Il Corvo Notturno 2: I Predoni dell'Atlantico.

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    Una tempesta all’orizzonte sta per colpire l’immenso vascello del Capitano Valentine, ma questo conta poco per lui. Sono passati ormai 12 anni da quando è in viaggio nei mari dell’Atlantico, scoprendo isole dove ha recuperato antichi tesori e incontrato popoli nuovi, senza deturpare il loro ambiente. Il suo animo è sempre fiero e nulla lo spaventa.

    ‘’Forza ciurma, ammainate la vela maestra, un’insulsa nuvola non può fermare la Red Eagle.’’

    ‘’Capitano, Fregata Inglese alla poppa.’’

    ‘’Quale diavolo? E questi cosa vogliono? Preparate i cannoni.’’

    Con queste parole, il Capitano Valentine, scattante come la lepre di maggio, tornò nella sua cabina, aprì l’armadio e recuperò il suo vecchio ‘’amico’’.

    ‘’Mio caro Corvo, è il momento di tornare in scena.’’

    La pioggia battente aveva reso scivoloso il ponte e qualche uomo del capitano scivolava contro la ringhiera o l’albero, ferendosi. La Fregata Inglese si arpiono alla Red Eagle, e gli inglesi stavano per incombere sul loro ponte, ma Valentine lanciò in mare gli ormeggi inglesi e saltò sul loro ponte. Tirò fuori due spade e rimase immobile, con il volto fisso sul ponte.

    ‘’Il Corvo Notturno, sono 12 anni che ti sto dando la caccia per tutto l’Atlantico.’’

    ‘’Ah, da quel che vedo sei ancora vivo, Adam Pittsburgh, come va la cicatrice sul collo?’’

    ‘’E’ un ricordo che fa ancora male, ma adesso basta baggianate e affronta l’Oscura Signora.’’

    La ciurma inglese si scagliò su Damon, ma le sue spade eran veloci, penetravano le loro gole, i loro toraci con facilità inaudita, finché l’ultimo uomo non scappò via, in preda al panico.
    Adam Pittsburgh si tolse la cappa e il cappello e caricò il Capitan Valentine, ma quest’ultimo era più rapido di lui.
    Un gomito dietro il midollo spinale e uno spade trafisse il suo petto.

    ‘’Quando torni da coloro che ho odiato, riferisci queste parole: Il Corvo Notturno è ancora vivo.’’

    Togliendo la spada, il capitano tornò sulla sua nave e lasciarono la tempesta, tornando nella luce del giorno e cavalcando le onde dell’Atlantico.

    Verso un nuovo orizzonte miei cari.

    Nave-corsari-pirati-saraceni-ad-Ischia

    Edited by Mørdekai The Summøner~ - 14/6/2013, 22:45
     
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    Ed ecco a tutti noi un nuovo universo de "Il Corvo". Bella Morde.
     
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    ^_^ Yeaah, qualcosa da fare in estate.
     
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    Il Corvo è tornato! Yeah! :rock2:
     
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    Il Corvo Notturno 2: I Predoni dell'Atlantico.

    Episodio 1: Isola Nera.


    Una nuova alba nei mari dell'Atlantico sorge ad Est dell'orizzonte, il capitano Valentine, in piedi sulla prua della nave, osserva i gabbiani volare in cerca di cibo. Il suo mantello, blu notte, fluttua nel vento.

    I boccaporti si aprono e i primi uomini della ciurma stendono i loro muscoli:

    "Capitan Valentine, già sveglio?"

    "Un Capitano si alza sempre prima del sole...e poi non riuscivo a dormire."

    "Sa la nuova rotta?"

    "Rotta 3º gradi Nord-Est, c'è una piccola colonia americana li."

    "Avviso subito la ciurma di impostare la rotta.’’

    Il Capitano fece un cenno con la testa e ritornò ad osservare il rosa del cielo, respirando la brezza marina.
    Dopo due ore di viaggio, raggiunsero una colonia americana, un’isola di media grandezza con case in legno e mattoni. Sfortunatamente non c’era un porto per attraccare, così lanciarono l’ancora sul fondale e giunsero sulla spiaggia con 3 piccole barche.

    ‘’Sir Damon Valentine, ma che piacevole sorpresa vederla a Fort Peach. Qual buon vento la porta qui?’’

    ‘’Ah, che bello rivederti Andrew. Come vanno le cose qui? Siam venuti a far colazione.’’

    ‘’Bene, seguitemi, abbiamo preparato uova con salsicce di bue, latte di capra e frutta, inoltre abbiamo anche un qualcosa per lei.’’

