Una giornata monotona

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    “Le nostre tracce nel tempo”, “Psychic Detective Yakumo”, “Soul Eater”... tutti manga che già aveva. Lidia cercava qualcosa di nuovo, qualcosa che stuzzicasse la sua fantasia, che l'aiutasse ad evadere da quel mondo grigio in cui viveva. Non succedeva mai nulla di emozionante, in quella grigia città. Sempre le stesse facce, gli stessi nomi, gli stessi comportamenti, le sembrava di vivere in un eterno loop dove tutti i giorni si ripetevano, ognuno uguale al precedente. I manga la facevano evadere da quella monotonia, almeno finché non girava l'ultima pagina, a quel punto tutto ricominciava...
    Quella fumetteria era una delusione, ne avevano parlato come dell'ottava meraviglia del mondo, ma a lei non sembrava poi così fornita. Continuava a girare tra gli scaffali con la noia dipinta in volto. A quel punto, la sua attenzione fu attirata da una novità: una ragazza era appena entrata all'interno della fumetteria. Lidia inarcò un sopracciglio, osservandola con attenzione, era sicura di non averla mai vista in giro, forse si era trasferita da poco. Tornò a concentrarsi sui titoli presenti nel negozio, ma non poteva fare a meno di lanciare occhiate alla nuova arrivata, di tanto in tanto.
    Doveva ammettere che era davvero molto carina, i corti capelli rossi le solleticavano il collo, ornato da una splendida collana in oro con pendente a forma di pistola. Lidia fece scorrere lo sguardo su di lei, restando celata al suo sguardo dall'ampio scaffale: indossava una maglietta nera con delle righe rosse simili a graffi di una pantera, ed un paio di jeans che le fasciavano le gambe robuste.
    Non era magra, ma la rotondità del suo corpo faceva solo venire a Lidia la tentazione di abbracciarla stretta e affondare nelle sue forme. La giovane ragazza arrossì, distogliendo lo sguardo, ma non prima che l'altra potesse accorgersi di tutto questo interesse.
    Con la coda dell'occhio, Lidia si accorse che la giovane sconosciuta la stava guardando, e provò il forte desiderio di sprofondare tra le fauci della terra e non riemergere mai più. Finse di interessarsi a un manga di cui non aveva neanche letto il titolo, solo per nascondere il rossore accentuato sulle sue gote. Si chiese per quale motivo la giovane la stesse guardando, forse si stava solo facendo la stessa domanda... in fondo non aveva forse iniziato lei a tenere lo sguardo fisso sul suo viso e sul suo corpo? Magari si era accorta che il suo interesse era di un certo tipo... questo pensiero la fece arrossire ancora di più.
    E se anche l'altra avesse avuto quel tipo di interesse per lei? Lidia scosse energicamente la testa, posando nuovamente il manga dietro cui si era nascosta. No, questo era impossibile. Quella ragazza era davvero molto carina, mentre lei... bhe, di lei non si poteva dire la stessa cosa. Le sue rotondità non erano invitanti come quelle della sconosciuta, le sue labbra non erano altrettanto rosee, il suo seno era quasi invisibile, mentre quello dell'altra, sebbene piccolo, sembrava sodo e perfetto.
    Ok, doveva smetterla con questi pensieri.
    Lanciò una nuova occhiata alla sconosciuta, che adesso le dava le spalle e sembrava assorta nella lettura di un volume. Lidia si sporse appena, cercando di capire di quale titolo potesse trattarsi, così da avere una possibilità di attaccare bottone, ma così facendo ottenne il solo risultato di urtare una pila di vecchi fumetti e farla cadere, facendo così voltare tutte le persone presenti nel negozio. Compreso il titolare, che la guardò con occhi di brace.
    Vergognandosi come una ladra, Lidia rimise tutto a posto, sotto lo sguardo scrutatore della ragazza, che la metteva ancora più a disagio. Una volta posto rimedio al disastro, si avviò con calma verso l'uscita, cercando di non guardare negli occhi il proprietario della fumetteria, per evitare nuove occhiate di sdegno. La sconosciuta, intanto, aveva finito la sua scelta e si stava dirigendo proprio verso quel ragazzo, pronta ad effettuare il suo acquisto.
