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Le Creature Leggendarie Non-Creepy

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  1. Indigo.
         
     
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    Kelpie (a cura di Indigo)


    Il Kelpie è un demone in grado di assumere la forma di un cavallo nero e proviene dal folklore celtico, e si crede infesti i laghi ed i fiumi della Scozia e dell'Irlanda. È presente anche nel folklore scandinavo, dove è noto con il nome di Bäckahästen (il cavallo di fiume), e nell'Isola di Man, dove è noto con il nome di Alastyn.

    In Scandinavia, il cavallo di fiume è una variante del Nix, uno spirito d'acqua che assume forma umana. Esso viene spesso descritto come una magnifico cavallo bianco che appare in prossimità dei fiumi, soprattutto nelle giornate nebbiose; si riconosce subito dalla coda e dalla criniera bagnata. Chiunque vi monti in groppa non è più in grado di scendere. Il cavallo salta allora nel fiume gettando in acqua il suo passeggero. Questo demone a volte si presenta con tanto di finimenti e aratro al seguito, forse come ulteriore tentazione nei confronti degli esseri umani. Il Kelpie appare a volte in forma di un uomo molto villoso in grado di afferrare i malcapitati viaggiatori e stritolarli, ma il più delle volte esso prende la forma di un mite cavallo bianco. In tale forma esso cerca di convincere i viandanti a montargli in groppa per poi disarcionarli o trascinarli in acqua. Fatto questo il kelpie scompare provocando enormi lampi toccando l'acqua con la sua coda. Esso a volte si accoppia con i normali cavalli ed i puledri così ottenuti sono dei cavalli straordinariamente veloci. Il Kelpie è anche in grado di preannunciare l'avvento di una tempesta segnalandola con ululati e lamenti, per questo si dice che a volte può anche rivelarsi un essere benevolo. La tradizione popolare afferma che chiunque sia in grado di imbrigliare un Kelpie cavalcherà magnificamente per tutta la vita. In Australia, non è altrettanto benevolo, poiché non si limita a essere burlone, infatti spesso divora il malcapitato dopo averlo trascinato in acqua, e questo può succedere anche in mare.




    Edited by ZeldaSM - 6/12/2013, 19:43
     
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  2. OmegaDriver
         
     
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    Il mostro di Crawfordsville (a cura de L'anarchico)

    Il mostro di Crawfordsville è il nome dato a una misteriosa creatura volatile avvistata nella piccola cittadina dell'Indiana durante il 1891.
    La prima notizia riguardante la misteriosa creatura viene riportata nell'edizione mensile di settembre 1891 del Indianapolis Journal, e tempo dopo viene ripresa dal più influente Brooklyn Eagle entrando a far parte del ricco folklore statunitense.
    Contrariamente allo scetticismo che si potrebbe mostrare al riguardo, molti studiosi prominenti dell'epoca come l'investigatore del paranormale Charles Hoy Fort e il giornalista Vincent P. Gaddis, si occuparono di ricerche personali e indipendenti per far luce sulla storia del volatile e delle sue possibili origini.

    Si arrivò a pensare di un coinvolgimento ufologico, ovvero, che non si trattasse di una creatura vivente ma di un oggetto volante non identificato, teoria avanzata per via del fatto che il mostro spariva e appariva in continuazione senza poterne trarre altre ipotesi. L'ipotesi fantascientifica fu screditata da Gaddis, che al termine delle sue ricerche preliminari giunse alla conclusione che s'era di fronte a «una creatura vivente abituata a un habitat atmosferico, ma non per questo forzatamente trattasi di UFO».

    Le descrizioni sono unanimi, ma talvolta discordanti riguardo caratteristiche fisiche o corporarli, come il respiro, da taluni definito normale, da altri molto caldo, arioso e incandescente. Si suppone la mancanza di testa, oppure presente ma in forma molto piccola, come testimoniato dai più. Gli occhi di colore rosso accesso, da sembrare infuocati. Concordano tutti sul fatto che si trattasse di una creatura rettile, ad una prima apparenza un'anguilla gigante alata, dal movimento ondulato e con una sorta di pinne presenti lungo tutto il corpo. La lunghezza stimata attorno ai venti piedi, per otto di larghezza.In molti hanno descritto un forte sibilo, grido, emanato dalla creatura durante, prima e dopo il volo, molto simile a un urlo di dolore.

    Questo tipo di descrizione farebbe pensare ad una sorta di pterosauro.

    Gli avvistamenti ufficiali e accertati del mostro di Crawfordsville sono due, entrambi avutisi nel corso del XIX secolo:
    Il primo è occorso intorno alle 2 di mattina del 4 settembre 1891. Il volatile appare nei cieli di un maniero più volte andando e sparendo. All'avvistamento è testimone il reverendo G.W. Switzer, sua moglie e due operai di un campo agricolo.
    Il secondo, ben più celebre, è stato riferito da un centinaio di persone il 6 settembre. La creatura sorvola l'intera comunità per poi sparire nuovamente.
     