    Dopo 30 minuti di colazione abbondante, Damon si diresse da Andrew per vedere cosa aveva di così importante. Entrò nella sua casa vicino la spiaggia e fu accolto da una luce soffusa.

    ‘’Entra Damon, voglio mostrarti la mappa per l’Isola Nera.’’

    ‘’Isola Nera? Di cosa parli Andrew?’’

    ‘’La leggenda narra di un’antica isola che sorge solo quando c’è la luna piena e questo accadrà…oggi. L’isola nasconde un enorme tesoro, ma anche insidie.’’

    ‘’Hai intenzione di scoprire cosa si cela oltre al tesoro?’’

    ‘’Direi di si, ti andrebbe di aiutarmi?’’

    ‘’Perché no, erano anni che non mi dedicavo a della pura avventura.’’

    L’isola Nera, per coloro che non lo sapessero, è un’isola tipicamente ricoperta di cenere, con un vulcano che si erge al centro. Il continuo emanare dei fumi e della cenere, hanno completamente annerito gli alberi e la vegetazione circostante.
    Era mezzanotte, il Capitano Valentine e l’ammiraglio Andrew si diressero verso l’isola, alla ricerca di qualche tesoro. Le acque erano calme e si intravedevano delle balenottere in lontananza, richiamarsi a vicenda con il loro canto.

    ‘’Terra!’’ urlò un membro della ciurma.

    L’isola Nera era a pochi metri da loro, ma Valentine decise di arrivarci a nuoto, almeno avrebbe ispezionato la zona, in caso di trappole o pericoli oppure un passaggio segreto.
    Giunto sulla spiaggia, notò un piccolo focolare a pochi metri dalla spiaggia. Si avvicinò e notò un uomo intento ad imprecare contro il dio del mare e il giorno in cui ha trovato l’isola.

    ‘’Mi scusi, ma cosa ci fa qui?’’

    ‘’Io? Cosa ci fai tu qui?’’

    ‘’Sono qui per il ‘’tesoro’’ dell’Isola.’’

    ‘’Tesoro? Ahahaha, qui non c’è alcun tesoro se non la morte.’’

    ‘’Ho sfidato la morte tante di quelle volte che mi sembra uno scherzo adesso.’’

    ‘’Vedremo mio caro. Adesso va.’’

    Il Capitano Valentine si diresse nella fitta vegetazione, tagliando rami, cespugli o piante con la spada per facilitarsi il cammino, finché non si ritrovò in una caverna. L’oscurità avvolgeva l’antro della caverna, impedendo di vedere, vangando a tentoni lungo le pareti scivolose. Una voragine si aprì sotto i suoi piedi e cadde in una rete sottostante.

    ‘’Cosa ci fai qui straniero?’’- disse una voce nell’oscurità.

    ‘’Io sono il Capitano Valentine, mi han detto che qui si nasconde un tesoro, vorrei solo sapere di cosa si tratta.’’

    L’antro della caverna si illuminò d’un tratto, migliaia di torce si accesero per rivelare un grande altare in marmo a venti metri dal capitano.
    ‘’Come sai della nostra Isola?’’- disse un vecchio con un copricapo fatto di ossa di puma.

    ‘’Un mio amico mi ha detto di questa fantomatica isola che sorge all’orizzonte ogni 4 settimane a mezzanotte. Mi detto che si nasconde un tesoro e vuole averlo.’’

    ‘’L’unico tesoro di cui disponiamo è la conoscenza e l’astuzia. Se non ti dispiace, ora lascia quest’isola e non tornare.’’

    La rete si spezzò e una frana ostruì l’unico passaggio per l’altare. Decise allora di tornare indietro e, senza una ragione precisa, un doblone d’oro gli cadde nella mano.
    Tornò alla nave per scoprire che i suoi amici, e Andrew lo aspettavano alla nave, ansiosi.

    ‘’Valentine, ma che fine avevi fatto? Ti stavamo cercando per tutta l’isola.’’

    ‘’Ero a fare una passeggiata e ho trovato questo doblone. Credo che lo terrò come ricordo.’’

    La nave riprese il suo viaggio verso una nuova avventura, ma cosa nasconderà quel doblone e perché proprio Valentine?
    Quali altri misteri si celano in questo evento?

    Le prossime avventure nei mari dell’Atlantico ce lo racconteranno.
     
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    Uhm... Aspetto il prossimo episodio. Ma attento a Dio del Mare :ahse: Hai scritto in minuscolo u.u

    Si, l'ho fatto :la:
     
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    Essendo un dio pagano, va scritto in minuscolo.
     
