Derinian Saga

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  1. Kingor N&A
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    Questo primo capitolo della serie “Derinian” è ispirato ad una campagna del celebre gioco di ruolo Dungeon & Dragons, di cui i personaggi principali sono guidati ed interpretati da persone reali. (Annatar, utente di questo forum, per esempio, è uno di questi).


    Storia - L'avvento degli Uomini



    In passato Derinian era una terra popolata unicamente da due razze, simili per mentalità e cultura, che non condividevano i propri dei tra loro, ma condividevano il rispetto per la natura e la preservazione di essa attraverso il grande Dono che era stato loro concesso, convinti fosse stato loro donato al solo scopo sopracitato: questo potere, tanto grande quanto inesplorato ai più, era la magia, che per prima scorreva nel sangue degli Elfi, i primi abitatori assieme agli Halflings, dei quali i più anziani e tradizionalisti affermano ancora oggi che il loro sangue sia magico quanto quello degli Elfi, mentre una minor parte ammette che probabilmente la Magia è stata data loro dagli elfi stessi, passivamente o meno, e che per molto tempo siano stati loro mentori.

    Gli Elfi e gli Halflings non erano consapevoli che al di sotto dei Monti Ascendenti (o Eclissanti, chiamati così nella terra oltre le sconfinate Steppe del Nord) stava proliferando una razza neonata assai dissimile da quelle due che erano in superficie: questi erano i Nani, destinati a erigere su quei monti, il più imperituro dei regni razziali, se non il più ricco. Coloro che abitano a Derinian, tranne gli Elfi, i Nani e alcuni vecchi e cantastorie, si sono rapidamente scordati dell'esistenza effettiva di una terra al di là dei Monti Ascendenti, una terra in cui sono nati i primi uomini del mondo. Una terra con un clima rigido, un duro ecosistema, flagellato dalla presenza di pericolose creature e da potenti draghi, un ambiente ostile non adatto alla costruzione di un regno o impero. Grazie alla loro volontà, alla loro adattabilità, questi uomini riuscirono comunque a costruire insediamenti e persino città, respingendo le popolazioni di orchi e goblinoidi di vario genere dalle pianure e dalle colline. Furono anche aiutati dalla fortuna che diede loro un lunghissimo periodo di clima mite che favorì l'espansione e il commercio. Questa terra, Tolmara, era abitata non solo dagli uomini, ma pure dagli Gnomi, una razza unica nel suo genere e affine alla natura, tanto da possedere in sé un'energia particolare, ben adatta alle arti di illusioni e cura magica. A differenza degli Halflings, però, gli Gnomi erano, sì più aperti e sociali, ma anche più inclini all'inganno, alla codardia, alla malignità e all'opportunismo, un tratto che li ha sempre accomunati. La convenienza era la loro miglior condizione.

    Mentre gli Halflings creavano il proprio regno con i suoi confini e gli Elfi abitavano tutte le terre libere senza veri possedimenti se non la splendente città di Seconra, gli Gnomi avevano predetto il ritorno del gelo delle Steppe del Nord e la loro probabile espansione verso le città degli uomini e dunque avevano abbandonato Tolmara trecento anni prima della creazione dell'Ordine Supremo di Denirian, cominciando a fondare il proprio regno indiscriminatamente, cosa non ben accetta dagli Elfi, che si ritenevano protettori della pace e della serenità della natura. Gli Gnomi non ascoltarono gli Elfi, preferendo non chiedere il loro aiuto, ma anzi, combattere i loro alleati per la conquista del territorio, contro gli Halflings con devastanti guerre. Così gli Elfi iniziarono ad allontanarsi dagli Halflings, isolandosi da quei due nuclei di potere razziali e osservando con rammarico la loro crescente brama di potere, vendetta e competitività. Gli Halflings chiesero aiuto agli Elfi contro l'invasore, ma essi non risposero mai a quella chiamata, né politicamente né tanto meno militarmente, rendendosi in fretta conto per comodità che gli Gnomi non stavano invadendo i loro di territori liberi, ma quello che era già diventato proprietà privata, quello del regno dei mezz'uomini.
    Gli anni passavano in fretta e il Regno dei Nani venne finalmente alla luce, con tutta la propria ricchezza e divenne un faro di speranza e rifugio per quegli uomini che vedevano, come predetto dagli Gnomi, Tolmara via via peggiorare: nuove razze di mostri attaccavano i villaggi, ogni inverno sembrava preannunciare uno nuovo più potente e distruttivo. Le Steppe del Nord erano divenute culla di orchi e con questa sicurezza alle spalle, queste bestie diventavano sempre più intrepide. Un secolo circa dopo l'emigrazione degli Gnomi, alcuni uomini decisero che era tempo di andarsene, sebbene costasse loro molto: abbandonare la casa, il luogo in cui erano nati e cresciuti, le loro imprese e sogni. Non era una scelta facile e la maggior parte scelse di rimanere, abitando ancora per qualche anno quelle città che, fortunatamente, si sarebbero avviate verso un'era rigogliosa, anche se non per lungo tempo. Questi uomini intenzionati a partire avevano lavorato nelle Steppe del Nord, maturando un coraggio e una volontà di sopravvivere fuori dalla norma e una fiducia nelle proprie capacità: erano diventanti mercenari per portare pane a casa e sostenere le proprie famiglie, barbari per difendere i propri piccoli possedimenti e le città della loro razza. Come non potersi aspettare che una volta partiti loro, sarebbe ben presto giunta la fine di Tolmara?

    I barbari delle Steppe trovarono ospitalità inaspettata dai Nani che, in via di sviluppo sociale e militare, non avevano abbastanza uomini e risorse per proteggere i propri confini dagli orchi e i goblinoidi. Gli Uomini del Nord furono ingaggiati come mercenari, dato che i soldi certo non mancavano ai Nani e combatterono per loro a prezzo di un buon giaciglio e un pasto caldo. Servirono così i Nani per cinquanta lunghi anni in cui le file di nani si ingrossavano e, sfortunatamente, nonostante fossero i più esperti, venivano accantonati per far spazio all'esercito reale nanico, nuovo di zecca e pronto a lottare. Dunque gli Uomini non trovarono più posto, sia di lavoro che di ruolo nella società nanica. Cominciarono a pensare di tornare, che non c'era davvero alcuna speranza per la razza umana. A Tolmara era appena cominciata quell'epoca d'oro, ma gli Uomini del Nord si erano resi conto, lavorando direttamente sul campo, che quelle città tanto ricche, ma poco difese, non avrebbero potuto resistere, qualora i Nani avessero deciso di rinforzare quella barriera naturale che erano i Monti Ascendenti. E gli orchi avrebbero riversato tutta la loro sete di ricchezze e distruzione su quelle città che per un po' sembravano essersene dimenticati, se non per qualche modesto attacco.

