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Non so come sia successo, tutto quello che ho passato non ha ancora trovato spiegazione. Posso solo paragonare tutto ad una fitta nebbia che ti avvolge all'improvviso, ad un fragoroso silenzio che attraversa il tuo intero corpo. Dentro di te senti l'eco di mille urla, ma solo per un istante e uno soltanto. Racconterò tutto per come l'ho vissuto. Il mio primo errore è stato quello di aprire gli occhi, accorgendomi di non avere il controllo.
Non potevo muovermi, non potevo chiedere aiuto, non potevo scappare da quella gelida e soffocante stretta all'anima. I miei occhi percepivano come delle figure distorte che a poco a poco prendevano forma trasformandosi in esseri terrificanti. È stato in quel preciso momento che il mio panico, la mia paura, si sono stranamente alleggeriti, creando un'emozione non ben definita.
Lì ho ripreso il controllo, ma non del tutto; riuscivo ad urlare ma nessuno sembrava darmi ascolto, volevo scappare ma venivo trattenuto da questi esseri che continuavano a fissarmi. I loro occhi non lasciavano spazio a nulla, non riuscivo a percepire quello che provavano loro, quali fossero le loro intenzioni... Almeno fino a quando non hanno cominciato a farmi male, molto male. Non mi sfioravano nemmeno, sembrava quasi che volessero tenermi a distanza, e ormai ero certo che non volevano che scappassi.
La mia sofferenza è stata causata dalle loro voci. Sono state le voci a farmi male, sento ancora il riverbero dei loro macabri versi nel profondo della mia mente; al tempo stesso sono state le voci a ridarmi il controllo più totale. Un'altra sensazione strana mi pervase fino al midollo.
Quello non ero io.
"Liberatemi!"
Era tutto quello che riuscivo a dire, mentre lottavo, graffiavo, mordevo... Tutto inutile.
Ogni mio sforzo di scappare sembrava ripercuotersi su di me, o almeno su quello che sembrava essere il mio corpo.
Graffi, morsi, lividi... Ne ero pieno, ma non provavo dolore fisico. Ero rinchiuso in un enorme scatola circondato da mostri che sembravano volermi uccidere. Dovevo fare qualcosa.
In quel momento l'ho sentito, un potere che mi ha permesso di poter raccontare tutto questo. Il potere della paura.
Io ero la paura, ero diventato la loro paura. Cominciai ad urlare, a maledirli, e loro avevano paura di me!
Li ho fatti agitare parecchio, si sono allontanati ancor di più da me, cercando di ferirmi con le loro voci e le loro insensate parole, allora io chiusi gli occhi e tutto divenne freddo. Di nuovo quella nebbia, che stavolta mi lasciava andare; di nuovo quel silenzio, che si faceva meno assordante.
Ero libero.
Spero solo che nessun altro demone come me debba passare quello che ho passato io.SPOILER (clicca per visualizzare)Era da un casino che non scrivevo, spero che la cosa non mi abbia penalizzato nello scrivere.. -
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Allora... il racconto non è scritto male e rende bene le idee ed emozioni che vuoi descrivere al lettore. Però non lascia molto: è troppo rapida, e sembra tanto il prologo di qualcosa di più grande, non so se mi spiego.
Io non butterei questo lavoro, ma per me potresti provare a svilupparlo meglio.SPOILER (clicca per visualizzare)Per caso ti sei ispirato ai romanzi di Jonathan Stroud?. -
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Ti ringrazio, in realtà no, non voglio sembrare presuntuoso ma non conosco quell'autore.
Il tuo consiglio quindi è quello di "ingrandire" il racconto?. -
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Sì . -
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La narrazione è suggestiva come dice Dama ma io ho trovato la storia confusa; penso che il problema sia il colpo di scena. Tu che intenzioni avevi quando hai scritto la pasta? Potresti farci un riassunto? . -
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Devo dire che la storia mi ha incuriosito non poco, sia per la terminologia sia per come hai usato le parole e come hai descritto la scena, solo che, come ti hanno detto i miei colleghi, è tutto un po' confuso, sicuramente però non la ritengo da cestino. . -
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Mi accodo ai miei colleghi. Ad essere sincero mi aspettavo un MF finale che lasciasse il lettore scosso, ma non è arrivato nulla e tutto è rimasto nel limbo. Per dirlo in parole povere è come aver fatto una cena a base di antipasti aspettando la portata principale che non arriva: gradevole, ma ti rimane la fame. La storia si sta sviluppando bene, ora cerca di capire dove vuoi che vada, quale direzione vuoi che prenda la narrazione e la trama stessa. Sono curioso di leggere il continuo se lo farai, ma così com'è ora non funziona.
Dico WiP, magari in quella sezione potresti anche chiedere pareri e consigli ad altri scrittori con cui potrai confrontarti.. -
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Quindi, cosa preferisci facciamo: cestiniamo o trasferiamo in Work in Progress? . -
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Effettivamente non mi convince del tutto, ma concordo sul fatto che obiettivamente non è manco da cestino.
E visto che potenzialmente potrebbe essere ancora più interessante, se ci si può lavorare può andare tranquillamente in Wip.. -
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Non posso far altro che ripetere ciò che hanno già detto i colleghi. È davvero scritta bene, senza dubbio, l'unico problema è che la storia rimane molto vaga, sembra quasi monca ed è un peccato. Secondo me provare ad ampliarla o ad approfondirla un po' è una buona idea.
Attendo una tua risposta e, se vuoi, la spostiamo in Work in Progress.. -
IanEmerson.
User deleted
Pure secondo me il problema è bene o male quello del "come" la storia e il colpo di scena vengono proposti; non è male la storia eh, però appunto sembra mancare qualcosa. Quindi direi pure io Work in Progress. . -
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Hmm... Sono effettivamente indeciso anche io. L'idea di fondo è buona e ha del potenziale come storia, ma scritta com'è ora scritta non mi piace molto, non mi convince. Per ora dico Cestino, ma se vuoi provare a riscriverla allora sarei anche io felice di metterla in WiP. . -
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Dante, cosa pensi di fare quindi? Possiamo spostarla in Work in Progress per farla valutare agli utenti oppure, se decidi di lavorarci, la lasciamo qui. In caso contrario, possiamo spostarla nel Cestino finchè non decidi, può essere recuperata in ogni momento . -
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Dire WiP, sto pensando di scrivere qualcosa di più lungo su questa storia, magari anche un libro, chissà! . -
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Va bene, allora sposto .