Chi sono, se sono?

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  1. Presentati Prima di Postare
         
     
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    Allora, non mi piace.
    Ero partito con lo scrivere una creepypasta, ma l'idea mi parve banale e lasciai stare.
    Non ho MAI scritto poesie, mi è sempre sembrato qualcosa di troppo alto e non mi reputo in grado di farlo, ma, scrivendo, è venuta fuori questa...
    Giudicatemi voi, e se vorrete cenistinarla comprenderei...
    Ma l'apprendere è sempre una cosa buona, quindi, sia che vi piacerà o sia che vi disgusterà ditemi pure quel che credete utile o idoneo :)

    Pavese si sbagliava.
    La morte non ha occhi.
    La morte non ha uno sguardo.
    La morte è un baratro buio.
    Non è sorda, sente tutto.
    Sente i richiami, sente la volontà della sua presenza.
    La morte è il contrario dell'essere, è l'anti-ente, e quando c'è lei, l'ente non c'è.
    Però, qui, c'è qualcosa che non va.
    Io l'ho vista, la morte.
    L'ho vista prendere, senza trattazione o preavviso.
    La morte non ha termicità; è gelida.
    La morte non conosce lentezza o titubanza; è rapida e decisa.
    La morte non conosce individualità; è universale.
    Eppure, ho visto persone morire nelle peggiori maniere, distante centimetri da persone sane come pesci.
    La morte ha una sola nemica, ed è la vita.
    Le due cose si oppongono, sono antitetiche, e si annullano.
    Ma io sono stato quando la morte è stata.
    Pavese si sbagliava.
    La morte non è silenziosa, ma ha rumore di fischi, di boati, di grida e di pianti.
    Sa camuffarsi.
    Sa farlo bene
    Sa vestirsi di mille colori, confluenti però in uno solo ed unico: il rosso scarlatto.
    La morte, qui, arriva impolverata, sporca, rivoltante.

    La morte è libera, ma arriva sempre mediante qualcosa e qualcuno.
    La morte spaventa, ma ormai è affar comune.
    La morte non regna nei cieli o negli inferi, lei regna qui, dove sono io.
    Ho varcato le soglie della sua patria, diventando la paradossale vita, convivente col suo opposto.
    Un limbo rumoroso e pericoloso, insopportabile.
    Ma in quanto paradosso, in un sol modo posso continuare.
    Per seguitare a vivere, devo, la morte, esercitare.
    La cosa mi strugge ma non altro posso fare.

    Alchè io ti chiedo, mio caro lettore, hai già intuito o avuto sentore, di quel che io sono oltrechè narratore?

    Edited by Presentati Prima di Postare - 22/12/2014, 14:58
     
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    Io concordo con Kingor e dico AR.
     
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  4. Peter Vincent Flammia
         
     
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    tu sei la vita
     
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  5. Presentati Prima di Postare
         
     
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    CITAZIONE (Peter Vincent Flammia @ 23/12/2014, 16:57) 
    tu sei la vita

    Nope :') :ehno:
     
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  7. YourNightmare
         
     
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    che sei, un vegetale (tipo in coma in poche parole) ?
     
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  8. Max Italiano
         
     
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    Sei l'essere! :riot:
     
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  9. Presentati Prima di Postare
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    CITAZIONE (YourNightmare @ 24/12/2014, 00:34) 
    che sei, un vegetale (tipo in coma in poche parole) ?

    Nope! :)
    Sono un Soldato! :)
    Mi era venuto in da pensare a come, tutti gli scrittori e poeti, animi sensibili dunque, si dovessero sentire in tempo di guerra...
     
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8 replies since 22/12/2014, 00:30   89 views
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