La capanna nel bosco

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    Questa storia è il seguito di una scritta precedentemente, chiamata "La moglie del falegname". Siete invitati a leggere prima la precedente, così da capire di più questa storia c:


    Un soldato dell'esercito imperiale di Mariethyl, un giorno, stava ritornando da una serie di lunghe battaglie vittoriose ed era diretto verso la sua città natale in groppa al suo fedele destriero, portando con sé un carro pieno di beni di qualsivoglia tipologia ricevuto in dono dal suo generale per ricompensare le sue nobili gesta. Erano passati anni da quando vide per l'ultima volta la sua famiglia e così, pieno di gioia e rapito dalla voglia di rivedere i suoi cari al più presto, decise di abbreviare il suo rimpatrio passando per le vie della Foresta Grigia. Era una tranquilla giornata estiva, il sole stava per nascondersi dietro le vette delle Montagne Brumose e iniziava ad intravedersi la luna alle sue spalle. Il cielo era simile alla fusione tra le dolci onde marine che carezzano la sabbia vellutata: da una parte una luce fioca, quella della luna, circondata da piccoli puntini luminosi sparsi qua e là in modo disordinato e, dall'altra, l'arancione acceso del sole calante, che penetrava tra i fitti grovigli di foglie degli alberi, riflettendosi in un arcobaleno di colori nelle calme e cristalline acque di un fiumicello poco distante. Richiami di pettirossi in amore risuonavano nello spazio intorno a lui, rilassando il suo animo e allietando la sua mente, mentre il fruscio dei fiori mossi dal vento sembrava accompagnare quei dolci canti. Tutta la foresta sembrava un immenso concerto suonato appositamente per andare al passo col giovane uomo e per accompagnarlo fino alla fine del suo viaggio. Calata la notte, il soldato si stabilì ai bordi della via principale e accese un falò sul quale cosse una delle tante carni di cervo che conservava, e dopo aver consumato il suo pasto si recò nella tenda che aveva allestito durante la rosolatura del cibo, infilandosi nell'approssimativo sacco a pelo che aveva con sé e cedendo, quasi subito, al sonno che appesantiva le sue palpebre. Durante la notte l'odore del fuoco estinto penetrò nelle sue narici, infastidendolo al punto da farlo svegliare e, mentre a fatica cercava di riprendere a dormire, sentì un singhiozzare non molto distante dalla sua posizione. Pensando che fosse un bandito, decise allora di impugnare la sua spada e di far finta di essere ancora nel bel mezzo del sonno, cosicché avrebbe potuto prendere di sorpresa il malintenzionato qualora si fosse avvicinato alla sua tenda. Il singhiozzo però, con suo stupore, si fece sempre più lontano, per poi sparire nella notte, notte che il soldato passò a vegliare con un occhio aperto per eventuali problemi.