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    Ah! Me l'ero perso, chiedo umilmente venia.
    Bello come sempre, anche se il primo Corvo era, secondo me, migliore.
    Una domanda: perché l'hai postato sotto forma di commento?
     
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    CITAZIONE (Nickname Banale @ 25/6/2013, 18:50) 
    Ah! Me l'ero perso, chiedo umilmente venia.
    Bello come sempre, anche se il primo Corvo era, secondo me, migliore.
    Una domanda: perché l'hai postato sotto forma di commento?

    Mi è stato detto di aggiornare il topic originale quindi, ho fatto così.
     
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    Ok, comunque aspetto i prossimi episodi!
     
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    Il Corvo Notturno 2: I Predoni dell’Atlantico.

    Episodio 2: La Baia dei Dannati.



    Passarono 5 mesi dall’evento dell’Isola Nera, il clima torrido e estivo, lasciò spazio all’inverno e alla neve che sembravano chicchi di mais bianco volteggiare nell’aria.
    Il freddo pungente rendeva i membri dell’equipaggio irascibili e infreddoliti, ma l’unico che rimaneva impassibile e fiero era Valentine, che osservava imperterrito quel doblone trovato nella caverna, incantato dalla sua brillantezza.

    ‘’C-capitano Valentine.’’

    ‘’Si? Che accade Marcus?’’

    ‘’Dove siamo diretti con questo freddo infernale?’’

    ‘’4 mesi fa, quando eravamo nella colonia americana, Andrew mi disse di una baia…’’

    ‘’La Baia dei Dannati intende?’’

    ‘’Si, quella. E’ li che siam diretti, devo scoprire il significato di questo doblone.’’

    Dopo lunghe ore di agonizzante freddo, raggiunsero la baia. Il posto era avvolto da una fitta nebbia, i tetti della piccola cittadina erano decadenti e marci, un viandante con una lanterna si illuminava il cammino, era coperto solo da un cappello di pelle nera e un lunga tunica.
    Lo seguì vicolo dopo vicolo, fino a raggiungere una taverna li vicino, la White Moon, un piccolo pub stracolma di omaccioni dallo sguardo torvo e rabbioso che, non appena entrò Damon, lo squadrarono da testa ai piedi con fare di sfida.
    Damon non si fece intimorire molto, ma quegli sguardi lo infastidivano molto.

    Non si accorse che uno di loro gli sbarrava la strada e finì contro il suo petto:

    ‘’Ehi, guarda dove vai scarafaggio.’’

    ‘’Scusa amico.’’

    Quel grosso omaccione sferrò un gancio destro, ma Damon lo bloccò con la sua mano e strinse così forte da farla scricchiolare, finché il suo polso non si spezzò.

    ‘’Mai far infuriare Damon Valentine.’’

    L’omaccione era agonizzante al suolo, mentre si massaggiava il polso e gli altri assistevano in silenzio la scena.

    ‘’Damon Valentine, colui che ha ucciso il re d’Inghilterra durante la congiura degli spagnoli.’’- disse uno strano figuro con barba bianca, una casacca verde muschio e un boccale di birra nella mano destra

    ‘’E voi chi sareste?’’

    ‘’Sono io, zio Bradley.’’ Lo strano figuro si alzò, mostrando una lunga cicatrice sulla guancia e un sorriso a 32 denti gialli.

    ‘’Zio? E voi che fate qui?’’

    ‘’Vedi, nipote, nella Baia dei dannati finiscono tutti coloro che in vita han commesso efferati crimini e sono ancora ricercati dalla Corona Inglese. Ma dimmi, perché sei qui?’’

    ‘’Per questo.’’

    Damon mostrò il doblone che aveva recuperato sull’Isola nera, raccontando la sua peripezia a tutti i presenti e chiese quale storia o mistero si celasse dietro quella piccola moneta.
    Tutti i presenti gli risposero di dirigersi al promontorio del Grande Corno, un promontorio protetto da un guardiano e veggente, forse lui poteva aiutarlo nel suo dilemma.
    Bradley e Valentine si diressero al promontorio, attraversando la vegetazione e, con l’ausilio di un machete, tagliarono rami secchi e liane per aprirsi un passaggio.

    Giunti al promontorio, li furono attaccati da aborigeni con il petto coperto da segni bianchi, una sorta di pittura per spaventare il nemico, armati di lance o archi.

    ‘’Cosa volete stranieri?’’

    ‘’Cerchiamo il guardiano del Grande Corno, deve dirmi cosa c’è dietro questo doblone.’’