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    Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille. Mentre il contrario è del tutto impossibile.

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    La Huldra (a cura di {Samadhi)

    Nel folklore scandinavo la Huldra è una specie di spirito femminile delle foreste, molto simile ad alcune figure del Piccolo Popolo Celto/Anglosassone. Il nome Huldra deriva dalla parola scandinava che significa "coperto", "nascosto", e in certe zone della Norvegia viene anche chiamata Skogsrå o Skogsfru/Skovfrue, termini che possono essere tradotti come "Signora (o Guardiana) della Foresta".
    La Huldra solitamente appare come una bellissima fanciulla, spesso completamente nuda, con lunghi capelli fluenti, che la aiutano a coprire le sue parti non umane, ovvero la schiena simile alla corteccia di un vecchio tronco e la coda animale, il più delle volte quella di una mucca, ma in alcune varianti svedesi anche quella di volpe. In Norvegia la Huldra ha anche una controparte maschile, conosciuta come Huldrekarl, con cui condivide aspetto e poteri.

    Queste creature hanno spesso interazioni molto strette con gli esseri umani. Si dice che le Huldra siano solite attrarre gli uomini dei villaggi nel loro rifugio in mezzo alla foresta per accoppiarsi ripetutamente con loro. Se lo sventurato non fosse in grado di soddisfare sessualmente la sua partner fatata, quest'ultima finirebbe con l'ucciderlo, ma se riuscisse nell'ardua impresa allora la Huldra gli donerebbe parte del suo potere. Però, anche in questo caso, non sempre le cose si concludono felicemente per il malcapitato. Alcune volte, la Huldra soddisfatta può costringere il proprio focoso partner a sposarla! I casi di matrimoni con queste entità non sono rari nella tradizione popolare, e non sempre sono forzati. Alcune volte l'apparente bellezza di questi spiriti della Foresta è tale che qualche giovanotto si innamori davvero di una di loro e la porti all'altare. Una volta sposata con rito cristiano, la Huldra perderà la sua coda animale e diverrà bruttissima. Ma ormai il matrimonio è fatto, e guai a tradirla! La sua forza è immensa e la sua collera terribile!

    Le Huldre derivano sicuramente da un qualche tipo di entità primordiale, probabilmente legata alla fertilità. Le sue caratteristiche bovine danno sostegno a questa ipotesi, in quanto la figura della vacca era simbolo di fertilità e prosperità in moltissime culture antiche.
    I molti punti di contatto con entità presenti in diverse tradizioni, portano anche a pensare ad una comune origine. Figure simili alla Huldra scandinava sono presenti anche nel folklore tedesco (Frau Holda) e probabilmente sono state originate da una stessa comune figura di entità femminile, poi adattatasi ai vari contesti culturali e religiosi. In fondo, qualcosa di vero nelle leggende c'è sempre...




     
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  4. Keyain
         
     
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    Leucrotta (a cura de .-"ÎmBrøkëñ"-.)

    Introduzione:
    La leucrotta (o leocrota, o leucrocota) è un animale mitologico abitante dell'Etiopia o comunque originario dell'India, che nasce dall'incrocio di una crocotta con un leone.

    Descrizione:
    Tra i primi a descriverci questo animale fantastico fu Plinio il Vecchio (ca. 24-79)

    Testo originale di Plinio il Vecchio:

    “leucrocotam, pernicissimam feram asini feri magnitudine, clunibus cervinis, collo, cauda, pectore leonis, capite medium, bisulca ungula, ore ad aures usque rescisso, dentium locis osse perpetuo: hanc feram humanas voces tradunt imitari"



    Traduzione:

    “la leucrota, animale selvaggio velocissimo, della taglia di un asino selvatico, che ha la parte posteriore di cervo, il collo, la coda e il petto di leone, la testa di tasso, gli zoccoli divisi in due parti, la bocca che si apre fino agli orecchi e al posto dei denti un osso continuo: dicono che questo animale sia capace di imitare la voce umana”



    Le rappresentazioni:
    Le rappresentazioni di questo animale seguono fedelmente la sua descrizione scritta, e la sua caratteristica principale è facilmente distinguibile: l’animale presenta infatti una grande bocca che arriva fino alle orecchie, a volte aperta mettendo in mostra i denti dell’animale, e gli zoccoli divisi in due parti. Solo in una miniatura francese tarda, contenuta in un codice miscellaneo del 1450, l’animale mostra una bocca di dimensioni normali, mentre la testa simile a quella di un asino prosegue con una folta criniera di cavallo che ricopre la bestia fino al petto.