    Agli Uomini del Nord non erano sfuggite le terre apparentemente disabitate, a parte che ad est dagli Gnomi e dagli Halflings, alle spalle del Regno Nanico, anche se i Nani avevano assicurato loro che erano abitate da una razza solitaria e chiusa in se stessa, potente, antica. Pericolosa se provocata. Ma nonostante le ammonizioni dei Nani, gli Uomini (assai numerosi ormai, se ne poteva contare pure cinquanta migliaia) iniziarono a credere che lì potesse esserci il futuro degli Umani, un luogo fertile, ricco, sereno per costruire una grande civilità, finalmente libera dalle pressioni e in grado di reggersi in piedi senza enormi sacrifici di vie umane e spese ingenti.
    Così si impegnarono al fine di ideare un piano per scappare dal Regno Nanico: ma per consolidare un regno neonato, servivano molti soldi. Alcuni esponenti degli uomini del Nord avevano comunque ottenuto un posto nella politica, straordinariamente e, essendo tutti d'accordo ormai sull'abbandonare coloro che li avevano ospitati tanto tempo addietro, informarono i loro confratelli del luogo sotterraneo, nelle profondità più remote delle montagne, chiamato Underground. Lì erano stati raccolti i più prestigiosi tesori dei Nani, immense ricchezze con valori che non potevano neanche essere eguagliati da nessun'altra cosa. Erano custoditi gelosamente, ciò di cui si vantavano maggiormente i Nani, tra loro più che altro, dato che era un segreto di stato molto prezioso, nel vero senso della parola, anche se ovviamente in qualche loro epocale sbronza poteva scappare loro qualcosa e in questa maniera i bardi non mancavano di narrare leggende su Underground e la sua magnificenza.

    Gli Uomini del Nord fuggirono proprio per un passaggio da Underground alla terra oltre le montagne, non scordandosi di derubare quanto più potevano e portarsi carichi di inestimabile valore al fine di garantirsi quel futuro tanto desiderato. Poco dopo, i Nani, accorgendosi della fuga e dell'affronto contro la propria ospitalità, del terribile reato a loro danno, vietarono il passaggio degli Uomini nel loro regno, ritenendoli tutti allo stesso modo ladri e fuorilegge. Non avrebbero voluto più alcun rapporto con gli Umani per molti anni avvenire, limitandosi a proteggere il confine segnato dalla catena montuosa dei Monti Ascendenti per proteggere il loro regno e le terre al di là per una questione di orgoglio, ma null'altro.

    Mentre gli Uomini delle Steppe si avventuravano per la prima volta a Derinian, erano giunti nella stessa terra cinquecento anni prima della creazione dell'Ordine Supremo, quando gli Gnomi non erano ancora stanziati lì, Umani che venivano da una provenienza ben diversa e che si erano stabiliti nella parte più meridionale di Derinian, nella loro unica città, la gigantesca Tivraionon e per questo in seguito distinti come Uomini del Sud. Gli Uomini del Sud erano probabilmente partiti alla volta di Derinian alla ricerca di una terra, un rifugio, a causa di un cataclisma avvenuto nella loro terra natale, forse un'isola nell'oceano che potesse ospitare una civiltà. Giunti finalmente a delle coste sicure, nella bellezza e la rigogliosità di Derinian, posero i loro insediamenti e le loro speranze e non vennero delusi.

    L'unico problema che si profilava loro erano gli Elfi: inizialmente, mentre gli Elfi diffidavano, ma erano spinti da grande curiosità, gli Uomini del Sud ne avevano un timore reverenziale. Un timore, che in quello stato dove la sopravvivenza era diventata tutto per un popolo che aveva affrontato un lungo viaggio per la vita, li spingeva a combattere, a risultare offensivi, più pericolosi. Gli Elfi li studiarono a lungo, di nascosto o non, e ciò non fece che aumentare il senso di minaccia che stava crescendo nei cuori umani. Decisi a non scatenare per primi una disputa, gli Uomini non ci badarono assai e continuarono il loro lavoro, il loro percorso. Quando però iniziarono a disboscare foreste e ad uccidere molte creature di queste per motivi discutibili e meno, gli Elfi vennero alla luce in modo brusco e poco accorto. Rimbeccarono gli Uomini, li rimproverarono aspramente e li vietarono di rovinare questa splendida natura che avevano attorno e preservare l'ordine dei boschi. Gli Uomini non ascoltarono, forse procedettero più lentamente, ma non cessarono. Gli Elfi, dunque, arrivarono a minacciarli, qualcuno tra essi addirittura avanzò l'idea alla comunità elfica di scacciarli indietro, sebbene la maggioranza preferiva, appunto, mantenere l'ordine, la pace e quindi non usando la forza, dato la natura generalmente pacifica. Ma anche una sola di questa parole fecero scaldare l'animo burrascoso degli Umani che, affrettando il loro sviluppo, decisero di difendersi e di attaccare qualora si fossero messi sulla loro strada. Non cominciò una guerra, ma piccole schermaglie sanguinose che non portavano né a vittorie né a sconfitte. Questi vari spargimenti di sangue da entrambe le parti durarono per un secolo, finché gli Elfi, meno orgogliosi, chiesero di deporre le armi e porre fine a quello scontro. Gli Uomini, altrettanto stanchi, se non più scossi e indeboliti, accettarono, ma gli Elfi vollero porre delle condizioni: gli Uomini avrebbero dovuto erigere una sola città, quale Tivraionon, mentre il resto degli umani avrebbero potuto costruire piccoli villaggi senza spezzare l'equilibrio naturale e quindi entrando in comunione con la stessa, tanto quanto gli Elfi.

