Sbarre di ghiaccio

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  1. Shira™
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    “Causa numero 25, lo Stato contro Katy McCorner”
    “Come si dichiara l'imputata?”
    “Colpevole, Vostro Onore”


    Piove. L'odore del terreno bagnato di pioggia riempie le narici di Katy, mentre l'acqua le bagna il viso e i capelli, corti e rossicci. Stringe con forza l'oggetto che porta con sé, celato dalla tasca sinistra dei jeans, mentre sorride, felice della pioggia che almeno può coprire le sue lacrime.
    Resta in attesa, con il corpo immobile ed i muscoli tesi, come una leonessa che aspetta la preda. Ma lei non caccia per fame, lei vuole solo essere libera, vuole spezzare la gabbia che da troppo tempo la incatena. Senza di lei tutto sarà più bello.
    Se chiude gli occhi vede la sua figura sorridente, accompagnata da una fitta di dolore e da un'intensa sensazione di nausea. Li riapre, scrutando il buio della notte; la porta è ancora chiusa, ma lei ha pazienza, per quella notte ha pazienza.

    “Prima che decida la sentenza, la Difesa ha qualcosa da dire?”
    “Sì, Vostro Onore! Chiediamo le attenuanti generiche per l'imputata”


    Il cuore le batte forte in petto, mentre vede la porta aprirsi piano e la sua figura fare capolino nella notte. E' allegra e sorridente e cammina al fianco di un ragazzo, probabilmente il suo fidanzato. E' un imprevisto che Katy non ha calcolato, ma non vuole arrendersi. Quello è il momento del suo riscatto, non può permettersi di restare in gabbia. Sospira piano, per farsi coraggio, ed estrae lentamente dalla tasca il coltellino, saggiandone con il pollice la parte non affilata. Sorride appena, mentre nuove lacrime le rigano il volto, ancora protette dalla pioggia che continua a cadere. Sente il freddo della lama contro le dita, che nonostante tutto le provoca una strana sensazione di calore all'altezza del cuore. Il ragazzo insieme a Karen stringe nella mano sinistra un grande ombrello rosso, che ripara entrambi. Katy muove un passo in avanti, restando, però, ancora celata dal buio di una palazzina. Anche lei avrebbe bisogno di qualcuno che la ripari dalla pioggia, in quel momento. I capelli le si sono appiccicati al viso e lei sa già che non passerà la notte senza un bel raffreddore. Ma nessuno può ripararla, è sola, e se si trova in mezzo alla pioggia è tutta colpa di quella biondina sorridente. La stretta sul coltello si fa più forte, Katy sente La Bestia che scalpita dentro di lei. E' un po' di tempo che l'accompagna, che la fa sentire viva. Senza di lei, forse, non ci sarebbe più.
    Continua ad osservare le mosse dei due fidanzati, che adesso sembrano presi da una discussione. Katy non riesce a sentire cosa si stanno dicendo, ma dopo pochi secondi il ragazzo si allontana nella direzione opposta, mentre Karen continua a camminare, da sola.
    La Bestia ruggisce ancora, e lo sguardo di Katy resta incollato alla figura, che procede allegra, coperta dall'ombrello rosso che il ragazzo le ha lasciato.

    “L'Accusa ha qualcosa da obiettare?”
    “Vostro Onore, l'imputata si è rifiutata di svelare i motivi per cui ha ucciso Karen Walter, per questo l'Accusa si oppone alla richiesta delle attenuanti”


    La Bestia le graffia l'interno del cuore, costringendola a mordersi le labbra. Prima riusciva a tenerla sotto controllo, la nutriva con il suo odio, ma adesso è diverso, ogni secondo che passa la sente più forte. Tutto questo deve finire, deve essere libera.
    Chiude gli occhi per un istante e si fa coraggio, per poi allontanarsi dall'ombra rassicurante e avvicinarsi alla giovane. Non dice niente, solo cammina verso di lei, con passo deciso, guardandola negli occhi. Un lampo di stupore attraversa quei pozzi chiari, ma è solo un attimo. Poi, la prima coltellata la raggiunge alla gola, e adesso solo gli occhi di Karen possono parlare per lei. Lo stupore diventa consapevolezza, ma anche dolore, un punto di domanda infinito che si propaga dai suoi occhi. Lo sguardo di Katy è fisso sulla ragazza sanguinante ed il suo braccio continua a colpirla, quasi meccanicamente. La Bestia ruggisce ancora più forte ed un piccolo sorriso compare sul volto di Katy, macchiato di sangue. Presto sarebbe stata libera.

