Locusta

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  1. Laiot
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    Secondo alcuni studiosi, il primo caso di omicidio documentabile sarebbe quello di Locusta, un'avvelenatrice professionista attiva a Roma durante il I secolo d.C. Di lei si servirono persino Agrippina e Nerone, ma non furono i soldi. Il primo a sperimentare la sua conoscenza approfondita delle erbe fu suo marito. A quei tempi Locusta era ancora in Gallia, dove nacque. Siamo nel I secolo d.C. e, prima di giungere a Roma in cerca di fortuna, la signora dei veleni ne dovette sperimentare molti se si fece subito la fama di immortale. Sarebbe stato impossibile eliminarla con un veleno, tanta era la sua esperienza. Ad ogni modo, si trasferì presto a Roma, dove il suo nome prese a circolare velocemente. Si dice che una delle sue prime clienti di alto rango fu Messalina, intenzionata a liberarsi di Tito, un suo amante. La sua fortuna sembrò arrestarsi di colpo quando venne denunciata alle autorità, quindi arrestata, processata e condannata a morte. Era ormai rassegnata e in attesa della sua esecuzione quando, miracolosamente, fu chiamata da Agrippina, quarta moglie dell'imperatore Claudio. Era l'anno 54.
    Propose di sostituire gli amati funghi di Claudio, gli amanita caesarea, con dei funghi mortali, gli amanita phalloides. Il risultato non fu quello sperato. L'imperatore fu preso da vomito e il cibo avvelenato gli fece più o meno l'effetto di un'indigestione. Agrippina poteva però disporre della complicità di Senofonte, il medico di corte, che conficco nella gola di Claudio una piuma intrisa di un veleno ancora più potente, fornito dalla solerte Locusta.
    L'imperatore morì dopo dolorosissimi spasmi e terribili convulsioni e l'avvelenatrice fu salva, anche se passò sotto la stretta sorveglianza di Pollonio Giulio.
    Fu proprio lui a convocarla nuovamente a palazzo, questa volta sotto la committenza di Nerone, il nuovo imperatore, figlio di Agrippina. La vittima era Britannico, il figlio dell'ex imperatore Claudio.
    Durante un banchetto venne servito a Britannico del vino avvelenato, ma anche questa volta l'intruglio provocò alla vittima un immediato attacco intestinale, che gli fece espellere dal corpo ogni cosa, compreso il veleno.
    Per rimediare, fu organizzato un altro banchetto. Visto il precedente, Britannico, più accorto, aveva deciso di far assaggiare i propri cibi e le proprie bevande a un servitore. Per ovviare a questo ostacolo gli fu versata nel bicchiere una bevanda bollente. Britannico chiese allora la caraffa dell'acqua ghiacciata per raffreddarla, caraffa dove era stato posto accuratamente il veleno. Una volta mandato giù il primo sorso, Britannico cascò a terra contorcendosi. Morì di lì a poco.
    Da quel momento Locusta fu ricoperta di favori e privilegi, e la sua clientela si allargò a dismisura. Con la morte di Nerone, però, Locusta perse il suo appoggio politico e cadde in disgrazia con Galba. Nel gennaio dell'anno 69, l'imperatore la condanna a morte per aver assassinato circa quattrocento persone: secondo le cronache, viene fatta stuprare da una giraffa ammaestrata in maniera speciale e poi il suo corpo viene calpestato e squarciato da animali selvaggi.

    Fonti: I serial killer, (Ruben de Luca e Vincenzo Mastronardi) e Le 101 donne più malvagie della storia (Stefania Bonura)


    Edited by Shira™ - 18/1/2016, 12:57
     
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25 replies since 5/8/2013, 15:01   2561 views
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