    Quindi alcuni scelsero di vivere nella città neonata, altri si diedero ad una vita nomade organizzandosi in tribù, pochi altri, sempre coalizzandosi in tribù, costruirono villaggi. Quest'ultimi furono i primi ad abbracciare il credo elfico, credendo nei loro dei e praticando i loro riti, guadagnandosi più di tutti il rispetto degli Elfi e la loro benedizione. Anche quelli che non avevano un luogo dove stare, se in seguito non si stanziavano anche loro, pian piano si convertirono a quei dei (impersonato da un unico, Corellon Larethian) colmi di valori sacri e rispetto verso il mondo che li circondava. Quando gli Gnomi stavano consolidando i propri confini, tutti gli Uomini del Sud credevano in Corellon Larethian e i suoi spiriti della foresta.



    Storia – Il Dono della Magia



    Gli Uomini del Nord erano dunque arrivati a Derinian e potevano ammirare dinanzi a loro, verso sud e ad ovest, un terra sconfinata che sembrava chiedere solo di essere colmata di una civiltà grandiosa come quella che credevano potesse essere la loro. Fidando delle ricchezze rubate da Underground e la loro esperienza nelle ostili Steppe del Nord, questi umani non ebbero attimo di esitazione e fondarono la prima città nel continente inesplorato. Genarian, un insediamento strategico sulla cima di una possente collina all'insenatura di due fiume, il primo più piccolo, il Piranos, e il secondo assai più grande, il Genarian, da cui prese il nome la città. Alla fondazione di esse gli Uomini del Nord furono aiutati per quanto riguardava i materiali da costruzione e l'investimento, dagli Gnomi poco lontani, che trovarono negli Umani un feeling inaspettato, come mai era capitato con altra razza per loro. Gli Gnomi videro negli Uomini del Nord la possibilità di un alleato potenzialmente forte e pericoloso. Il carattere, l'indole e l'atteggiamento degli uomini presagiva un popolo resistente e agguerrito e magari non privo di interesse per la conquista: per questo, osservando anche i preziosi derubati ai Nani, gli Gnomi decisero di alimentare la sete di ricchezza e potere che già covava nel cuore umano. A lungo i messaggeri e nobili gnomi parlarono agli omonimi umani delle ancora stupefacenti terre che si estendevano da ogni parte, narrarono del Regno degli Halflings, contro cui gli Gnomi guerreggiavano da anni al fine di conquistarsi di diritto le miniere di ferro, argento e oro disseminate vicino a quei confini. E raccontarono loro pure di Seconra, l'unica città elfica, colma di misteri arcani, libri incantati, oggetti miracolosi e un segreto, il Dono. La Magia. Gli Gnomi la possedevano, ma in minor misura e non dirompente, mutevole e adattabile come quella elfica o halflings, una Magia presentata agli umani come ben diversa anche se derivava allo stesso modo dalla forza della natura e dei suoi cambiamenti. L'illusione era l'arte maggiore che esercitavano gli Gnomi, diventando coloro che meglio di tutti (a parte gli Elfi) avrebbero sempre saputo padroneggiare. Ciò non fece che aumentare la diffidenza da parte delle altre razze per costoro, che arrivavano ad usare la Magia per scopi maligni o subdoli. Una differenza particolare con gli Elfi e gli Halflings era che per gli Gnomi le arti magiche erano un optional, un potere non necessariamente da scoprire in ognuno di loro e da utilizzare a proprio vantaggio quando se ne presentava l'occasione o l'emergenza; invece, le altre due razze, credevano che la Magia andasse rivelata in ognuno di loro, in modo da entrare più a contatto con se stesso e con gli dei, un potere da usare con parsimonia e cautela, solamente quando fosse stato strettamente necessario o per opere di bene superiore, null'altro.

    Gli Uomini del Nord non scordarono mai le parole gnomiche e i loro racconti, serbandoli con curiosità e fame, ma per ora, non volendo nemici che potessero ostacolarli nella loro crescita o impegni maggiori in grado di distrarli, si dedicarono unicamente all'espansione e la creazione di un centro politico e una forte rete economica, appoggiati caldamente dagli Gnomi che non osavano da tempo metter piede nella terra elfica libera a differenza dei temerari e valorosi Uomini.
    Così nacquero altre città, fulcro di una società che muoveva i primi passi: Chelafos, Stanior, Luma, Folraion, Dir.

    In occasione della fondazione della penultima durante quegli anni, Folraion, gli Uomini del Nord ebbero il primo contatto con gli Uomini del Sud. Folraion non era molto distante da Tivraionon, cresciuta enormemente negli anni sia materialmente che demograficamente, e gli Uomini del Nord furono veramente colpiti dalla presenza di altri umani oltre a loro nella terra di Derinian. Mentre per gli Uomini del Sud questo fu motivo di inaspettata gioia ed euforia, per quelli del Nord il primo pensiero fu d'incertezza: avevano sempre sperato che nessun'altra razza stesse occupando quelle terre ed essendo umani come loro si chiedevano da dove venissero: gli Uomini del Sud avevano una carnagione più scura, abbronzata, gli occhi leggermente a mandorla ed erano spesso di statura più bassa e slanciata. Qualcosa che li spaventò fu la loro religione così particolare e a parer loro “inadatta” per un qualunque umano. Intuirono subito che non potevano venire da Tolmara, ma da qualche altra parte e appresero in seguito che erano giunti dal mare. Per il bene comune, gli Uomini del Nord, nonostante le complicate discussioni che si accendevano per la religione, accettarono una silenziosa pace, aprendo i commerci con Tivraionon. Successivamente, gli Uomini del Nord fondarono altre città: Pretanan, destinata ad essere l'unico porto del regno, ricca di prodotti esotici e rari, Ticaria, Vuldran: la futura magnifica capitale dell'Ordine Supremo di Derinian; Botran, strenua difensora del confine che separava il Deserto di Roccia e Derinian e assieme a questa Jalba, la più giovane città costruita nel continente, da cui innumerevoli anni dopo sarebbe stato eretto lo Scudo di Fuoco, alimentato da magia pura.