    “La Difesa è in grado di rispondere alla domanda dell'Accusa?”
    “...no, Vostro Onore”


    Il sangue cola dalla lama splendente, così come dal corpo di Katy, i suoi vestiti sono pregni di quel liquido vermiglio e l'odore è forte e inebriante. Il corpo di Karen giace a terra. Quaranta coltellate, Katy quasi non sente più il braccio. Osserva il corpo ricoperto di sangue, e la mano destra con lentezza raggiunge la tasca corrispondente, posta sul retro dei jeans. Il suo sguardo non abbandona il cadavere della ragazza, i suoi occhi attoniti e sbarrati, ora gelati dal freddo della morte. Non ha mai visto prima gli occhi di un morto, sente una strana sensazione di freddo che le sale dalla schiena, mentre La Bestia ha smesso di ruggire. Se chiude gli occhi può vedere le sbarre di ghiaccio, prima fisse e salde, che si sciolgono davanti ai suoi occhi. La mano nei jeans tocca la carta ruvida e l'indice e il medio si serrano, estraendo quel simbolo.

    “Signorina McCorner, può rivelare alla Corte i motivi che l'hanno spinta ad uccidere Karen Walter?”
    “...”
    “Sia messo agli atti che l'imputata si rifiuta di rispondere”


    Un semplice biglietto. Un piccolo pezzo di carta, apparentemente privo di significato, ma fin troppo importante per Katy. E' cominciato tutto da lì, ma poi Lei ne ha decretato la fine, e tutto per colpa della ragazza che ora giace priva di vita ai suoi piedi. Appallottola il biglietto e lo scaglia con furia al suolo, macchiandolo del sangue di Karen. Resta immobile, mentre la pioggia continua a cadere, insensibile al dolore e alla morte. Katy si inginocchia e recupera il biglietto, rimettendolo in tasca. Adesso la distanza tra lei ed il corpo è minore e l'odore del sangue è ancora più intenso, misto all'odore di morte. Si rialza, mordendosi le labbra. La Bestia si risveglia, torna a raschiare, piano ma senza sosta.

    “In virtù della mancata conoscenza delle motivazioni che hanno spinto l'imputata al suo gesto, la Corte non ritiene che ci siano gli estremi per la concessione delle attenuanti”

    Un sapore amaro si fa strada nella sua bocca, mentre l'odore del sangue diventa insopportabile, e gli occhi gelidi di Karen sembrano trapassarle l'anima. Una cupa disperazione si fa strada nella mente di Katy, e lei torna a piangere, mentre si allontana di qualche passo, prima che arrivi qualcuno. Non vuole che la vedano così, sporca di sangue e con le lacrime che ancora le bagnano gli occhi, non vuole essere umiliata ancora di più, Karen e Lei hanno fatto abbastanza. L'hanno distrutta, l'hanno privata di una libertà che adesso non riesce più a trovare. Gli artigli della Bestia penetrano in profondità nelle sue viscere.

    “Dopo attenta riflessione, la Corte ha deciso di condannare Katy McCorner alla pena massima prevista dall'ordinamento”

    La penombra del palazzo è tornata ad avvolgerla, calda e protettiva, ma l'odore del sangue, di cui sono fradici i suoi abiti, non l'ha abbandonata. Sente il rumore delle sirene della polizia, in lontananza, qualcuno deve aver visto qualcosa. Katy sospira, appoggiandosi al muro e sporcandolo del sangue di Karen. Le sirene sono sempre più vicine, e lei dovrebbe andarsene, ma le sue gambe sembrano diventate di marmo, e lei è troppo stanca per muoversi, è troppo stanca anche per pensare. Chiude gli occhi, e le sbarre di ghiaccio appaiono di nuovo davanti a lei, ferme e solide come sempre. Non è mai stata libera, quella gabbia gelida continua a stringerla, a lasciarla incatenata alla Bestia.
    Il suono delle sirene è sempre più forte, e la testa di Katy inizia a pulsare. Ha bisogno di silenzio, quel suono continuo le fa venire il mal di testa. Si lascia scivolare al suolo, e nasconde la testa tra le mani, si copre le orecchie per non sentire, ma il suono è ormai troppo forte.

    “L'imputata dovrà quindi scontare l'ergastolo nel carcere femminile di Tehachapi”

    Il cuore batte all'impazzata dentro il petto, trattenuto solo dalle unghie della Bestia, mentre le sbarre ghiacciate si fanno sempre più vicine.
     
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