    Il mattino seguente, ancora un po' sospettoso per gli eventi della sera precedente, il giovane uomo ripose tutto quello di cui aveva fatto utilizzo nel carro e proseguì lungo la strada di casa. Ormai ogni singolo rumore destava il suo sospetto, ma non aveva paura di chi potesse presentarsi davanti a lui, in fondo era un guerriero, il più valoroso di tutti. Stessa giornata, tranquilla come la precedente, il sole splendeva alto nel cielo e una leggera brezza sfiorava il volto del viaggiatore, rinfrescandolo in quella giornata stranamente torrida. E venne la sera, nuovamente allestì un piccolo accampamento, accese un falò e cosse qualche costoletta di maiale che portava con sé. Recatosi a letto e dopo essere caduto in un profondo sonno, venne svegliato nuovamente dallo stesso singhiozzo che udì la notte precedente, ma questa volta era come se fosse all'esterno della sua tenda. Spada alla mano il guerriero uscì di scatto e vide una donna accasciata sulle ginocchia davanti al suo falò, ormai spento. La donna teneva la sua faccia tra le mani e, non appena il viandante le chiese chi fosse, lei prese l'ascia che aveva posato al suo fianco e si scagliò con ferocia contro l'uomo, scomparendo poco prima dell'impatto tra i due. Il soldato levò di corsa le tende da quel luogo, salì sul suo carro e corse via frettolosamente, cercando di ridurre maggiormente il tempo che avrebbe dovuto ancora passare all'interno di quella foresta. Correva nella notte, la lanterna posta al fianco di uno degli archi di sostegno della tenda del carretto si dimenava nel buio spettrale, illuminando prima una parte di foresta, poi un'altra, riuscendo a far capire poco al povero ragazzo della direzione nella quale stava andando. Guardò alla sua destra e tra gli alberi intravide la figura di una capanna, e dopo essersi recato sul posto per verificare se vi ci abitasse qualcuno, poté vedere con i suoi occhi le condizioni pessime in cui si presentava l'abitazione ormai abbandonata al suo destino. Decise quindi di recarsi all'interno e barricarsi fino all'arrivo dell'alba. Entrò dalla porta principale che sbarrò successivamente, chiuse tutte le finestre e spostò i mobili davanti ad esse per evitare che qualcuno irrompesse nell'abitazione e si chiuse nella camera da letto, chiudendo a chiave la porta. La paura attanagliava il suo cuore, pensava di essere al sicuro quando, dall'altro lato della porta della camera, nel soggiorno, sentì una risata compiaciuta e malefica. Sbirciò dalla serratura della porta, dopo aver sfilato la chiave dall'interno di essa, riconoscendo lo spettro come quello che l'aveva perseguitato per tutto questo tempo. Deciso più che mai prese la spada e aprì velocemente la porta, intento a porre fine a quell'incubo, ma quando vide che ogni singolo colpo che scagliava non scalfiva minimamente la donna, si ricordò della pergamena che aveva con sé nel suo borsello. Gli fu data in dono, molto tempo prima, da un potente stregone durante gli anni in cui prestò servizio all'imperatore. Il mago lo avvertì della potenza che aveva intenzione di infondere in quel semplice foglio di carta, raccomandandogli di utilizzare l'incantesimo solamente quando si sarebbe trovato in pericolo di vita. Il vecchio, dopo aver scritto sulla pergamena una parola, utilizzando il potere che emanava la pietra posta al termine del suo bastone di legno, spiegò al giovane come avrebbe dovuto utilizzare l'oggetto. Il guerriero, speranzoso, prese il foglio, lo srotolò e pronunciò una parola, una magia di distruzione, che colpì pesantemente lo spettro disintegrandolo. Sconvolto dall'accaduto, si recò nuovamente nella stanza, si sedette sul letto intenzionato ad aspettare la luce dell'alba, ma il sonno lo richiamò prima ancora che potesse accorgersene.


    La mattina seguente, uscito dall'abitazione, si diresse verso il suo carro, ancora intontito e impaurito dalla notte precedente. Percorse svariate centinaia di metri, prima di vedere quella che sembrava essere l'uscita da quel piccolo inferno terreno che era diventato la foresta. Timoroso, il giovane si girò per l'ultima volta verso il bosco e non vide altro che tranquillità, ma non appena si voltò nuovamente in avanti, giurò di aver sentito un singhiozzo lontano, tra la fitta vegetazione boschiva.

    Edited by Old Valley - 3/11/2015, 20:38
     
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    #andamovie

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    Ero venuto per mettere in WiP, ma rileggendo con le modifiche, io ora sono pe Fantastico :)
     
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  3. HeliØ of the Ode
         
     
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    Per la nuova versione, dico Fantastico.
     
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    Sono Lady Cupcake, prima del suo nome. Madre dei Pennuti, distruttrice della mia autostima. Creatrice del ciclo del Disagio e stermimatrice di germi.

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    Fantastico anche per me, ripulisco e smisto
     
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