    Gli Uomini del Sud, però, si stavano chiedendo da molto il perché gli Elfi non stessero intervenendo in alcun modo a difesa dei propri territori e comunque della natura stessa: gli Uomini del Nord, era vero, erano stati fin dal principio più rispettosi del mondo, ma avevano ormai fondato ben 12 città e la loro area di influenza aumentava giorno di più, causando o disboscamenti di non così poche parti di foresta, la bonifica di altrettante paludi, lo sfruttamento dei fiumi attraverso canali, dighe e mulini, la costruzione di ampie coltivazioni nelle pianure attorno a Folraion, Ticaria e Luma e spazi sulle colline dedite all'allevamento di bestiami e greggi. Quel regno si stava espandendo senza sosta e ormai si poteva iniziare a parlare di Regno del Nord e Regno del Sud.
    A questo punto, gli Uomini del Sud, osarono, spinti da ciò che vedevano e dall'influenza di quella brama nordica, a fondare un'altra piccola città in modo da creare un'identità di sé più forte e uno sfruttamento dell'ambiente maggiore al fine di svilupparsi e tener testa al Regno del Nord. E così nacque anche una competitività economica tra gli umani, che rovinò quei rapporti già non molto saldi. Gli Uomini del Sud erano diventati invidiosi e gli Uomini del Nord, a difesa, sempre più diffidenti e disprezzanti. Non poteva nascerne niente di buono e così fu.

    Gli Elfi dov'erano finiti realmente? Non se ne erano andati e di certo non avevano smesso di osservare il susseguirsi degli eventi, nemmeno l'avvento di questi uomini sconosciuti venuti da una terra remota, ma di cui gli Elfi sapevano l'esistenza. Memori di ciò che era accaduto con gli Uomini del Sud, grazie alla loro celebre memoria e i loro altrettanto celebri lunghi anni, non potevano dimenticare il sangue versato, le vite strappate, un errore da parte del loro popolo che aveva pesato loro moltissimo. Non volendo quindi ricadere nello stesso sbaglio, restarono calmi, ragionevoli e valutarono la situazione, studiando quei nuovi umani che questa volta non notarono neanche la loro presenza. Gli Elfi decisero di mostrarsi ai loro occhi quando poterono attuare un piano. Per scongiurare scontri e saldare una forte amicizia, un legame di sangue, per riporre fiducia negli Uomini del Nord, cioè facendo quello che sembrava placare gli umani, per ritenere giusto donare le proprie terre libere a qualcuno di meritevole, decisero di donare agli Uomini del Nord la Magia.
    Quando entrarono a Folraion, seguiti dagli sguardi increduli e intimoriti dei nordici, lo fecero con benignità e pacatezza, qualcosa che parve agli Uomini del Nord come superiorità che effettivamente covava qualcuno degli Elfi, così belli da spaventarli e far loro provare invidia per cotanta maestà. Ci fu un grande consiglio, tra nordici ed Elfi, che portò al compimento di ciò che volevano gli Elfi, dopo che ebbero dimostrato il potere della loro Magia. Ammonirono di essere prudenti, di usare quello strumento con saggezza e poi se ne andarono, consci di dover, da lì a poco, compiere un grande passo. Durante questo frangente, gli esponenti nobiliare e la corte reale del Regno del Nord rimase in parte scettica, in parte sospettosa, non riuscendosi a fidare completamente degli Elfi, pensando che in loro ci fosse molta falsità. Ma attesero pazientemente la prova contraria, desiderando con molta avidità quel potere che era stato mostrato loro.

    Dopo pochi giorni dal consiglio, gli Elfi chiesero di scegliere tra i propri rappresentati (politici o meno) coloro che avrebbero conservato nel loro sangue la Magia. Gli Uomini del Nord non scelsero molto accuratamente, affidandosi sulla carica che avevano queste persone e la loro spiccata intelligenza. Gli Elfi, su di loro, applicarono dei riti arcani segreti che conferirono a questi umani la Magia nel loro sangue. Essi erano gli stregoni, esseri di pura magia, che trovavano, come gli Elfi, la loro riserva d'energia in loro stessi ma non riuscendo a sfruttare totalmente quella esterna, conferita dagli elementi e dagli spiriti naturali. Alcuni umani lì presenti come ambasciatori raccontarono di riti terrificanti e piena di oscurità e luce allo stesso tempo e delle urla strazianti del futuro stregone. Ciò fece aggrottare la fronte agli Uomini del Nord, che una volta riconsegnate le persone scelte, le studiarono in modo scientifico, valutando quanto in loro era cambiato, magari in negativo e che potesse esser pericoloso. Gli umani temevano un sabotaggio biologico che, se vero, avrebbe potuto essere devastante per la loro razza.
    Però l'unico cambiamento riscontrato fu la tendenza ad isolarsi, in pensieri profondi, e l'inquietante solennità in questi stregoni. Pian piano, colpiti da chissà quali riflessioni, si ritirarono dalla vita politica e successivamente, nutrendo quasi un disprezzo per la loro stessa razza, dalla società. Molti di questi, divennero maligni, vanitosi e prepotenti, tanto da rivendicare interi spazi di territorio e permessi speciali di dubbio scopo. L'atteggiamento non convinceva affatto gli Uomini del Nord, che accettarono di buon grado il loro allontanamento. Gli stregoni (a quei tempi una ventina, organizzati in singoli, che avrebbero trasmesso il loro sangue magico di figlio in figlio) partirono per viaggi o intrapresero ricerche di studio rinchiusi nelle loro abitazioni, solitamente costruite lontane dai centri abitati. La loro sete di conoscenza andava oltre ogni limite e si spinsero in ogni dove per trovare oggetti rari e sopratutto magici o altre fonti di potere sacro. Gli stregoni sembravano perdere la cognizione di essere appartenenti alla razza umana, considerandosi un'entità estranea a qualunque altra, sebbene non avessero uno spirito di fratellanza, tutt'altro, ma di competitività accesa che portò molti di loro a fronteggiarsi, pure con la forza. Alcuni di loro, non soddisfatti di ciò che ottenevano con quella linea guida magica che era degli Elfi, si dedicarono a magie antiche e oscure: per questo qualcuno di loro arrivò a uccidere e diventar inevitabilmente malvagio, senza scrupoli per ottenere ciò che volevano. Gli Uomini del Nord non potevano veder come un prodotto di bene gli stregoni, quanto più una maledizione. Per questo non si fidarono mai più degli Elfi.