    Quando mostrò il doblone, tutti ne furono spaventati, ma l’avidità nei loro occhi era più forte.

    ‘’Nipote, scappa.’’

    ‘’Perchè?’’

    ‘’Questi sono i Predoni del Fuoco, scappa.’’

    Uno di loro con sputò del fuoco dalla bocca, incendiando parte del percorso. I Predoni del Fuoco sono i nativi di diverse colonie americane che si dividono in Predoni bianchi e Predoni rossi. I bianchi sono aggressivi e molto violenti con stranieri o nativi di altre tribù, si dipingono sempre di bianco perché è simbolo di purezza per loro e il fuoco è un esempio.
    I Predoni del Fuoco Rosso, invece, prediligono la purezza del fuoco come arma di difesa e per nutrirsi e lo usano per cerimonie religiose o per accogliere tra loro un nuovo arrivato. Si ustionano la spalla o la mano con un una sorta di ago bollente, dove viene inciso il nome.
    Scapparono il più lontano possibile, finché non si trovarono in un villaggio abbandonato.

    ‘’Dove siamo zio?’’

    ‘’In un vecchio villaggio dei…’’

    ‘’Andatevene stranieri, abbandonate il villaggio dei Rossi.’’

    ‘’Noi stiamo scappando dai Predoni del Fuoco bianco.’’

    ‘’Scappate verso il fiume del Serpente, noi vi aiutiamo solo perché non li sopportiamo. Forza, andate.’’

    E così, dopo una lunga corsa contro la salvezza, Bradley e Valentine raggiunsero il fiume del Serpente, assistendo da lontano a grandi colonne di fumo denso e esplosioni, ma ciò non impedì loro di raggiungere il Grande Corno. Arrivati li, un anziano, vestito di una lunga tunica verde muschio e un copricapo formato da ossa alzò il bastone e disse:

    ‘’Ti stavo aspettando Valentine, io sono Makundo.’’

    ‘’Un momento, tu sei lo stesso anziano sull’isola nera.’’

    ‘’Vedi? La conoscenza è potere. Comunque so perché sei qui, il doblone. Quel doblone cela la chiave per scoprire il tesoro dell’antico capitano François Jacqueline.’’

    ‘’E questo tesoro dove possiamo trovarlo?’’

    ‘’Vicino le colonie francesi, tanto francesi e americani vanno d’amore e d’accordo.’’

    Un polverone di fumo e fiamme avvolse lo sciamano che scomparve, lasciando Damon e lo zio perplessi. E se fosse una trappola o un tranello?
    Nipote e zio tornarono indietro alla taverna, con una storia da raccontare, ma furono colpiti alle spalle da delle frecce avvelenate e in pochi secondi, persero i sensi.

    ‘’Portateli dentro.’’
     
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    I numeri vanno scritti in lettere. :ahse:

    Uno di loro con sputò del fuoco dalla bocca <--- Togliamo il con <3

    La storia procede bene <3
     
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  13. /HunterOfSøuls/
         
     
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    Appassionante, chissà, mi potresti aver dato uno spunto per cinque/sei capitoli del mio prossimo mini-racconto.
     
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    Bravo Morde, attendo con ansia il prossimo episodio!
     
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    Il Corvo Notturno 2: I Predoni dell’Atlantico.

    Episodio 3: Corvo di Montagna.




    Damon Valentine e suo zio si risvegliarono dal sonno, con la testa pesante e la bocca secca, rinchiusi in una gabbia fatta di bambù e legata da erba, circondata da due guardie. Damon tentò di risollevarsi, ma perse nuovamente l’equilibrio cadendo sulle ginocchia.

    ‘’Ma…cosa…è successo? La spalla, perché mi fa così male?’’

    ‘’E’ l’effetto del veleno iniettatoti con la freccia.’’

    Una voce, roca e che emanava odore di salsiccia con aglio, una voce che al solo sentirla ti viene il disgusto e il voltastomaco, una voce familiare per il capitano. La voce di Way Temer, o meglio lo scagnozzo del re.

    ‘’Tu? Come…come sei sopravvissuto?’’

    ‘’Pensi che una banale pugnalata al collo mi possa uccidere? Illuso. Bruciateli vivi.’’

    Detto questo, Way Temer si affrettò a lasciare il luogo, scattando con i suoi stivali infangati e logori. Un tanfo di sterco permeava nell’aria, insieme all’odore di polvere da sparo che bruciava. Andrew era ancora addormentato e Valentine non sapeva cosa fare, ma un lampo di genio balenò nel suo cervello. Il bambù della gabbia era secco e facile da poter spezzare e liberarsi. Sferrò un calcio. Ne sferrò un secondo, un terzo, finché la gabbia non si spezzò e Valentine, che trascinava suo zio per un braccio, si liberò in tempo.