     
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  5. Keyain
         
     
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    Le Janas (a cura di Ego sum in medio vestri)


    In un tempo lontano quando gli uomini sulla mia terra costruivano i nuraghi , un’altra razza si evolse e crebbe fino ad essere temuta e rispettata , janas è il nome che il popolo diede a questi esseri.
    Si narra che avessero forma di bellissime donne ma che all’ occorrenza potevano cambiare aspetto e dimensioni a loro piacimento. Si narra che vivessero in delle piccole case scavate nella roccia (ancora oggi esistenti ) che vengono e venivano chiamate domus de jana scavate da loro con le unghie d’acciaio, e che si spostassero camminando sull’aria senza che i loro piedi toccassero mai terra.
    Era allora obbligo del padre e della madre dei un neonato chiamare come madrina del suo piccolo una jana che avrebbe vegliato su di lui per tutta la vita.
    Le loro tracce si sono perse nel tempo insieme a quelle dei costruttori dei menhir e delle tombe dei giganti o forse sono l’ultima memoria purtroppo orale di quel popolo.
    Arrivate e scomparse quando ancora l’uomo non possedeva la scrittura la loro esistenza è stata tramandata oralmente e la loro storia (se mai è esistita) si perde e si trasforma in funzione della zona alla quale appartiene.
    Quindi vediamo le janas (la cui traduzione corretta è streghe) trasformarsi in fate ed addirittura in fate buone ma c’è un filo comune che lega tutte le narrazioni sulle janas ed è che loro buone (fate) o cattive janas (streghe) sarebbero state in grado di trasmettere all’uomo la conoscenza dell’ignoto.
    Un altro filo comune di tutte le storie è il luogo dove esse vivevano, le domus de janas sono diffuse in tutto il territorio sardo con la medesima conformazione anche se scavate spesso su materiali diversi (pietra calcarea, tufo , granito)
    Dai più recenti studi si è capito che nel paleolitico sardo le domus de jana erano usate come tombe, ma nessuno è sicuro se queste tombe siano state scavate allora o siano antecedenti a quel periodo, un gran mistero si aggira intorno alle janas ed intorno alla loro presunta leggenda.

    magia_imm01


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    Ziz (a cura di JusTChuck)





    Lo Ziz è un uccello gigante menzionato nei Salmi con 2 perifrasi che traducono in italiano l'originale parola ebraica Ziz.
    Per esempio in: "moltitudine degli animali della campagna" (all'interno della moltitudine degli animali della campagna si sottintende presente anche l'uccello gigante Ziz) o "quel che si muove per la campagna" oppure "tutto ciò che si muove nei campi".
    Nella maggior parte delle bibbie, come per esempio nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, viene citato indirettamente ai capitoli: Sal 50,11 ed 80,13-14, mentre nella bibbia CEI viene accennato nei capitoli: Sal 49,11 e 79,13-14. In nessun punto delle bibbie italiane lo Ziz viene chiamato esplicitamente con il proprio nome in ebraico. Lo Ziz ha diversi sinonimi: Ziz, ben netz, figlio di falco, Ziz saddai, Ziz saday, Ziz sadhay, Zīz śāday.
    Esso è presente nella Cabala, è simile al Roc, ed è talmente grande da poter nascondere il sole con la sua apertura alare. Dio diede forma agli uccelli subito dopo aver creato i grandi animali acquatici e i pesci; la funzione dello Ziz quindi è quella di proteggere con la propria voce tutti gli Uccelli più piccoli, che altrimenti sarebbero facile preda delle Aquile e degli altri rapaci; quando lo Ziz fa udire la propria voce, allora i predatori sono presi dal timore che la sua grandezza incute, e trascurano la caccia. Un'altra funzione dello Ziz è quella di proteggere il mondo dal vento che spira con forza da sud: spalancando infatti le sue ali, fa da scudo e trattiene il vento, che in caso contrario renderebbe secca e arida tutta la terra fertile.
    Delle sue dimensioni si dice che quando è posato sul suolo il suo capo possa toccare il cielo. Vi sono diverse nozioni sullo ziz, tra cui che sia simile al falco (il suo appellativo ben netz significa infatti «figlio di falco») o anche che sia piuttosto un grande gallo selvatico. Questa ipotesi è plausibile, giacché si sa che un giorno una Ziz, simile a un'enorme gallina, si accorse che il suo uovo era guasto; allora lo lasciò cadere dal nido, e questa è una cosa che non avrebbe mai fatto se fosse stato sano, giacché ha sempre grande cura del suo uovo. Ma questo era appunto guasto e, quando cadde al suolo e si ruppe, esalò tali sgradevoli odori che trecento alberi rinsecchirono e sessanta città furono evacuate.

    Assieme al Behemoth ed al Leviatano, lo Ziz è la creatura più straordinaria della creazione che vive sulla Terra e rappresenta il cielo.

    Lo Ziz è un animale unico, ma secondo alcuni racconti esso depose all'inizio dei tempi un uovo che si schiuderà nel giorno del Giudizio. Altre versioni affermano che lo Ziz rinasce come la Fenice, ma grazie all'uovo e non al fuoco.

    Lo Ziz è presente anche nella letteratura ebraica infantile.



    Edited by ZeldaSM - 3/5/2014, 17:36
     
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