    Nel frattempo, il sentimento divenne reciproco dal momento in cui gli Elfi osservarono il comportamento a loro avviso “straordinario” di questi uomini trasformati in recipienti di magia, non certo aspettandosi atteggiamenti del genere. Diedero colpa alla razza umana che non poteva reggere un pensiero tanto puro e benigno come quello della linea guida che dettavano gli Elfi nella loro Magia, a parer loro. Questa sensazione di aver sbagliato qualcosa fu rafforzato dall'affronto alle regole antichissime che esistevano tra gli Elfi e gli Uomini del Sud: difatti quest'ultimi avevano violate queste fondando una seconda città. Il concetto nato prima negli Elfi, quale quello di porre fiducia negli umani per renderli amici e alleati, crollò istantaneamente. Ad una parte politica e civile degli Elfi stava a cuore lo stato e il futuro dell'ormai nominato Regno del Sud, nonostante tutto, e molti di loro non smisero di essere amici con esponenti di alto rango o meno di codesti, giustificando le loro azioni parlando di indole razziale, azioni non volontarie dunque, ed errore non troppo grave, dato gli sviluppi storici. Ma coloro che erano rispettati tra gli Elfi (la loro era sempre stata una democrazia liberale) tagliarono i ponti con entrambi i popoli umani, se non per via commerciale e la massa tese a seguirli.

    Anche gli Halflings tesero a questa impressione e ebbero scarsi rapporti con gli umani, mentre stavano vivendo una situazione di pace in cui, preoccupati dal peso che stava ottenendo nella politica di Derinian il Regno del Nord, non smisero mai di rifornire le difese dei confini e rafforzarle indiscretamente. Temevano un'alleanza militare tra Gnomi e Uomini del Nord che teoricamente esisteva già.
    I Nani, totalmente indifferenti agli Elfi e a tutto il resto delle razze, proteggeva a pieno regime i Monti Ascendenti respingendo con vittorie schiaccianti quella guerra che alla fine non era più. Ad 80 anni prima della creazione dell'Ordine Supremo di Denirian gli orchi stavano mollando la presa e si ritiravano, sfiniti, nelle loro tane, preparandosi all'assalto definitivo di Tolmara che vedeva il suo splendore, come preannunciato, lentamente, ma inesorabilmente, condotto alla sua fine.
    Gli Gnomi, fidando dell'asprezza crescente dei rapporti fra la razza umana e quella elfica e sopratutto halfling, attendevano con ansia il giorno in cui il Regno del Nord si fosse innalzato sopra agli altri come sembrava sarebbe stato in grado di fare in pochi altri anni, per conquistare quelle terre che bramavano da secoli.

    Intanto accadeva qualcosa di strano nel Ragno del Nord: alcuni giovani stavano scoprendo che erano capaci di dominare la Magia. Questo fu uno degli eventi più misteriosi che Derinian aveva e avrebbe mai visto, ovvero la conversione graduale degli Uomini nel Nord in esseri in grado di sfruttare l'energia magica che certamente era molto forte e espansa nei territori del Regno del Nord, come affermavano gli stessi Elfi. Questo passaggio (probabilmente passivo degli Elfi che in generale mai colpì gli Uomini del Sud) non portò diffidenza, ma gioia del popolo ed esaltazione da parte della Corona, l'organo reale che era andato formatosi e il cui nome sarebbe valso assai di più anni dopo, composto dal re, la sua famiglia, i nobili, consiglieri, reggenti e cavalieri (ancora proprietà esclusiva della Corona come “unità militare” che alla fine dei conti assumeva persino compiti amministrativi), che vedevano nei maghi la prova che erano una razza degna di abitare in quelle terre, meritevoli d'onori e sopratutto colma di potenza. Fu fondata un'Accademia, pochi anni dopo, da un mago prestigioso che di fatto fu il primo Supremo dell'Ordine della Magia, di cui a quei tempo quella scuola era il centro. In questa Accademia furono invitati coloro i quali si riscontrava abilità magiche e in molti aderirono, anche se alcuni tra giovani, che temevano per il loro futuro magari non proprio dedicato alla magia, e ambiziosi adulti, che vedevano nel chiudersi dentro l'Accademia un impedimento per cariche e titoli prestigiosi nella Corona, rifiutarono quella possibilità. Difatti molti furono quelli che seguirono la “strada individuale” riuscendo ad ottenere onori importanti e dunque un posto di prestigio e influenza nel Regno. I maghi erano spesso altezzosi e vanitosi quanto gli stregoni, anche se non malvagi e solitari come questi. Purtroppo la loro influenza era molto maggiore e le loro idee spesso giocavano ruoli di spicco.
    I maghi generalmente erano molto religiosi e la corte reale era composta per la maggior parte da essi. La fazione che non credeva nel Regno del Sud e quindi lo vedeva come una minaccia e come territorio e ricchezza destinato ai nordici erano proprio loro, insieme a quella che non si fidava degli Elfi e chiedeva misure radicali che però ancora mettevano troppo a disagio la Corona per essere accettate. Il Supremo decise di consolidare maggiormente l'Ordine, non limitandolo solo all'Accademia, ma in modo che ogni mago potesse riconoscersi. I Supremi divennero 6 e fu istituita una gerarchia ben precisa interna. Coloro che credevano negli ideali sopracitati si unirono quasi tutti a quell'organo di fatto appena nato e si riconobbero in quello, ottenendo inoltre (come si aspettavano molti dei nuovi aderenti) una posizione più incisiva e supportata. L'Accademia era vista dal popolo come un qualcosa di prezioso, necessario e importante per il Regno del Nord e i maghi avevano cambiato davvero le cose in meglio, aiutando e soccorrendo dove la mano semplicemente umana non poteva arrivare.
    “Ordine” era un parola che piaceva agli Uomini del Nord e che sarebbe stata certamente sfruttata nuovamente.


