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Ryu no Tamashi.
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Pochi artisti sanno davvero dipingere la paura.
Un qualsivoglia imbrattatele può spargere colori come capita, e dire che la sua opera rappresenta un incubo o il ritratto del diavolo, ma solo un grande artista riesce a portare sulla tela immagini che spaventano sul serio e che hanno l'accento di verità. E questo perché solo l'artista autentico riesce a intuire la vera anatomia dell'orrore, la fisiologia della paura, conosce con precisione quali linee e quali proporzioni scaturiscano dalle pulsioni latenti o dalla memoria ancestrale del terrore, sa quali contrasti di colore ed effetti di luce risveglino il senso sopito dell'estraneità.
Queste parole, ricordo, mi rivelò un mio caro amico che come me frequentava questo Circolo dell'Arte, dove i migliori artisti e critici di Newbury Street e dintorni si radunavano per mostrare o discutere delle proprie opere.
Uno di questi artisti, per quanto non faccia più parte del circolo e nessuno sappia dove sia adesso, era il promettente Pickman.
Con poche e accurate pennellate, riusciva a rappresentare il volto esatto della paura più nera. Il suo forte erano i ritratti: riusciva a dare un'espressione così viva a tutti i suoi quadri, ritraeva i visi con un'emozione così reale che tutto ad un tratto pareva potessero muoversi e rivolgersi direttamente all'osservatore.
Ricordo con chiarezza i brividi che provai quando vidi di sfuggita il suo quadro Demone che divora i cadaveri, che però il Circolo vietò categoricamente di esporre, e che neanche il Museo delle Belle Arti volle ricevere come dono.
Ormai sono passati parecchi anni da quando Pickman si volatilizzò nel nulla, insieme a molti membri del circolo, suoi amici, che per via del suo carattere difficile e della crudezza della sua arte, decisero di lasciare il circolo. Io non fui mai tra i suoi seguaci, ma devo ammettere che ero affascinato dalla sua arte e dal suo modo di dipingere, pur avendo scambiato con lui si e no tre parole.
Nonostante nessuno sapesse dove fosse finito, pochi giorni fa ci mandò l'ultimo dei suoi lavori Lamb of Art, che stavolta il Circolo decise di esporre. Dire che sia un quadro affascinante e terribilmente inquietante, è dire poco: ritrae un uomo dalla cinta in su, che guarda dritto difronte a se, con le braccia abbandonate lungo i fianchi. Non è lo sfondo (una parete di legno), né l'uomo in sé ad inquietare, ma il suo volto. Le forme della mascella e del naso, gli occhi rossi iniettati di sangue che fissano lo spettatore vitrei, quella sottospecie di ghigno che mostra parte dei denti che contrastano completamente il marrone che domina il resto della tela, la fronte rasata e leggermente allungata.. Ha un non so che di demoniaco, addirittura di cagnesco. E poi, sembra quasi seguire ogni mio movimento, da qualsiasi angolazione lo guardi, sembra che i suoi occhi e il suo volto puntino nella mia direzione.
Anche ora, non riesco a distogliere lo sguardo da questo orrido capolavoro. Mi avvicino piano, guardandolo meglio: Dio, sembra davvero vivo, ho quasi la sensazione di vederlo da un momento all'altro alzare il petto inspirando l'aria, o che si stiracchi un po' dalla sua posa plastica e satanica.
Dal quadro proviene un bizzarro miscuglio di odori, il puzzo stantio di vecchie cantine, misto all'acre odore dei colori ad olio e al pungente ma leggerissimo olezzo di sudore... sembra quasi che Pickman ci abbia messo anima e corpo per far incutere, a una figura così apparentemente semplice, tutto l'antico terrore che provavano i nostri antenati difronte l'ignoto.
Alzo lo sguardo, sorpreso di scoprire che anche da questa prospettiva, gli occhi del dipinto siano fissi nei miei.
Faccio qualche passo indietro, senza staccare gli occhi dal quadro, osservando come sembri davvero seguire i miei movimenti... come sembri davvero alzare ed abbassare il petto al ritmo del mio respiro, i muscoli tesi, come sembri davvero allargare di un po' il suo terrificante sorriso...
Oddio, È vivo!SPOILER (clicca per visualizzare)
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Nonostante alcune caratteristiche, direi HS. . -
ZAIKO97.
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Ottima traduzione.
Il racconto è quanto di più banale vi possa essere, ma immagino che ai tempi in cui fu scritto fosse qualcosa di innovativo.. -
Ryu no Tamashi.
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Alcune caratteristiche...cosa? XD da AC?
mi sto dannando per interpretare il tuo commento xP
Zaiko... NON è una traduzione... È una mia HS , "continua" del racconto di Lovecraft.
L'ho cercata di scrivere con il suo stile, ma davvero l'hai scambiata per un suo racconto?!
Non so se sentirmi onorato del paragone, o offeso dal commento negativo <_>. -
ZAIKO97.
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FAIL
Oddio scusa XD Essendo ignorante, ho letto il sottotitolo e ho pensato fosse la traduzione di un racconto di Lovecraft (cosa che in effetti mi sembrava alquanto strana...). Già, non ho mai letto niente scritto da lui XD
Comunque, la mia critica rimane tale: racconto scritto egregiamente, ma banale oltre ogni limite, nonché prevedibilissimo. Ma non devi assolutamente sentirti offeso per questo
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Ryu no Tamashi.
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Ahahah, grazie, i suoi racconti, a parer mio, sono abbastanza "intuibili"... XD
Era comunque la mia intenzione scriverlo come l'avrebbe scritto lui, quindi mi sento soddisfatto :3
Speravo che lo spoiler aggiungesse qualcosa di più.gif)
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Mike Enslin.
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Scritta bene...abbastanza scorrevole...giusto un pò prevedibile...
e... gran bella immagine!...
Bravo
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Ryu no Tamashi.
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Grazie 
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