| Vi sono varie leggende nella cultura occidentale che parlano dei giganti, dall'Odissea al mito dei Titani, ma una scoperta effettuata in epoca antica conferma che tali miti non sono del tutto una pura fantasia dell'uomo.
Proprio nei campi Flegrei nei pressi di Napoli che alcune fonti antiche collocano la dimora dei giganti. Phlegra è il nome del luogo in cui le fonti collocano la "Gigantomachia" la battaglia tra gli Dei e i Titani.
I Titani che abitavano questi luoghi erano esseri mostruosi, violenti e ingiusti. Zeus affido al figlio Eracle ll compito di sconfiggere i Titani e portare la civiltà in quelle terre. Zeus in soccorso al figlio scaglio i fulmini su queste terre rendendole bollenti, in più i corpi ardenti dei Titani sepolti sotto Pithecusa, Procida e il Vesuvio sono la causa delle attività vulcaniche locali.
Intorno al 1668 a Cuma fu riportato alla luce un manufatto marmoreo di grandi dimensioni che riproduceva il torso e il volto di Giove, questa statua successivamente prese il nome di "Gigante di Palazzo".
I materiali rinvenuti sulla terrazza del tempio di Giove attestano la frequentazione del sito gia in epoca prellenica, nel frattempo secondo alcune ricerche non si ha ancora la certezza su a quale divinità era dedicato il Tempio.
Nel corso degli scavi effettuati sempre sulla terrazza del tempio, un saggio di approfondimento ha portato ad un inquetante scoperta, in seguito ad un cedimento del terreno furono scoperte delle ossa di dimensioni colossali.
Questo ritrovamento costrinse gli archeologi a indagare più approfonditamente sulla natura del ritrovamento.
Con lo scavo sono stati portati alla luce resti di uno scheletro antropomorfo alto 24 metri, in particolare furono recuperati la calotta cranica, il femore e la mano destra.
Di fianco ai resti fu rinveuto una lastra di pietra su cui sono ancora presenti resti di pittura, la disposizione delle ossa fanno pensare che il corpo non era presente in sito, ma fu trasportato in seguito a un evento naturale, a causa di tale fenomeno non è possibile stabilire se vi è stata un rituale funerario.
Ma la presenza della lastra di pietra incisa e alcuni oggetti dell'industria litica fanno pensare che fosse un tributo per ricordare l'attività artistica del defunto.
Secondo i Geologi l'area di sepoltura è datato a circa 41.000 anni fa e le ossa rinvenute apparterrebbero ad un ominide della fase finale del paleolitico medio e gli oggetti ritrovati delle vicinanze appartengono alla cultura Musteriana, la cultura tipica dell'uomo di Neandertal, ma queste sono ancora ipotesi.
I resti ritrovati negli scavi sono ora custoditi al Museo Archeologico di Napoli.
In Spolier il testo estratto dalla "Gigantologia" di Emiddio Manzi
Era una sera della Quaresima dell'anno ultimamente passato 1851 e mi disse il fratello parroco aver udito a dire da D. Arcangelo rossi prete di buone qualità e sottoparroco di quella terra che alcuni anni già erano trapassati, in una cava di quelle pietre, in uno strato di argilla secca, che sul essere tra macigno e macigno, era rinvenuto un scheletro di un uomo di così straordinaria grandezza che un osso della coscia era quanto il pezzo di una trave, che il teschio era più grande dello spazio che rinchiudono le braccia di un uomo messe a forma di cerchio, e che i ragazzi del paese tratti a vedere cosiffatto scheletro avevano preso gli ossami smisurati e fattone materia di giuoco puerile a ridurli in pezzi e lasciarli calpestare come ciottoli sulla via
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