessuna sarà mai abbastanza perfetta da indicare la tua bellezza, mai abbastanza forte per i miei sentimenti.
    Resto lì, come una perfetta idiota ad osservare la tua splendida pelle contro cui si riflettono i miei pensieri come sullo specchio più pregiato. Ti vedo appoggiarti al tavolino su cui stiamo lavorando, progettando la difesa a quella guerra a cui dovrò cercare di sottrarti, prima che la tua candida pelle venga sporcata dal rosso scarlatto del sangue pieno di vergogna. Il mio sguardo segue il tuo movimento, fermandosi ad osservare le tue braccia che bianche risplendono alla luce della luna. In questo momento maledico la decisione di tuo padre di fare questa riunione di sera. Forse la luce del sole ti avrebbe creata meno irresistibile, e un abito da giorno ti avrebbe fasciato maggiormente, impedendo al mio sguardo di perdersi tra le pieghe del tuo vestito, che mi trasportano come onde sottili lungo i tuoi fianchi scolpiti. Da lì risalgo con i miei occhi color del ghiaccio, incontrando quei capelli che ti accarezzano la schiena e che vorrei tanto poter toccare. Sono sicura che hanno la morbidezza della seta più fine, la loro lucentezza lo dimostra, risplendono come le ali di un corvo illuminate dal sole. Sospiro e cerco di tornare padrona dei miei pensieri, abbasso lo sguardo sul tavolo per non lasciare che indugi oltre sulla tua figura, mentre la gola riarsa mi impedisce di riprendere la discussione; gli altri soldati prendono la parola, ed io trattengo lo sguardo sul mogano scuro di quel grande tavolo circolare, ma questo non basta ad ignorare la tua presenza, ogni respiro mi porta il tuo dolce profumo, e la tua voce è una melodica tortura per la mia mente.
    La luce lunare illumina il tuo vestito, mostra una rosa bianca ricamata sul petto, sorrido e abbasso lo sguardo su quella nera che orna il mio. Ricordi, amore mio? La Rosa Bianca e la Rosa Nera, così ci chiamavano i nostri padri, quando eravamo piccole e giocavamo insieme, quando ancora la classe sociale non ci aveva diviso; ogni notte, quando chiudo gli occhi, rivedo i tuoi abiti svolazzanti, i capelli che seguivano la corsa del vento, i tuoi modi altezzosi che comunque adoravo. Era tutto così bello, così semplice, abbracciarti, baciare le tue guance rosse come mele, ma tutte le cose belle sono destinate a cambiare. Siamo cresciute, ormai divise: tu, una principessa; io, a capo delle guardie reali. Anche senza orologio posso contare i secondi che passano, mi basta ascoltare il battito del mio cuore, ora che sei così vicina; la tua vicinanza è al tempo stesso una gioia e una pena, sei accanto a me ma non posso toccarti, non posso accarezzare quella pelle candida, non posso baciare le tue labbra rosse e piene. Non posso farlo adesso e non potrò farlo mai; mentre tu, mio dolce uccellino, voli splendida nella giovinezza io resto ancorata nella gabbia del mio ruolo, posso solo osservarti in silenzio, ogni giorno, mentre le tue labbra si schiudono e il tuo sorriso si rivela. Posso solo osservare il tuo petto che si alza e si abbassa, al ritmo del tuo respiro, la candida rosa che si mostra in tutta la sua bellezza, mentre a quella scura non resta che chiudersi nel dolore e nella colpa.
     
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    Metafisico: un uomo cieco che in una stanza buia cerca un cappello nero. E il cappello non c'è.

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    Rosa, nonostante lo trovi difficilmente definibile.
     
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  3. BlackFear
         
     
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    Drammatico.
     
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    In uno specchio scuro

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    Per me è Rosa, anche se il mio voto non conta :v
     
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    Per me è entrambi, ma più Rosa.
     
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    Anche per me è Rosa, smisto :siga:
     
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  7. HakunaPatata
         
     
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    E' molto dolce C:
     
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    CITAZIONE (HakunaPatata @ 2/2/2014, 19:48) 
    E' molto dolce C:

    Grazie :)
     
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    #andamovie

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    Molto bello, veramente, ma devo ammettere che quando ha parlato di orologio, mi ha un po'spiazzato. Mi ero immaginato un ambiente medioevale e quella parola ha leggermente incrinato la mia illusione. Comunque molto ben fatto, complimenti.
     
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8 replies since 25/12/2013, 17:04   199 views
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