    Lidia uscì dal negozio, giurando a se stessa che, dopo una figura simile, non vi avrebbe più messo piede. Lanciò un'ultima occhiata all'affascinante ragazza, che aveva appena posato i manga che intendeva comprare sul bancone. Attraverso i vetri, Lidia vide la giovane parlare con il titolare, e quest'ultimo, con espressione leggermente stupita, annuire appena, spostando i manga scelti da lei dietro il bancone, mentre la ragazza scriveva qualcosa su un pezzo di carta. Lidia aggrottò le sopracciglia, ma poi distolse lo sguardo, in fondo non erano affari suoi, e probabilmente avrebbe rivisto quella ragazza in giro per la città, prima o poi.
    Con calma si voltò, dando la schiena al negozio e cominciò a camminare, riuscì a fare solo pochi passi, però, perché subito sentì un braccio afferrarla di scatto per il polso. La paura si impossessò di lei, e Lidia si voltò, pronta a urlare e a colpire l'aggressore con il braccio libero, se necessario.
    L'aggressore, però, era una ragazza. La stessa ragazza che aveva visto al negozio. Lo stupore era evidente nello sguardo di Lidia, forse l'aveva guardata troppo? Si era seccata per il suo atteggiamento?
    “Ho notato che mi guardavi”
    disse infatti la sconosciuta, facendo sobbalzare il cuore della giovane. La sua voce era musica, una musica bellissima che Lidia avrebbe voluto sentir risuonare per l'eternità. Adesso però aveva cose più gravi a cui pensare.
    “Ecco... io...” balbettò, indecisa su cosa dire. Non poteva certo confessarle che la stava guardando per mangiarla con gli occhi.
    La sconosciuta però non le diede il tempo di ribattere, senza attendere una risposta, si sporse in avanti, diminuendo la distanza che separava il suo volto da quello di Lidia, fino a posare le labbra morbide su quelle screpolate della ragazza.
    Fu un bacio veloce, ma bastò a Lidia per sentire il suo cuore gonfio di passione. Se non ci fosse stato nessuno, probabilmente l'avrebbe stesa sulla strada senza tanti complimenti. Ma non erano bei pensieri, e decise che la cosa migliore era tenerseli per sé.
    Quando la ragazza si staccò, Lidia la guardò sorpresa, ma felice.
    “Mi chiamo Diana” disse la giovane rossa, prendendole la mano e posandovi il biglietto che stava scrivendo poco prima. Lidia abbassò lo sguardo, scrutandolo; all'interno, in bella calligrafia, era scritto un numero di cellulare.
    “Ah... c'è un piccolo problema” continuò Diana, guadagnandosi una nuova occhiata stupita da parte dell'altra “Ecco, mi dispiace dirtelo, ma quello che ti ho appena dato è un bacio di possesso”
    Lidia sbatté gli occhi, incerta su cosa dire, ma di nuovo Diana non la fece parlare, donandole un secondo bacio, casto come il primo.
    “Adesso sei mia”
    sussurrò nel suo orecchio, per poi sorriderle e allontanarsi, per tornare nel negozio, dove aveva lasciato i suoi manga.
    Lidia restò immobile per qualche istante, stupita come un coniglietto che per la prima volta esce dalla gabbia. Poi sorrise, voltandosi e camminando con passo svelto, mentre nel pugno stringeva il numero di Diana.
    La giornata non era più così monotona, dopotutto.
     
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    Una storia semplice e tenera. A me non capitano mai queste cose e.e +1 per Shira.
     
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    Neppure a me hahahahaha
     
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    Ma manco a me, che credete? :P
     
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  5. The Animal Soul
         
     
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    Questa storia l'ho davvero apprezzata.
    Una delle poche storie che ti coinvolge per la sua semplicità.
    Complimenti :peoflow:

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    "Everyone wants to be Er Mortadella. Even I want to be Er Mortadella." ~ Cary Grant

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    Semplice e bella, peccato che ste cose non succedono mai nella vita reale.
     
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5 replies since 6/9/2013, 13:05   257 views
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