    Storia- L'Ordine Supremo di Derinian



    Gli Elfi, isolati più che mai, diffidavano completamente degli uomini e il governo ne restava cautamente lontano. Nonostante questo, come già possono aver a memoria i lettori, alcuni elfi non recisero quei rapporti con la razza umana che si erano andati a creare nell'arco delle loro esistenze, sopratutto con gli Uomini del Sud e i loro tranquilli villaggi in cui risiedevano tribù comunque ancora assai rispettate dal popolo elfico. Per questo motivo, paradossalmente, l'aumento di nascite mezzosangue aumentarono in modo a dir poco esponenziale, qualcosa che certo non poteva aspettarsi nessuno. Gli Elfi, sdegnati da così tanta voglia di unirsi a esseri del genere, diffidarono e si discostarono dai mezzelfi, fino a quel momento poco tenuti in considerazione da qualunque regno, dato il loro piccolo numero, e coloro che avevano accettato la vita assieme ad un umano furono allontanati come qualunque altro umano dalla politica e sfavorito nella società. Raramente le coppie che generavano un figlio mezzosangue erano composte da donna elfa e uomo umano, ricadendo praticamente sempre nell'opposto: le donne elfiche avevano un onore ed un orgoglio razziale (tralasciando lo spirito critico e tradizionalista) addirittura maggiore di qualunque elfo che per talune donne umane potevano, come si dice, perdere facilmente la testa. Questi innamoramenti innaturali non aiutarono gli Elfi contro la mal fiducia che serpeggiava dentro di loro, arrivando, in occasione della scoperta della capacità magica umana, a pensare che tra le donne umane qualcuna fosse strega e custode di segreti di maligne fiale d'amore. L'insistenza degli Elfi nel vedere la razza umana sempre più corrotta, malvagia e persino inferiore, portavano loro a vedere il marcio anche quando non c'era.

    Da parte dei Regni umani questa svolta fu accolta con curiosità, ma anche paura. Inutile dire che era chiaro che i mezzelfi fossero più versatili e inclini alla magia e possedevano doti (come la visione crepuscolare) esclusivamente elfiche. I mezzelfi potevano trovare maggior fortuna in uno dei Regni umani, ma alla fine poteva in ugual modo andare incontro a comportamenti razzisti contro di loro e palesi svantaggi. I primi a schierarsi a favore di vicoli ciechi nella società e nella politica per i mezzelfi e per coloro che li avevano generati, fu l'Ordine della Magia.

    A quei tempi la famiglia regnante aveva tra i suoi consiglieri e reggenti più fidati maghi dell'Ordine e il prestigio di questi era immenso tra il popolo umano, sia del Regno del Nord che del Sud. L'Ordine della Magia non si reputava esclusivo dominio dei nordici, ma diritto di tutti in quanto tra tutti gli umani erano i soli a possedere la magia in loro nome. La più importante opera dei maghi a pro della razza umana fu lo Scudo di Fuoco, ideato e eretto 42 anni prima la creazione dell'Ordine Supremo di Derinian a Jalba per una minaccia che incombeva su entrambi i Regni. Oltre lo Scudo di Fuoco, difatti, si trovava il Deserto di Roccia, un ambiente ostile ed estremo, e ancora oltre, attraverso i terribili Monti di Morte, il Passo d'Ombra, da cui nessun essere senziente era tornato per raccontare cosa esistesse al di là. Da queste oscure terre dove i raggi del sole sembravano non arrivare mai cominciarono a spingersi entro Derinian creature sconosciute e pericolose, che misero in fuga, dopo spaventosi attacchi nella notte, intere popolazioni di villaggi. Jalba fu incendiata per metà da un fuoco nero inspiegabile e la gente che moriva tra le fiamme fu ritrovata con lesioni che potevano essere soltanto provocate da artigli e denti e forze inumane. Il territorio a sud di Botran (città che divenne il quartier generale delle operazioni dell'Ordine), fu isolato e per molto tempo i maghi combatterono qualcosa di invisibile con azioni “top secret” e da cui non uscirono bene, sprecando molte risorse al fine di trovare un'efficace soluzione. Alla fine i Supremi di quel tempo decisero di erigere lo Scudo di Fuoco già citato, uno Scudo fatto di fiamma magica che sarebbe dovuta essere alimentata da catalizzatori sotterranei riforniti ogni 6 mesi dalla potenza elementare di un Supremo per volta. Durante questi passaggi il fuoco dello Scudo cambiava colore asseconda del potere sfruttato, quindi dal rosso, al verde e il blu, al celeste, fino al bianco e al grigio. Lo Scudo di Fuoco si rivelò la protezione definitiva per, principalmente, il Regno del Sud da quelle misteriose incursioni che agli occhi dell'Ordine della Magia era assai più gravose di quanto ci si aspettasse.

