Il Corvo Notturno.

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  1. Mordekai The Summoner
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    Il Big Ben suonò la sua campana, era mezzodì. Le strade si affollavano per accogliere l’arrivo del principe Alfredo IV d’Oxford, un principe trentenne della casata Rosa Scarlatta. Il suo arrivo fu preceduto da quattro cavalieri dalle armature in ferro splendente che annunciaron a gran voce: ‘’Acclamate il principe Alfredo’’

    Il suo arrivo fu coronato da applausi e lancio di rose scarlatte e ringraziava salutando con la mano. Indossava uno sgargiante abito rosso fuoco, con una spilla a sinistra dell’abito, rifiniture in bianco e una cappa nera con lo stemma della casata.
    Fu preparata una stanza all’interno del Palazzo di Westminster, nonostante fosse in parte distrutta dal grande incendio del 1834. La stanza era addobbata con lunghi drappi di seta viola e bianchi, innumerevoli quadri, set di spade, una statua in marmo che rappresentava la sua vittoria su un generale francese e sulla sua armata, ma ciò sembrava non renderlo felice, nell’animo. Il Corvo Notturno per alcuni giorni non si fece vedere, era impegnato altrove contro altri nobili. In totale uccise altri 5 nobili al confine della Scozia e del Galles.

    Il primo era un marchese dello York, John Waris, 67 anni, avida canaglia che aumentava le tasse ogni mese facendo razzia di soldi e facendo morire di fame famiglie intere. Durante una sua ‘’notte di fuoco’’, il Corvo entrò nella sua dimora:

    ‘’John Waris, hai tradito l’Inghilterra e per questo perirai.’’

    Un pugnale sgusciò dal mantello e si conficcò nel petto del marchese.

    Il secondo e il terzo erano due fratelli baroni, uno lussurioso e l’altro prodigo che regnavano indisturbati su Glasgow e Manchester. Lucas e James Windsor, fratelli di sangue, nemici di trono.

    Durante una loro ‘’disputa’’ il Corvo Notturno entrò dalla finestra e affrontò i due baroni a colpi di spade. Entrambi finirono trafitti dalla propria spada.

    Il quarto e il quinto erano due conti, furono avvelenati da cianuro.

    Ore 18:35. Tramonto.

    Una carrozza accompagnava il principe nella sua dimora. Il suo animo era spento, freddo, priva di ogni sentimento.

    ‘’Principe Alfredo, si sente bene?’’

    ‘’Si Carlo, sono solo stanco. Buona notte caro.’’


    I suoi compagni erano perplessi. Era malato? Depresso? O solo stanco di questi elogi e voleva stare da solo?

    Il principe entrò nella sua stanza, spogliandosi degli abiti nobiliari e indossando una camicia da notte.
    Versò del vino rosso in un bicchiere e lo bevve d’un fiato.

    Come un puma nella foresta che attacca la sua preda silenziosamente, il Corvo Notturno si presentò dal principe.

    ‘’E così, sei arrivato.’’

    ‘’Principe Alfredo, lei ha…’’

    ‘’Tradito l’Inghilterra? No, io non ho tradito nessuno. Io sono contento che sei venuto da me, almeno così la facciamo finita…una volta per tutte.’’

    ‘’Perché desidera morire? E’ un nobile, dovrebbe negare la morte come hanno fatti tutti gli altri.’’

    ‘’Sono un nobile…cosa che non mi interessa più ormai. Che senso ha la vita per me se non posso viverla con la mia amata Carla. ‘’

    ‘’Quindi lei ha deciso di farla finita solo per…’’

    ‘’Si…solo perché desidero unirmi con lei in Paradiso e ritornare a sorridere.’’

    ‘’Vuole davvero questo?’’

    ‘’Si, ma prima…Voglio fare il mio ultimo duello.’’


    Il principe e il Corvo si sfidarono all’ultimo duello di Schiavona. Le spade parlavano e i condottieri danzavano in quella sala. Il volto del principe fu solcato da un sorriso malinconico, ma allo stesso tempo compiaciuto.
    Il Corvo, con delle piroette, colpì alla schiena, al petto e alle gambe il principe che cadde e infine fu trafitto al cuore dalla spada. Nessun gemito di dolore, solo un sorriso.

    ‘’Prima che abbandoni…questo mondo…prendi quella lettera sul mio tavolo e leggila quando il Big Ben segnerà le 7:30 di domani…Sei perdonato per il tuo crimine…’’

    Il Principe lasciò questo regno infetto con il sorriso, e il Corvo, notando che era l’alba, afferrò la lettera e scappò.

    ‘’Assassinio, il Corvo ha ucciso il Principe.’’

    Le guardie reali lo inseguirono fin sul Big Ben, puntandogli le carabine contro.
    Con uno scatto, il Corvo si girò e disse con gran voce:

    ‘’Addio Signori, questo Corvo prende il volo.’’

    Saltò dal Big Ben e volò in picchiata sul Tamigi. Aprì le braccia, trattenendo dei lembi del mantello e planò verso un ponte in legno. Atterrò in una balla di fieno e si dileguò in un vicolo come una lepre.

    Prese la lettera, ruppe il sigillo e l’aprì.
    Gocce d’acqua bagnarono il foglio, impedendo di leggere alcune parole.
    Il Corvo lasciò cadere la lettera per terra e scappò via.

    Per la prima volta il Corvo provò un senso di rancore e tristezza per il gesto compiuto.
    Sulla lettera, l’unica frase leggibile era questa:

    Grazie!
     
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