    ‘’Zio, sveglia!’’

    ‘’Che…che accade?’’

    ‘’Dobbiamo scappare, la grotta sta per esplodere.’’

    ‘’Quale diavolo?’’

    Dopo questo breve dialogo, entrambi fuggirono verso il picco della montagna. Un colpo di fortuna, perché proprio in quell’istante, i barili di polvere da sparo esplosero, ruggendo in una palla di fuoco e cenere e facendo crollare l’intera caverna e causando una frana che distrusse un paio di alberi sottostanti.

    I due capitani camminarono per ore, prima di raggiungere il Picco del Dannato. La leggenda di questo picco risale al 1787, quando un pirata senza scrupoli o pietà, raggiunse la vetta e a gran voce urlò:

    ‘’Chiunque osi scalare questa vetta, pirata, navigatore o sciacallo, dovrà vedersela con lo spirito di David Dedalee.’’

    Per quasi 60 anni ha terrorizzato la Baia di Suse, detta poi Baia dei Dannati.

    ‘’Quindi…zio, questo Dedalee è uno spietato pirata e il suo spirito terrorizza chiunque salga sulla sua cima? Perfetto.’’

    Era una sfida per il capitano Valentine e nulla poteva impedirgli di affrontarla.
    Giunti sulla vetta del monte, un vento glaciale investì i loro volti, arrossandoli istantaneamente, nessun torpore o torcia poteva riscaldarli, ma qualcosa poteva riscaldare il loro cuore; un magnifico panorama, terra e mare fusi in un unico scenario di sublime bellezza. Clima tropicale e clima invernale creavano una perfetta armonia.

    Valentine notò qualcosa che luccicava sotto una roccia e, non appena fu a pochi centimetri, capì cosa era: un altro doblone, dello stesso materiale ma con una incisione diversa. Sopra c’era una bandiera con il simbolo della corona francese.

    ‘’Un doblone francese? Cosa diavolo ci fa qui?’’

    ‘’Non lo so, caro nipote, ma qualcosa di anomalo si insidia nella tua avventura.’’

    ‘’Comprendo.’’

    ‘’E ora? Come scendiamo da questo monte?

    ‘’Un Corvo vola. Voliamo allora.’’

    E cosi, dopo qualche ora a costruire una sorta di ‘’paracadute’’ in stile corvo, completo anche di ali fatte di foglie e legate da fili di lana. Cinque minuti di pausa e, un bel respiro, si parte.

    ‘’Questo Corvo prende il volo!’’

    ‘’Sono troppo vecchio per queste avventure!’’

    Un leggero movimento dei piedi e spiccarono il volo dalla vetta. Tutto il paesaggio sottostante si muoveva in una magnifica danza.

    ‘’Zio, sono deluso comunque.’’

    ‘’Per quale motivo?’’

    ‘’Mi sarei aspettato che lo spirito di Dedalee ci attaccasse.’’

    ‘’Bontà divina, pensa solo a farci atterrare sani e salvi. Non sei cambiato di una virgola, proprio come tuo zio.’’

    ‘’E’ di famiglia essere competitivi.’’

    Era incredibile, la nebbia nella Baia dei Dannati non scomparve, ma divenne più fitta, così come il freddo. Una volta atterrati, nipote e zio si salutarono, augurandosi di incontrarsi nuovamente in una nuova avventura, nonostante il ‘’Sono troppo vecchio per queste avventure.’’
    Ora il Capitano Damon Valentine aveva due dobloni, ma chi può sapere quale temibile segreto si cela dietro.
    Nel frattempo, a Londra, nella corte del barone Leopold Von Bloom, giunse il paggio Nick Marlon che annucciò:

    ‘’Signore, ci giunge ora la notizia che Damon Valentine ha recuperato due dei cinque dobloni per la Spada dei Predoni.’’

    ‘’Magnifico. Non appena tutti e cinque i dobloni saranno riuniti, quella Spada sarà mia e potrò governare sull’Inghilterra.’’

    La Spada dei Predoni dell’Atlantico è una antica spada forgiata per vincere qualsiasi sfida e per alleare nuovi popoli sotto la sua protezione, ma se qualcuno spezza l’armonia, può causare terribili conseguenze.

    Damon Valentine dovrà trovare i tre dobloni restanti e impedire che una nuova Congiura assedi Londra e il suo popolo.
     
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