    Ciò non fece che aumentare il prestigio già molto alto tra il popolo umano dei maghi dell'Accademia e l'ascesa al potere per gli esponenti di essa divenne sempre più facile. Il culmine venne raggiunto quando il re della famiglia allora regnante morì senza eredi e dunque dovette salire al trono il protettore, dando vita ad una nuova linea ereditaria: questo protettore era un mago molto famoso nell'Accademia e nel Regno del Nord e il popolo di esso accolse a braccia aperte questa novità. L'Ordine della Magia soppiantò la Corona (con il grande fastidio dell'ordine dei cavalieri e dei ricchi nobili della corte) e cominciò a guidare il Regno del Nord a modo proprio. E così, attuarono quelle procedure che per molto tempo erano restate ferme: resero per i mezzelfi vivere in qualunque città umana impraticabile, dato le vie della società chiuse loro, costringendoli a rifugiarsi in massa nel Regno del Sud, assai più ospitale verso questi e disponibile a dare loro un futuro decente; ripagarono la loro diffidenza con il divieto di asilo o passaggio nel Regno del Sud da parte degli Elfi, come anche loro avevano fatto, arrivando a stilare pene pesanti su coloro che infrangevano questa legge e non solo di entità pecuniaria, ma per esempio con la tortura, giudicata “necessaria” per estrapolare dai malcapitati le informazioni riguardo il loro passaggio o soggiorno nel Regno; abusando del dono che avevano fatto al Regno del Sud con lo Scudo di Fuoco, cominciarono a rivendicare territori protetti da esso, a ridosso della coda ad est dei Monti di Morte, e persino a richiedere ingenti tributi per la salvaguardia del confine e la manutenzione (praticamente inesistente) per lo Scudo.
    Al Regno del Sud non piacquero affatto queste pretese e l'accanimento sui mezzelfi e iniziarono a diffidare dei maghi reputandoli ormai corrotti e fin troppo avari di potere e ricchezze. Il popolo cominciò ad aver paura e richiese (in quanto il Regno del Sud era uno stato democratico) lo scioglimento delle alleanze con il Regno del Nord e la chiusura dei commerci, dunque un estraniamento totale. Gli aristocratici di Tivraionon avevano desiderio di riappacificarsi con gli Elfi e molte persone appoggiarono questa causa. I rapporti commerciali tra Elfi e Regno del Sud, a sfavore di quello del Nord, aumentarono d'intensità e si riaprì la scena diplomatica fra i due stati, vogliosi di una nuova pace e un'unione al fine di difendersi da quel regno nordico umano che ogni giorno che passava pareva divenire sempre più minaccioso.
    Al contrario di ciò che ci si poteva aspettare, i maghi intensificarono gli aiuti al Regno del Sud, convinti che lo Scudo di Fuoco avesse bisogno di più potenza e scacciarono quelle poche creature che a detta di alcuni erano riuscite a trapassarlo. I maghi iniziarono ad indagare e, mentre nel Regno del Nord l'asilo e il soggiorno venivano vietatati anche ai mezzelfi, trovarono alcuni elfi nei pressi dello Scudo a compiere, come scritto nei documenti inerenti alle ricerche, “strani riti di natura certamente magica”. Ciò fece scalpore nei Regni Umani e lasciò perplessi i più. Queste prove, valorizzate da alcuni Elfi sorpresi tra la malavita più alta e addirittura amica di consiglieri della corte con dubbi scopi, portano a pensare ad un sabotaggio, una parola che riportava alla mente i dispersi stregoni. E fu deciso che ogni elfo che fosse stato sorpreso nel territorio umano, sarebbe stato esiliato oltre lo Scudo di Fuoco, insieme ad ogni umano con cui avesse avuto rapporto più o meno stretto. Fu così che molti piccoli mezzelfi videro i loro genitori strappati e condotti nella desolazione che era lo sconfinato e oscuro Deserto di Roccia, da cui nessuno poteva più far ritorno. La reazione elfica e mezzelfica fu rabbiosa e istintiva: alcuni mezzelfi che vivevano nel Regno del Sud si presentarono davanti all'Accademia con armi e torce pronti per dimostrare chi fossero. Ci furono due morti e molti feriti; gli Elfi, in qualità di messaggeri che chiedevano spiegazioni per lo stato elfico, arrivarono a minacciare avventatamente il Regno del Nord e insultare i maghi. Il Regno del Sud chiuse definitivamente i rapporti con i nordici.

    Sebbene la popolazione nordica fosse per la maggior parte in favore dell'Ordine della Magia, gli esponenti della Corona, principalmente i cavalieri, esposero lamentele sul governo dei maghi e le loro impulsive leggi dettate da antichi contrasti. Con la loro influenza tra ogni potente del Regno del Nord e la corruzione tra il popolani e non, con lunghi discorsi fatti nelle piazze, la Corona riuscì a costruire davvero la sua identità e separarsi dall'Ordine della Magia: da quel momento un mago non avrebbe potuto più essere eletto o ricevere il trono tramite sangue o eredità scritta. Quando un mago veniva trovato nella famiglia reale, veniva mandato all'Accademia e perdeva ogni suo diritto nobiliare e avere derivato dalla sua famiglia, se non qualche denaro per sopravvivere. L'Ordine della Magia ufficialmente non era più un organo politico, ma più un organo militare e qual volta esclusivamente esecutivo. Eppure, nonostante questo, anche quando la monarchia fu ristabilita come in precedenza, consiglieri maghi continuarono a vivere nella corte e la parola dei Supremi raramente non seguita, dato il rispetto nutrito per queste figure di grande saggezza e potenza. In questo modo, la Corona, anche per accontentare il popolo, vide la necessità di seguire il percorso già iniziato dall'Ordine e cominciò ad organizzare un imponente esercito che si sarebbe poi dovuto dividere per dirigersi in tre punti focali. Il primo era in aiuto agli Gnomi, in modo da consegnare loro alcune terre halfling e consolidare quei confini che vacillavano paurosamente, al fine pure di mostrare innanzitutto la propria supremazia militare tanto a lungo preparata; il secondo era la conquista del Regno del Sud sotto il verbo dell'Ordine dopo lo Scudo di Fuoco, il pericolo della magia elfica, il coinvolgimento e infiltrazione di essi e il riavvicinamento per molti controverso e sospetto degli Elfi al Regno del Sud, quale “Uniti si è più forti” che mirava a raggiungere l'unione razziale umana contro quelli che erano i nemici “comuni”; per ultimo, l'assalto improvviso alla città elfica di Seconra dopo le misure approvate dagli Elfi contro i nordici e la completa conquista del territorio che avevano cercato di ottenere anni or sono.
    Mentre una parte dell'esercito nordico andava ad ingrossare le file gnomiche, una seconda, guidata da due Supremi, marciava nel territorio del Sud mettendo a ferro e fuoco ogni cosa. L'assedio di Tivraionon fu rapido e la vittoria schiacciante, che subito dopo portò la conquista di Fonra dove molte famiglie di mezzelfi si erano rifugiate. I condottieri reali prendevano le città e prendevano prigionieri; i maghi invece, assoldando alcuni soldati tra l'esercito, radevano al suolo i villaggi di quelle tribù che adoravano gli stessi dei elfici, trovando un'altra giustificazione all'attacco e una successiva scusante per i genocidio di massa che avvenne. Il Supremo del Fuoco, Reen Staiv, cercò in lungo e in largo i villaggi celati alla vista dai boschi e le piccole popolazioni nomade per uccidere ogni singolo membro e smacchiare l'orribile colpa di credere in dei elfici. E mentre ancora cercava, venne a crearsi l'Ordine Supremo Umano, in quanto il Regno del Sud fu inglobato da quello del Nord: Tivraionon fu rinominata Oraion e Fonra fu abbandonata per molto tempo.

    Nel frattempo gli Gnomi uscirono vittoriosi dalla guerra e ottenerò quei territori che desideravano, o perlomeno in parte, dato la strenua difesa Halfling che impedì loro di conquistare molto di più. La Corona anche da qui era tornata a Folraion (diventata capitale dopo Genarian) con i trofei della vittoria.

    15 anni prima della creazione dell'Ordine Supremo di Derinian le tribù del Sud dovettero chiedere aiuto agli Elfi per essere protette dai maghi e, grazie alla pietà di questi, riuscirono ad ottenere delle difese magiche per i propri villaggi. Gli Elfi, vedendo ciò di cui si stavano macchiando i maghi e l'avanzate della Corona contro i loro alleati Halflings, cercarono un accordo con i nordici per scongiurare una guerra che sembrava ormai alle porte. A causa dell'affidamento diplomatico all'Accademia, uno dei Supremi riuscì a strappare alla famiglia reale un nuovo editto in modo da far svanire anche le ultime speranze elfiche in merito ad almeno una tregua che sarebbe servita per soccorrere le tribù del Sud indebolite e magari prepararsi con onore ad un assedio che gli Elfi nell'arco della loro storia non avevano mai ricevuto. Ma l'Ordine era astuto e non permetteva che gli Elfi prendessero tempo, ma continuando ad impegnarli a proteggere le tribù nordiche, in modo da inasprire i rapporti e allungare le trattative.
    L'editto sopracitato consisteva nell'uccidere ogni bambino mezzelfo sotto i 7 anni, giudicati razza impura, portatrice di magia pericolosa e credi infondati ed empi. Se la madre incinta fosse stata tana di una simile “bestia”, avrebbe subito il medesimo destino.

    Salita al potere una nuova famiglia reale, modifiche legislative all'Ordine non furono più concesse, ma per timore e riverenza le leggi non furono modificate e continuò lo scempio, spesso eseguito di malavoglia dalle guardie e i funzionari reali. Si respirava sempre più aria di guerra e molti Elfi decisero di far a modo loro senza seguire la decisione comune, ingaggiando piccoli scontri con i maghi e proteggendo di persona le tribù. L'idea di dover eliminare l'Ordine e sostenere coloro che volevano trovar un modo per privare gli umani della magia divenne più forte tra gli Elfi.

    Alla fine, giunse lo scontro, 7 anni prima la creazione dell'Ordine Supremo di Derinian e l'esercito marciò sui territori elfici inviolati. Bruciarono i loro templi sacri nelle foreste, riempirono di sangue i villaggi, saccheggiarono le case e assediarono dopo una lunga guerra di trincea tra Oraion e Seconra, quest'ultima. Dopo due anni, in cui la popolazione elfica calò drasticamente a causa di potenti magie dell'Ordine e gli stenti, sebbene ne fossero meno vulnerabili, Seconra fu conquistata e di questa rimasero solo rovine. Chi fu fatto prigioniero nella città fu mandato in esilio, chi tentò di fuggire ucciso. Ogni elfo che era riuscito a scappare dal suo destino di esiliato o condannato a morte aveva una taglia sulla testa. Il Regno del Nord, l'Ordine Supremo Umano, alleato con gli Gnomi e i Nani (pagato per l'alleanza con grandi ricchezze elfiche) diede vita all'Ordine Supremo di Derinian che ne vedeva a capo la Corona e l'Ordine Supremo di Derinian, ben distinti, ma complementari.

    Contemporaneamente alla conquista del trono da parte della famiglia Lorgaire nel 17 d.f.O.S.D. (dopo fondazione Ordine Supremo di Derinian; d'ora in avanti gli anni saranno conteggiati in questo modo), Tolmara veniva invasa da nord a sud da brigate disorganizzate di orchi e goblin che mettevano in ginocchio le città impoverite e deboli a causa del freddo inverno ormai giunto alle porte e all'improvvisa e misteriosa sconfitta dell'Ordine che più o meno segretamente aveva preso il controllo di quella terra e dei suoi plurimi governi indipendenti 41 anni prima, portando alla perdita del controllo magico su Tolmara. Quelle terra era perduta per sempre, ricoperta dai manti di neve e senza tempo dentro il ghiaccio, terra ormai di quelle creature a cui era sempre interessata. Pochi villaggi umani ormai potevano resistere, oppure piccole comunità nelle città in rovina, vivendo di una faticosa sopravvivenza con ciò che rimaneva. Alcuni riuscirono a fuggire nelle Steppe del Nord e a varcare i confini nanici, raggiungendo Derinian.

    Gli Halflings si chiusero a guscio per qualunque razza, se non per ospitare elfi o mezzelfi in fuga, rafforzando i confini e dedicandosi solamente a quello, ripagando con la stessa moneta gli umani giudicandoli barbari e fuorilegge entro il Regno Halfling.

    Nelle città umane esistevano ghetti appositi per i mezzelfi e qualche elfo, in cui spesso e volentieri venivano maltratti assieme alle loro famiglie, tenuti come “ostaggi” o crudele passatempo. La pietà non era rara e qualche mezzelfo o vecchio elfo veniva condotto qui invece che in esilio o peggio, dove ad ogni modo viveva con difficoltà nella povertà, potendo solo consolarsi con il fatto di essere immuni a malattie generalmente umane. Erano “gestiti” dai maghi e sorvegliati dalla Corona poiché nemici pubblici, sebbene molti di essi fossero bambini o giovani.

    Gli umani erano riusciti a conquistare finalmente ciò che volevano: la supremazia mondiale.

    E da qui inizierà la nostra storia...

    Edited by RullOmbra - 31/7/2014, 11:53
     
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    Bene, sotto richiesta dell'autore, modifico il nome e smisto in Fantastico.
    Rifaccio i complimenti per il racconto ^^
     
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